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Anche a Gubbio, <strong>Francesco</strong> venne in contatto con i lebbrosi. Poi, <strong>com</strong>e vero<br />
amante della umiltà perfetta, il <strong>San</strong>to si reca tra i lebbrosi, e vive con essi, per servirli in<br />
ogni necessità per amor di Dio. Lava i loro corpi in de<strong>com</strong>posizione e ne cura le piaghe<br />
virulenti, <strong>com</strong>e egli stesso dice nel suo Testamento: “Quando ero ancora nei peccati, mi<br />
pareva troppo amaro vedere i lebbrosi, e il Signore mi condusse tra loro e con essi usai<br />
misericordia” (1C 17).<br />
Il soggiorno a Gubbio non durò a lungo, e <strong>Francesco</strong> ritornò ad Assisi. Sapeva<br />
che aveva ancora un debito da pagare, questa volta a Cristo. Doveva <strong>com</strong>inciare a<br />
riparare la chiesa di <strong>San</strong> Damiano. L’invito del crocifisso, infatti, era stato urgente. Da<br />
oblato penitente, <strong>Francesco</strong> diventa adesso un eremita penitente, che si dedica a<br />
res<strong>tau</strong>rare la chiesetta di <strong>San</strong> Damiano con le proprie mani, e senza soldi. Adesso si<br />
doveva chiedere l’aiuto ai cittadini di Assisi. Così iniziò la prima grande sfida di<br />
<strong>Francesco</strong> davanti ai suoi concittadini.<br />
Di ritorno alla chiesa di <strong>San</strong> Damiano, tutto felice e fervente, si confezionò un<br />
abito da eremita e confortò il prete di quella chiesa con le stesse parole<br />
d’incoraggiamento rivolte a lui dal vescovo. Indì, rientrando in città, in<strong>com</strong>inciò ad<br />
attraversare piazze e strade, elevando lodi al Signore con l’anima inebriata. Come<br />
finiva le lodi, si dava da fare per ottenere le pietre necessarie al res<strong>tau</strong>ro della chiesa.<br />
Diceva: “Chi ma dà una pietra, avrà una ri<strong>com</strong>pensa; chi due pietre, due ri<strong>com</strong>pense;<br />
chi tre, altrettante ri<strong>com</strong>pense!”<br />
Molti si facevano gioco di lui, persuasi che gli avesse dato di volta il cervello;<br />
altri invece erano impietositi fino alle lacrime, vedendo quel giovane passato così<br />
rapidamente da una vita di piaceri e di capricci a una esistenza trasfigurata<br />
dall’ebbrezza dell’amore divino ... Quanto abbia tribolato in quei res<strong>tau</strong>ri, sarebbe lungo<br />
e difficile raccontarlo. Abituato a ogni delicatezza nella casa paterna, eccolo ora<br />
portare pietre sulle spalle, soffrendo molti sacrifici per servire Dio (L3C 21).<br />
I Tre Compagni ci riferiscono che il povero prete di <strong>San</strong> Damiano cercava di<br />
procurare del cibo buono e delicato per <strong>Francesco</strong>, vedendolo lavorare con tanto slancio,<br />
e sapendo che lui proveniva da una famiglia dabbene. Ma questo non era sempre<br />
possibile al povero don Pietro, e <strong>Francesco</strong> si accorse subito che il sacerdote si stava<br />
dando da fare oltre i suoi limiti per procurargli il vitto. Si ricordò che Cristo era povero, e<br />
disse a sé stesso: “Come il mendicante va di porta in porta con la scodella in mano e,<br />
spinto dalla necessità, vi raccoglie avanzi di cibi diversi, così devi <strong>com</strong>inciare a fare<br />
anche tu, per amore di Cristo che, nato nella povertà, visse poverissimo nel mondo, restò<br />
nudo e povero sul patibolo e venne sepolto in una tomba non sua”.<br />
Prese dunque una scodella, entrò in città e <strong>com</strong>inciò ad accattare di uscio in<br />
uscio, mettendo insieme gli avanzi di alimenti diversi. Stupivano molti, ricordando <strong>com</strong>e<br />
dinanzi era vissuto da signore e vedendolo ora cambiato fino a questo punto. Quando<br />
volle mangiare quell’intruglio, la prima reazione fu la nausea; una volta, nonché<br />
mangiare quella incresciosa poltiglia, non avrebbe nemmeno resistito a guardarla. Ma<br />
seppe vincere la ripugnanza e <strong>com</strong>inciò a mangiare; gli sembrò di provarci più gusto che<br />
non ad assaporare una squisitezza ... Ringraziò il Signore che aveva mutato l’amarezza<br />
in dolcezza (L3C 22).<br />
Quando andava in città a chiedere l’elemosina per la chiesa di <strong>San</strong> Damiano e<br />
anche per chiedere qualcosa da mangiare, doveva per forza incontrare suo padre. Assisi,<br />
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