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assistere mamma e nonna che sceglievano<br />
la bacinella o il manico di scopa preferiti,<br />
dall’altra io che mi perdevo in quell’atmosfera<br />
così diversa dalla mia città. O<br />
forse era in realtà la sola presenza di nonna<br />
a farmi star bene? Quel suo prendere<br />
in giro continuamente la mamma? Quel<br />
suo difendermi sempre per ogni cosa?<br />
Essere la mia complice ed amica per<br />
tutto? Quella sua faccia buffa, quell’odore<br />
di montagna formaggio e salsiccia che si<br />
portava addosso, quelle tasche sempre<br />
piene di roba sfiziosa da mangiare?<br />
Oggi il mercato si sviluppa uguale a<br />
trent’anni fa: la vista della collina di Montelupo<br />
con il suo santuario bianco che la<br />
domina da un lato, il cocuzzolo di pietra<br />
bianca dove sono abbarbicati case e ruderi<br />
dall’altro. Tra le case bianche che<br />
sembrano un tutt’uno con la roccia spiccano<br />
le tegole; sembrano formiche rosse<br />
attaccate a un tozzo di pane.<br />
Trovo la fermata della corriera. La aspettavamo<br />
a lungo, era un divertimento per<br />
me. Non avevamo fretta, strappavo pezzi<br />
di focaccia dalla borsa della nonna,<br />
che se la faceva prendere, agevolando<br />
l’operazione, attenta che la mamma non<br />
ci scoprisse.<br />
Quando ce l’aveva la mamma era impossibile,<br />
e mi tenevo la fame fino a casa.<br />
Mi sento solo qui, un’angoscia mi assale.<br />
Mia nonna non c’è più da trent’anni<br />
oramai, stare qui mi fa male.<br />
Zì Filù è ancora viva, so che abita coi suoi<br />
tre figli scapoli, e ancora si occupano di<br />
terre e bestie. Sono trent’anni che le prometto<br />
di venire a trovarla.<br />
Zì Filù vive in una masseria in pietra, nel<br />
mezzo di pascoli di vacche, capre e pecore.<br />
Da bambino trascorrevo da lei un<br />
giorno alla settimana, ed era una vera e<br />
propria festa. La cosa che amavo di più<br />
era partire a pascolare con Zì Giuà, correvo<br />
per i prati, lo riempivo di domande, ma<br />
lui non parlava italiano, e non capivo<br />
nulla di cosa dicesse.<br />
Ma sentivo che era un brav’uomo e<br />
mi voleva bene, tutti mi volevano bene<br />
quando ero bambino.<br />
Quando arrivavamo da Zì Filù e Zì<br />
Giuan la sensazione che mi coinvolgeva<br />
in modo più violento, ancora più delle<br />
altre, era l’odore forte di formaggio, prosciutto<br />
e pascolo, denso, acre, ma buono,<br />
una miscela inconfondibile. Ogni cosa,<br />
ogni angolo della casa, ciascuno di<br />
loro aveva addosso quel caratteristico<br />
olezzo.<br />
Entro in casa, Zì Filù ha novant’anni,<br />
ma è ancora abile. La casa ha il medesimo<br />
odore di sempre, mi riconosce, piange,<br />
ma non riesce a parlare. La abbraccio,<br />
mi sento in colpa.<br />
Dove sei stato in tutti questi anni leggo<br />
nei suoi occhi, dove è il bambino che<br />
ricordo? Ma posso solo immaginarlo.<br />
Dove sono stato in questi trent’anni?<br />
Perché mi sono assentato così a lungo<br />
da un posto tanto magico quanto<br />
importante?<br />
Esco fuori dalla casa, allungo lo sguardo<br />
per cercare Gaetano, Gerardo e Gennarino:<br />
quattro maschi tutti con la G<br />
diceva mia nonna, povera Zì Filù, ci<br />
scherzava su.<br />
Il mio sguardo si perde tra le colline di<br />
grano secco, intervallate da collinette<br />
più verdi e alberate, dove i ragazzi tutt’ora<br />
portano a pascolare le bestie.<br />
Il sole di mezzogiorno è forte, morde,<br />
rientro nella fresca casa. Zi Filù col bastone<br />
è andata a prendermi della salsiccia,<br />
del pane e del vino. Tutto fatto da<br />
loro ci tiene a specificare.<br />
Arriva Gaetano, mi abbraccia forte, è<br />
contento di vedermi. Scaldano del sugo<br />
di ragù, la pasta fatta in casa c’è come<br />
una volta. Gerardo e Gennarino sono a<br />
lavoro, e non abitano con la zia. Abitano<br />
al paese di Alto Muro, a cinque chilometri<br />
da Montelupo. Solo Gaetano è rimasto<br />
con la mamma. Mi parla di come sia<br />
difficile gestire le terre, di come l’attività<br />
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FUOR ASSE<br />
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Il principio dell’iceberg