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Vita San Francesco - I-tau.com

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A Rivotorto è anche ambientato l’episodio di <strong>Francesco</strong> che appare ai frati su un<br />

carro di fuoco, <strong>com</strong>e un nuovo Elia. Una volta che <strong>Francesco</strong> era assente, verso<br />

mezzanotte, mentre alcuni dormivano e altri pregavano fervorosamente in silenzio, entrò<br />

per la porticina della casa un carro di fuoco luminosissimo, che fece due o tre giri per la<br />

stanza; su di esso poggiava un grande globo, che a guisa di sole rischiarò le tenebre<br />

notturne. I frati che vegliavano furono pieni di stupore, quelli che dormivano si<br />

destarono atterriti, sentendosi tutti quanti invasi da quella luce, non solo nel corpo, ma<br />

anche nello spirito. Riunitisi insieme, si domandavano il significato di quel misterioso<br />

fenomeno; ma ecco, per la virtù di tanto fulgore ognuno vedeva chiaramente nella<br />

coscienza dell’altro. Allora <strong>com</strong>presero e furono certi che si trattava dell’anima del<br />

beato padre, raggiante di così grande splendore, e che essa si era meritato da Dio quel<br />

dono straordinario di benedizione e di grazia, soprattutto a motivo della sua purezza e<br />

per la sua sollecitudine paterna verso i suoi figli (1C 47).<br />

Il soggiorno a Rivotorto dovette finire ben presto. Mentre erano nel tugurio,<br />

capitò un giorno che un contadino vi giungesse col suo asinello, e, temendo di essere<br />

cacciato fuori, spinse l’asino dentro il tugurio, incitandolo con queste parole: “Entra,<br />

che faremo un buon servizio a questo ricovero”. <strong>Francesco</strong> nell’udire questo si rattristò,<br />

indovinando il pensiero di quell’uomo: credeva infatti che i frati volessero fermarvisi e<br />

ingrandire la loro abitazione, unendo casa a casa. E subito san <strong>Francesco</strong> abbandonò<br />

quel luogo, a causa delle parole del contadino, per recarsi in un altro non distante,<br />

chiamato Porziuncola, dove, <strong>com</strong>e si disse, tempo prima egli stesso aveva riparato la<br />

chiesa di <strong>San</strong>ta Maria (1C 44).<br />

La chiesetta di <strong>San</strong>ta Maria degli Angeli, o della Porziuncola, era il luogo in cui<br />

<strong>Francesco</strong> aveva scoperto la sua chiamata evangelica. <strong>San</strong> Bonaventura, nella Legenda<br />

Maior, fa vedere l’importanza della Porziuncola nella nascita dell’Ordine dei Frati<br />

Minori:<br />

Nella chiesa della Vergine Madre di Dio dimorava, dunque, il suo servo<br />

<strong>Francesco</strong> e supplicava insistentemente con gemiti continui Colei che concepì il Verbo<br />

pieno di grazia e di verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della<br />

misericordia ottenne con i suoi meriti che lui stesso concepisse e partorisse lo spirito<br />

della verità evangelica (LM III,1).<br />

Tuttavia, anche se <strong>Francesco</strong> poteva andare con i frati a vivere accanto alla<br />

Porziuncola, di fatto, la chiesetta non apparteneva a loro. Era proprietà del monastero di<br />

<strong>San</strong> Benedetto al Monte Subasio. E <strong>Francesco</strong> umilmente chiese non la proprietà, ma il<br />

semplice uso della chiesetta, all’abate di questo possente monastero. La storia ce la<br />

racconta la Compilazione di Assisi.<br />

Vedendo che Dio voleva moltipilicare il numero dei suoi frati, il beato <strong>Francesco</strong><br />

disse loro: “Carissimi fratelli e figlioli miei, vedo che il Signore vuole moltiplicarci. E<br />

perciò mi sembra cosa buona e conveniente a dei religiosi ottenere dal vescovo, o dai<br />

canonici di <strong>San</strong> Rufino o dall’abate del monastero di <strong>San</strong> Benedetto, una piccola chiesa<br />

poverella, dove i frati possano recitare le loro ore, e, accanto a questa, avere solamente<br />

una dimora, piccola anch’essa e povera, costruita con fango e vimini, dove riposare e<br />

attendere a fare le cose loro necessarie. Invero, questo luogo non è conveniente: questa<br />

casa è troppo angusta perché i fratelli vi possano rimanere, dacché al Signore piace<br />

moltiplicarli. Soprattutto poi non abbiamo qui una chiesa, dove i fratelli possano<br />

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