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Vita San Francesco - I-tau.com

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musulmani. Diciamo subito che la prima testimonianza di questa presunta visita in Terra<br />

<strong>San</strong>ta viene data da Angelo Clareno nella Chronica seu Historia Septem Tribulationum<br />

Ordinis Fratrum Minorum, <strong>com</strong>posta nel 1323-1325. Oltre alla data tardiva di questa<br />

fonte, sappiamo che nel 1220 i cristiani non potevano entrare in Terra <strong>San</strong>ta. Era soltanto<br />

tra il 1229 e il 1244, con un trattato di pace che Federico II di Svevia fece con Malik-al-<br />

Kamil, che Gerusalemme fu ridata per 15 anni ai cristiani. In quel periodo sappiamo che<br />

i Frati Minori avevano il loro primo convento a Gerusalemme, vicino alla quinta stazione<br />

della Via Crucis. Ma certamente non nel 1220. Oltrettutto c’è una lettera di Onorio III<br />

scritta al cardinale Pelagio il 24 luglio 1217 che proibisce esplicitamente, sotto pena di<br />

s<strong>com</strong>unica, a tutti i cristiani di accedere ai Luoghi <strong>San</strong>ti, perché per entrare nella basilica<br />

del <strong>San</strong>to Sepolcro, che era chiusa e senza ufficiatura, si doveva versare una forte somma<br />

di denaro ai Saraceni.<br />

Come sono andate veramente le cose? Sembra che, alla fine di settembre 1219,<br />

<strong>Francesco</strong> ha dovuto terminare il suo soggiorno in Egitto e tornare in Italia. La ragione è<br />

molto semplice. Abbiamo la testimonianza di frate Giordano da Giano nella sua<br />

Cronaca, che spiega <strong>com</strong>e <strong>Francesco</strong> non poteva restare a lungo in Oriente:<br />

Nell’anno tredicesimo della conversione (<strong>Francesco</strong>) affrontò i pericoli<br />

inevitabili del mare per giungere tra gli infedeli e si recò al Sultano. Ma prima di<br />

giungere da lui, subì molte ingiurie e offese, e non conoscendo la loro lingua, gridava tra<br />

le percosse: “Soldan, soldan!” E così fu condotto da lui e fu onorevolmente ricevuto e<br />

curato molto umanamente nella sua malattia. Ma poiché presso di loro non poteva<br />

portare frutto, si dispose a partire; e, per ordine del Sultano, fu ac<strong>com</strong>pagnato con<br />

scorta armata fino all’esercito dei cristiani, che allora assediavano Damiata.<br />

Nel disporsi a passare il mare in <strong>com</strong>pagnia del beato Pietro Cattanio, esperto di<br />

diritto e maestro di legge, il beato <strong>Francesco</strong> aveva lasciato due vicari: frate Matteo da<br />

Narni e frate Gregorio da Napoli. Stabilì Matteo a <strong>San</strong>ta Maria della Porziuncola,<br />

perché risiedendovi potesse ricevere quanti dovevano essere accolti all’Ordine, e<br />

Gregorio perché, girando per l’Italia, confortasse i frati (FF 2332-2333).<br />

Il racconto di Giordano continua a spiegare che nell’Ordine ci fu una forte crisi<br />

durante l’assenza di <strong>Francesco</strong>, per colpa di questi due vicari, che mutarono le leggi del<br />

digiuno e aggiungevano nuove norme alla Regola. Un frate laico attraversò il mare per<br />

avvisare <strong>Francesco</strong> riguardo a queste nuove disposizioni, <strong>com</strong>e pure per avvisarlo di altri<br />

abusi. Il beato <strong>Francesco</strong>, presi con sé frate Elia, frate Pietro Cattanio e frate Cesario, -<br />

quello che frate Elia, in qualità di ministro della Siria, aveva ricevuto all’Ordine, <strong>com</strong>e è<br />

stato riferito sopra, - e altri frati, se ne tornò in Italia. (FF 2332-2337).<br />

Tutto questo fa vedere che <strong>Francesco</strong> non indugiò in Oriente. L’Ordine aveva<br />

bisogno di lui. Dobbiamo accettare la tesi di tanti studiosi storici che oggi affermano che<br />

<strong>Francesco</strong> probabilmente tornò in Italia con molti crociati che salparono dall’Egitto per<br />

l’Europa verso la fine di settembre 1219. Il viaggio del ritorno per mare toccò di nuovo<br />

Cipro, Creta e poi la costa adriatica dell’Albania e della Dalmazia, fino a Venezia. Nei<br />

primi mesi del 1220 <strong>Francesco</strong> era tornato in Italia per risistemare gli affari dell’Ordine.<br />

Una nota particolare che tocca la Provincia Francescana Albanese, dove ho<br />

<strong>com</strong>posto questa vita di <strong>San</strong> <strong>Francesco</strong>, è che fu durante il viaggio del ritorno in Italia<br />

che, secondo una tradizione locale, <strong>Francesco</strong> si fosse fermato a Lezhë, da dove prese un<br />

bastone che poi piantò sull’isola della laguna veneta dove oggi sorge il convento di <strong>San</strong><br />

<strong>Francesco</strong> al Deserto, che poi crebbe in un grande albero. A Lezhë la Provincia<br />

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