Assaggi di fame - Filippo Radaelli
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Gli arancini <strong>di</strong> Adamo<br />
24 ottobre<br />
Debbo una giustificazione del mio silenzio <strong>di</strong> ieri. Tutto intento a documentarmi per il <strong>di</strong>giuno<br />
tipico del giorno, mi arrivò una telefonata: un’amica solidale mi chiese se mi andava <strong>di</strong> fare quattro<br />
passi. Preso! Al volo! Di corsa! Ne ho proprio bisogno.<br />
Senonché si passeggia, si fuma, si chiacchiera, passa il tempo, viene sete.<br />
E, data l’ora – sono quasi le nove <strong>di</strong> sera – viene anche un languorino.<br />
Io avrei il mio assaggio <strong>di</strong> <strong>fame</strong> già programmato, bell’e pronto a casa.<br />
Sarei pure in ritardo…<br />
Ma Eva si fa tentatrice e mi trascina in un bar: l’unico aperto, sul grande viale deserto.<br />
Per una birretta alla spina, cedo senza problemi: è sempre un omaggio a Demetra gentile.<br />
Sembrerebbe che basti. Del resto, la vetrina <strong>di</strong> tramezzini e croissant non colpisce per appetitosità.<br />
Con la coda dell’occhio, avevo io stesso avvistato certe ghiottarelle fritture quasi nascoste da una<br />
colonna del locale, e ne ero riuscito a tenere lontano lo sguardo della mia amica.<br />
Ah, le donne! Di cosa non è capace la perfi<strong>di</strong>a dell’intuito femminile?<br />
Deve avermi letto dove non doveva leggere.<br />
“Uh, guarda! Con la birra e meglio se ne pren<strong>di</strong> anche tu uno”.<br />
Diabolica ragazza. Non ha nemmeno tutti i torti. Una spina a <strong>di</strong>giuno totale non va.<br />
Sicché adesso sono ad ammettere <strong>di</strong> avere peccato <strong>di</strong> gola, <strong>di</strong> aver ceduto a quel dorato frutto della<br />
conoscenza: che non è una mela, come fu per Adamo nell’Eden, ma un arancino.<br />
Un aureo arancino <strong>di</strong> riso, cui mi sono arreso senza resistere.<br />
Neppure cattivo, come ero pronto a riconoscere, in sconto <strong>di</strong> pena. No, buono! Buonissimo!<br />
Strepitoso!<br />
Se ne accorge anche la mia tentatrice, che chiede secondo me cosa c’è.<br />
Non tiro a indovinare e, a mia volta, domando.<br />
Arricciando il baffo, il paffuto serpente che ci aveva ammannito il frutto proibito borbotta, come<br />
fosse logica immanente in quel nome, arancino: "Scorza d’arancio".<br />
Per Bacco! E adesso che faccio?<br />
"Ce ne dà un altro?"<br />
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