Assaggi di fame - Filippo Radaelli
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La <strong>fame</strong>, con filosofia?<br />
Un fico secco!<br />
9 novembre<br />
La <strong>fame</strong> va presa con filosofia.<br />
Platone la affrontava con olive e fichi secchi.<br />
Platone non aveva grande considerazione della τέχνη µαγειρική: leggi tècne magheirichè e traduci<br />
gastronomia. Non che la tenesse in spregio per i suoi aspetti materiali. Al contrario, come ricorda<br />
Francesca Rigotti nel recente La filosofia in cucina (sullo scaffale lo ha messo Il Mulino), le abilità<br />
<strong>di</strong> un cuoco erano ben valutate sotto il profilo pratico.<br />
No, la bassa considerazione per la cultura culinaria era con<strong>di</strong>visa da altre abilità edonistiche, come<br />
la ginnastica e la cosmetica, ma anche con un’arte del tutto intellettuale: la retorica.<br />
Interessante. Le lusinghe <strong>di</strong> buoni piatti hanno lo stesso potere della vanità <strong>di</strong> belle parole?<br />
Vogliamo fare un esempio? Eccolo: se qualcuno scrivesse <strong>di</strong> sé “ha promosso la valorizzazione del<br />
patrimonio delle “tipicità” degli 8.000 comuni italiani, anche attraverso il progetto “Res Tipica”<br />
che accomuna realtà eccellenti in campo culturale, artistico, storico ed enogastronomico”<br />
(http://www.comune.fi.it/sindaco/anci.html? e http://www.anci.it/presidente.cfm) allo stato<br />
dell’arte, che ne pensereste? Che è retorica? Io, semplicemente, che son vuote parole e, perciò,<br />
errata comunicazione: cioè cattiva retorica.<br />
Il paragone con certa nouvelle cousine non regge: in quel caso – può piacere o no, può saziare o no<br />
– c’è un’idea <strong>di</strong> cucina molto precisa e raffinata.<br />
Nel caso <strong>di</strong> Res Tipica, continuano a non esserci idee, né precise né raffinate: tanto meno concrete.<br />
Basta dare un’occhiata al sito, imbellettato nella grafica in occasione dell’Assemblea dell’Anci (per<br />
stupire con effetti speciali chi non si lascia ormai più incantare), ma tale e quale per vuotezza e<br />
inutilità.<br />
In buona sostanza, mi <strong>di</strong>chiaro assolutamente contrario all’opinione <strong>di</strong> Platone: la retorica – che<br />
oggi chiamiamo comunicazione – è uno strumento serio, che può fare del bene. Figuriamoci la<br />
gastronomia! Quanto alla comunicazione enogastronomica, poi!<br />
Le cose serie si possono fare: si tratti <strong>di</strong> tècne magheirichè, <strong>di</strong> retorica in genere e <strong>di</strong> retorica<br />
magheirichè.<br />
Gli ingre<strong>di</strong>enti son sempre quelli: sudore, lavoro (vero), competenze, idee.<br />
Idee non platoniche. Tutto ciò che è platonico, non va bene.<br />
Neppure olive e fichi secchi, secondo me: l’abbinamento è dubbio.<br />
Però, per rispetto anche <strong>di</strong> idee sbagliate, oggi andrò a pizze e…no, pardòn: a olive e fichi secchi.<br />
Post Scriptum: dopo la degustazione, mi ricredo: le olive erano piccanti, e maticate con il sapore del<br />
fico secco in bocca, vi <strong>di</strong>rò: niente male. davvero, niente male.<br />
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