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<strong>San</strong> Bonaventura, nella Legenda Maior, dipende dal Celano. Tuttavia aggiunge<br />
dei dettagli interessanti, che fanno vedere che egli ha cercato di indagare personalmente<br />
sull’acaduto. Troviamo, per esempio, il nome del frate che ac<strong>com</strong>pagna <strong>Francesco</strong> dal<br />
Sultano, e cioè frate Illuminato da Rieti, che egli ha personalmente incontrato. Da lui ha<br />
avuto delle particolari che riporta nella sua LM. I due frati incontrano due pecorelle che<br />
li fanno ricordare le parole del Vangelo: “Ecco, vi mando <strong>com</strong>e agnelli in mezzo ai lupi”<br />
(Mt 10,16). Tutto il brano di LM IX,7-9 deve essere letto nel contesto del titolo del<br />
capitolo: “Fervore di carità e desiderio del martirio”. Per questa ragione Bonaventura,<br />
ancor più di Celano, insiste sui maltrattamenti che <strong>Francesco</strong> e Illuminato subiscono<br />
prima di essere ammessi alla presenza del Sultano. Da notare che nessuno dei cronisti<br />
della crociata che abbiamo appena citato menziona una persecuzione diretta contro<br />
<strong>Francesco</strong> da parte dei Saraceni. Bonaventura dice che <strong>Francesco</strong> va dal Sultano<br />
esplicitamente per convertirlo, anche se non riesce in questo proposito. Anche qui,<br />
abbiamo uno sviluppo di interpretazione che non si incontra nei brani precedenti. Pure di<br />
Bonaventura è la prova del fuoco che <strong>Francesco</strong> propone di fronte al Sultano. Tutti<br />
questi dettagli sono uno sviluppo ulteriore sul nucleo storico che abbiamo visto più sopra.<br />
Arriviamo agli Actus Beati Francisci et Sociorum Eius, scritti da Ugolino di<br />
Monte <strong>San</strong>ta Maria (Montegiorgio) tra il 1327-1337, al capitolo 27, che parla di <strong>com</strong>e<br />
<strong>Francesco</strong> va dal Soldano di Babilonia e lo converte alla fede cristiana. La traduzione e<br />
adattamento di questo brano nel dialetto Toscano dei Fioretti 24 è quanto mai simile a<br />
quella degli Actus. Notiamo subito in questi brani degli elementi abbastanza leggendari.<br />
Il racconto usufruisce di elementi storici e fantastici, con la storia della donna Saracena<br />
che voleva sedurre <strong>San</strong> <strong>Francesco</strong> e con la conclusione del Sultano che riceve il battesimo<br />
prima di morire. Interessante anche è il dettaglio che il Sultano diede a <strong>Francesco</strong> un<br />
signaculum (un segno, o firmano) per transitare tranquillamente nel suo regno. Tutto il<br />
racconto da l’impressione che <strong>Francesco</strong> sia rimasto nel regno dei Saraceni per un tempo<br />
assai lungo.<br />
Gli storici Francescani hanno cercato di capire esattamente che cosa fosse<br />
accaduto durante il soggiorno di <strong>Francesco</strong> dal Sultano. Abbiamo degli indizi abbastanza<br />
chiari dalle cronache che abbiamo citato. <strong>Francesco</strong> è certamente andato dal Sultano e ha<br />
predicato la fede cristiana davanti a lui. Tuttavia non è riuscito a <strong>com</strong>piere un gran che<br />
riguardo alla conversione dei Saraceni, anche se il Sultano lo accolse con benevolenza e<br />
rimase colpito particolarmente dalla sua povertà e semplicità. Quando <strong>Francesco</strong> vide<br />
che lo scopo della sua visita fu raggiunto, fece ritorno al campo crociato. In altre parole,<br />
stette per poco tempo dal Sultano.<br />
Tutto questo va molto d’accordo con quanto dicono i cronisti della quinta<br />
Crociata, e cioè che <strong>Francesco</strong> andò dal Sultano in un momento favorevole, durante la<br />
tregua di settembre 1219. Di fatto, i Crociati entrarono vittoriosi nella città di Damiata il<br />
5 novembre 1219. Trovarono la città ridotta agli estremi con la fame e la peste, e<br />
<strong>com</strong>pirono una strage degli abitanti. Il cardinale Pelagio programmò il suo solenne<br />
ingresso nella città per il giorno 2 febbraio 1220. Alcuni storici, <strong>com</strong>e Arnaldo Fortini,<br />
hanno detto che <strong>Francesco</strong> fu presente durante la resa di Damiata e durante l’ingresso dei<br />
cristiani nella città. Oggigiorno questo dato storico è molto discusso.<br />
Pure dubbioso è il fatto di <strong>Francesco</strong> che, secondo la tradizione francescana, dopo<br />
aver lasciato il Sultano, si reca nei suoi territori portando il signaculum che gli aveva<br />
dato, con l’intento di visitare i Luoghi <strong>San</strong>ti che erano interdetti ai cristiani dai<br />
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