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Capitolo 14<br />
LA REGOLA BOLLATA DEL 1223<br />
E IL NATALE A GRECCIO<br />
Il 15 agosto 1222 nella piazza maggiore di Bologna si trovava Tommaso,<br />
arcidiacono di Spalato in Dalmazia, e poi vescovo della stessa città, che in quel tempo era<br />
studente a Bologna. Egli scrive una sua testimonianza importante nella Historia<br />
Pontificum Salonitanorum et Spalatensium (1266), in cui descrive una predica che<br />
<strong>Francesco</strong> avrebbe tenuto in quel giorno:<br />
Mi trovavo, in quell’anno (1222) allo Studio di Bologna ed ho potuto ascoltare,<br />
nella festa dell’Assunzione della beata Madre di Dio, il sermone che san <strong>Francesco</strong> tenne<br />
sulla piazza antistante il palazzo <strong>com</strong>unale, ove era confluita, si può dire, quasi tutta la<br />
città. Questo era il tema prescelto: “Gli angeli, gli uomini, i demoni”. Parlò con tanta<br />
chiarezza e proprietà di queste tre specie di creature razionali, che molte persone dotte,<br />
che l’ascoltavano, furono piene di ammirazione per quel discorso di un uomo illetterato.<br />
E tuttavia, non aveva stile di uno che predicasse ma di conversazione. In realtà, tutta la<br />
sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di<br />
nuovi patti di pace. Portava un abito dimesso: la persona era spregevole, la faccia senza<br />
bellezza. Eppure, Dio conferì alle sue parole tale efficacia, che molte famiglie signorili,<br />
tra le quali il furore irriducibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo<br />
spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace. Grandissime poi erano la<br />
riverenza e la devozione della folla, al punto che uomini e donne si gettavano alla rinfusa<br />
su di lui con bramosia di toccare almeno le frange del suo vestito o di impadronirsi di un<br />
brandello dei suoi panni (FF 2252).<br />
Bologna era una dei grandi centri universitari dell’Europa medievale, insieme a<br />
Parigi, Oxford, Cambridge, Salamanca, Padova, Napoli, Cologna. Era il centro dello<br />
studio del diritto civile ed ecclesiastico. Sappiamo che i frati avevano una casa a<br />
Bologna, e che frate Bonizo, che aiutò <strong>Francesco</strong> nella stesura della Regola Bollata,<br />
aveva studiato diritto a Bologna. In questo periodo frate Antonio era diventato il primo<br />
lettore di teologia ai frati nello studium di Bologna. In questo centro di cultura <strong>Francesco</strong><br />
annunziò la Parola di Dio con franchezza e semplicità, e ottenne grandi frutti.<br />
Entriamo nel periodo della sua vita in cui, dopo aver rinunziato al governo<br />
dell’Ordine, era più libero per dedicarsi alla predicazione e a momenti lunghi di preghiera<br />
solitaria negli eremi dell’Appennino italiano. Fu questo il periodo della maturazione<br />
della sua scelta di vita, in cui capiva che l’Ordine aveva bisogno di un forte sostegno con<br />
l’aiuto dei frati dotti e anche con una legislazione che poteva rispondere ai bisogni di un<br />
Ordine ormai diffuso un po’ dappertutto.<br />
L’anno 1223 è importante nella storia dell’Ordine, perché segna una tappa<br />
decisiva nella legislazione dei Frati Minori con l’approvazione della Regola Bollata da<br />
parte di Papa Onorio III il 29 novembre 1223. Cerchiamo di dare un quadro sintetico<br />
delle vicende che ac<strong>com</strong>pagnarono la stesura e la conferma della Regola, che doveva<br />
rimanere <strong>com</strong>e il progetto definitivo di vita evangelica di <strong>Francesco</strong> e dei suoi frati.<br />
La stesura della Regola Bollata viene fatta all’eremo di Fonte Colombo nella<br />
prima metà del 1223. <strong>Francesco</strong> vi ritirò con frate Leone e frate Bonizo da Bologna,<br />
esperto nel diritto civile e canonico. Secondo <strong>San</strong> Bonaventura, che cerchiamo di seguire<br />
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