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FuoriAsse_n_22

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@Maro Phee<br />

splendore di innumerevoli candele, ma gli era<br />

estraneo ed ostile, come pure i belli, lindi bambini<br />

che si aggruppavano intorno ad esso [...].<br />

Ma improvvisamente gli acuti occhi di Sasca<br />

luccicarono di meraviglia e il suo viso istantaneamente<br />

riacquistò l’ordinaria espressione di<br />

audacia e di sicurezza. Nel rovescio dell’albero<br />

volto dalla sua parte e illuminato più debolmente<br />

degli altri lati, egli vide ciò che mancava<br />

nel quadro della sua vita e senza il quale tutto<br />

intorno era vuoto come se i circostanti fossero<br />

stati senza vita. Era un angioletto di cera negligentemente<br />

appeso nel folto degli oscuri rami e<br />

che pareva si librasse nell’aria. Le sue trasparenti<br />

alucce di cicala fremevano alla luce che<br />

cadeva su loro ed egli tutto pareva vivo pronto a<br />

volare 3 .<br />

Alla base dello stato di estrema povertà<br />

e di degrado esistenziale, che Sasca<br />

subisce con profondo dolore, c’è anche<br />

un malessere interiore determinato da<br />

un contesto sociale privo di ogni stabilità<br />

etica e che per Andreev intende essere<br />

una rappresentazione della coscien -<br />

za nazionale russa, prima della Rivoluzione<br />

d’ottobre. I perni su cui è impiantata<br />

la storia sono le azioni di Savvic e<br />

Petrovna, rispettivamente il padre e la<br />

madre di Sasca, poiché è la caratterizzazione<br />

dei due personaggi, a loro volta<br />

distinti e contrapposti, l’uno mite, l’altra<br />

aggressiva e violenta, a dare risalto al<br />

malessere di Sasca. Un senso di sgomento<br />

e di impotenza, che, per il carattere<br />

emblematicamente tragico, ricorda<br />

quello del protagonista del racconto Il<br />

cappotto di Gogol’. Al di là della particolare<br />

collocazione sociale, c’è la condizione<br />

del singolo uomo, in tutti e due i casi<br />

dominata dalle azioni altrui: anche se<br />

l’ambientazione dei racconti è diversa,<br />

è la sensibilità dei due personaggi a essere<br />

scossa da circostanze imposte prepotentemente<br />

dall’esterno. Nell’Angioletto,<br />

però, il protagonista non soggiace<br />

alle brutalità, né tantomeno agli insulti<br />

della madre. Sasca soffre ma reagisce<br />

e batte i compagni, strappa i libri, dice<br />

bugie. Mente soprattutto alla madre,<br />

che, quasi sempre ubriaca, definisce<br />

Savvic e Sasca ironicamente dei «letterati».<br />

L’utilizzo di questo termine, come<br />

chiarisce Gobetti nelle note al testo,<br />

mette in risalto la natura intimamente<br />

fragile e sognante di Savvic e Sasca. È<br />

proprio la mancanza di cure materne a<br />

ferire Sasca; una mancanza di attenzioni<br />

che si manifesta anche con gesti arroganti,<br />

un linguaggio volgare e violenza<br />

fisica. Sasca difatti instaura un rapporto<br />

di fiducia solo con Savvic, il padre:<br />

lo stesso angioletto è portato a casa e<br />

condiviso come oggetto d’amore con il<br />

padre.<br />

Nella parte finale della novella, parlando<br />

con lui alla sera come non ha fatto<br />

mai, Sasca fa credere al padre che l’angioletto<br />

gli sia stato donato dalla aristocratica<br />

amata in gioventù e che Savvic<br />

non poté unire a sé. Un amore mai<br />

3 L’ Angioletto, cit., p.141.<br />

FUOR ASSE<br />

28 Quaderni per l’infanzia

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