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Arrivato a Firenze, il beato <strong>Francesco</strong> incontrò il signor Ugolino vescovo di<br />
Ostia, che in seguito divenne papa, e che era stato mandato da papa Onorio <strong>com</strong>e legato<br />
nel Ducato [di Spoleto] e in Toscana e Lombardia e nella Marca Trevigana fino a<br />
Venezia. Il signor vescovo si rallegrò molto del suo arrivo. Quando poi udì dal beato<br />
<strong>Francesco</strong> che intendeva recarsi in Francia, gli proibì di andarvi dicendo: “Fratello,<br />
non voglio che tu vada di là dai monti, poiché ci sono molti prelati e altri che volentieri<br />
vorrebbero constrastare il bene della tua Religione nella Curia romana. Io e altri<br />
cardinali, che amiamo questa tua Religione, la proteggeremo e aiuteremo più<br />
agevolmente se tu rimarrai nell’ambito di questa provincia”.<br />
Gli rispose il beato <strong>Francesco</strong>: “Signore, è per me grande vergogna che, avendo<br />
mandato i miei fratelli in terre remote e lontane, io rimanga in queste province”.<br />
Il signor vescovo gli replicò, quasi rimproverandolo: “E perché hai inviato i tuoi<br />
frati così lontano a morire di fame e a sopportare tante altre tribolazioni?...”<br />
E così non permise che si recasse in Francia, ma il beato <strong>Francesco</strong> vi mandò<br />
frate Pacifico insieme con altri frati, ed egli se ne tornò nella valle Spoletana (CA 108:<br />
FF 1661; cfr. 1C 74-75; SP 65).<br />
Queste descrizioni delle prime missioni dell’Ordine sono un ritratto della<br />
situazione nell’Ordine dopo il Concilio Lateranense IV. Il numero aumentato dei frati<br />
chiedeva una programmazione migliore e una struttura più chiara all’Ordine <strong>com</strong>e<br />
istituzione. Per questa ragione furono celebrati i capitoli generali ogni anno,<br />
nell’occasione della solennità di Pentecoste. I capitoli erano l’occasione in cui i frati si<br />
offrivano per l’evangelizzazione missionaria. Non a caso, proprio nella Regola non<br />
bollata, al capitolo 16, troviamo il primo riferimento legislativo alla missione in una<br />
regola di una famiglia religiosa. Il capitolo si intitola: Di coloro che vanno tra i Saraceni<br />
e gli altri infedeli. Anche se la Regola non bollata risale al 1221 <strong>com</strong>e stesura finale,<br />
sappiamo che la formazione della Regola copre tutto il periodo dal 1209 fino al 1221, e<br />
particolarmente il periodo del dopo concilio Lateranense IV (dopo il 1215). Non fa<br />
meraviglia che i capitoli generali erano le occasioni più importanti per costruire questo<br />
materiale legislativo dell’Ordine, che fu poi inserito nella Regola non bollata (1221) e<br />
nella Regola bollata (1223).<br />
L’Ordine nel periodo 1217-1219 <strong>com</strong>inicia non soltanto a diffondersi<br />
geograficamente, ma anche ad avere persone di spicco. Giordano da Giano menziona<br />
frati <strong>com</strong>e frate Elia, che nel 1217 si trovava in Terra <strong>San</strong>ta, e che dal 1221 doveva essere<br />
vicario dell’Ordine fino a dopo la morte di <strong>San</strong> <strong>Francesco</strong>. Un altro frate che fu accolto<br />
da Elia nelle terre di Oltremare fu fra Cesario da Speyer, che fu un aiuto valido a<br />
<strong>Francesco</strong> nell’arricchire la Regola non bollata del 1221 con testi biblici. Essendo<br />
tedesco, egli fu anche capo della seconda spedizione dei frati in Germania nel 1221, dove<br />
divenne il primo ministro provinciale. Con lui troviamo in Germania fra Giovanni da<br />
Pian del Carpine, che lavorò instancabilmente per la diffusione dell’Ordine in Sassonia,<br />
Boemia, Polonia, Ungheria, Danimarca e Norvegia. Più tardi, nel 1245, Innocenzo IV lo<br />
nominò suo legato presso i Tartari, e lui intraprese un viaggio memorabile nell’estremo<br />
oriente, e scrisse la sua Ystoria Mongolorum, quos nos Tartaros appellamus (Storia dei<br />
Mongoli che noi chiamiamo Tartari).<br />
Lo stesso fra Giordano da Giano diventò protagonista nella seconda spedizione<br />
per la Germania, e lui stesso racconta con un senso di umorismo e semplicità <strong>com</strong>e finì a<br />
fare parte della spedizione di oltre 90 frati che ac<strong>com</strong>pagnarono Cesario da Speyer. In<br />
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