Assaggi di fame - Filippo Radaelli
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Dove <strong>di</strong>giuno sostenendo la tipicità del fast food<br />
28 settembre<br />
Digiuno tipico, oggi, piuttosto eretico per i buongustai: si basa su due parenti stretti, molto italioti,<br />
dei vituperati hamburger e della sua inseparabile salsa piccante, il ketchup.<br />
Io non <strong>di</strong>sdegno nessuno dei due. Sono il simbolo del cosiddetto fast food? Pazienza. La loro<br />
<strong>di</strong>ffusione planetaria <strong>di</strong>mostra che è in atto un terribile appiattimento del gusto? Non è la prima<br />
volta che accade: il mais ha fatto lo stesso, la patata pure, venendo sempre dalle Americhe. Ma già<br />
nell’antico continente i cereali avevano soppiantato l’antica varietà.<br />
Opporsi aggrappandosi a tra<strong>di</strong>zioni che a volte non hanno che poche centinaia d’anni? Io piuttosto<br />
preferisco l’attacco. Addosso all’hamburger ed al ketchup! A modo mio, però. Mangiandoli, e<br />
cercando le loro vere origini, che sono davvero interessanti e ben si legano ai due temi che qui<br />
interessano: le tipicità e la resistenza alla <strong>fame</strong>.<br />
L’hamburger, infatti non nasce affatto come idea taylorista, da catena <strong>di</strong> montaggio del mangiar<br />
veloce, ma come semplificazione (banalizzazione, se preferite) e <strong>di</strong>latazione (vi piace il termine<br />
‘globalizzazione’? Sia!) <strong>di</strong> una ricetta centro-europea antica. Tra<strong>di</strong>zionale, appunto.<br />
Ce lo <strong>di</strong>ce il nome stesso, che nell’inglese d’inizio ’900 sta per ‘amburghese’: cioè carne <strong>di</strong> manzo<br />
trita e cotta in padella come si faceva ad Amburgo. Anche in Italia, e prima, la stessa specialità<br />
veniva in<strong>di</strong>cata come ‘bistecca <strong>di</strong> Amburgo’, oppure ‘bistecca alla svizzera’.<br />
Ho detto che è carne <strong>di</strong> manzo. Non è un caso. In primis, perché lo stabiliscono le norme fissate dal<br />
Dipartimento dell’Agricoltura del Governo degli Stati Uniti d’America. Ma poi, perché il manzo,<br />
dopo secolare lotta col maiale, ha vinto e stravinto la contesa ed oggi occupa <strong>di</strong> gran lunga il primo<br />
posto nelle preferenze e nei consumi carnei dei citta<strong>di</strong>ni nordamericani.<br />
Da tal cimento furono escluse subito, nelle ex colonie britanniche, capre e cav… No, scusate: non<br />
cavoli (e neppure cavalli: anche se la razza equina suscita oltre oceano particolare e comprensibile<br />
protezione), volevo <strong>di</strong>re capre e pecore. Le prime, perché più adatte a territori piuttosto poveri <strong>di</strong><br />
pascolo: e l’America, in generale, non ne mancava. Le seconde, invece, in quanto poco red<strong>di</strong>tizie: il<br />
loro valore, infatti, va associato alla produzione della lana e, soprattutto alla sua trasformazione.<br />
Interdetti da quest’ultima dagli inglesi, i coloni preferirono puntare sul maiale. Le ampie foreste<br />
<strong>di</strong>sponibili per quello brado, prima, e poi l’enorme <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> mangimi a base <strong>di</strong> mais per<br />
quello in porcilaia, <strong>di</strong>edero grande impulso all’allevamento del suino.<br />
La vastità dei pascoli ed il corn belt favorirono anche il <strong>di</strong>ffondersi dei manzi: siamo nell’epoca dei<br />
cow-boys. Ma il maiale tenne testa sul bovino fino alle spietate guerre in<strong>di</strong>ane ed a quella fratricida<br />
<strong>di</strong> Successione. Le prime fecero sparire dai pascoli i bisonti, carne da pellerossa; la strage fu voluta,<br />
col doppio effetto <strong>di</strong> sterminare gli aborigeni sia umani che animali. La seconda <strong>di</strong>ede necessità <strong>di</strong><br />
nutrire l’esercito: capite da voi quanto il manzo fosse conveniente. Lo sviluppo delle ferrovie e<br />
l’invenzione della refrigerazione fecero il resto.<br />
La tra<strong>di</strong>zione del barbecue, facile da fare anche nei giar<strong>di</strong>netti urbani, <strong>di</strong>ede una mano: faceva<br />
sentire i citta<strong>di</strong>ni pur sempre figli della wilderness: tutti Tom Sawyer, insomma.<br />
Sulla griglia, la carne macinata <strong>di</strong> un manzo è <strong>di</strong> gran lunga favorita rispetto a quella <strong>di</strong> maiale.<br />
Qualcuno pensò bene – pare proprio si tratti <strong>di</strong> immigrati tedeschi. Di Amburgo? È un dettaglio –<br />
qualcuno pensò bene <strong>di</strong> aprire baracconi ambulanti con cui girare per feste e fiere e vender la<br />
specialità: polpetta <strong>di</strong> manzo, appunto, cotta in graticola. Poi venne il lavoro femminile, la necessità<br />
<strong>di</strong> mangiare fuori casa svelti e too cheap… Negli anni ’20 nacque la White Castle hamburger <strong>di</strong><br />
Kansas City, poi arrivarono i drive-in: infine, Ray Kroc e (eccoli!) McDonald’s, Wendy’s, Burger<br />
King. Siamo a metà del secolo Ventesimo. Il resto, lo sapete.<br />
Vengo al ketchup, che come salsa tipica è una vera chicca ed un’autentica sorpresa. In<strong>di</strong>ca, lo sanno<br />
tutti, la salsa piccante a base <strong>di</strong> pomodoro, aceto e spezie da spalmare dentro e fuori l’hamburger.<br />
Bene, tenetevi forte: era già nota in Italia fin dalla fine del 1600.<br />
Aritenetevi forte: è un superconcentrato <strong>di</strong> tipicità. Siamo un popolo <strong>di</strong> navigatori, no? E per mare si<br />
conoscono un sacco <strong>di</strong> cose, no? E non siamo mica gli unici ad andare per mare, no? Sicché, nulla<br />
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