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cinquemila fratelli, molti di questi, sapienti e istruiti, dissero al cardinale Ugolino, il<br />
futuro Gregorio IX, presente al capitolo, che persuadesse il beato <strong>Francesco</strong> a seguire i<br />
consigli dei frati dotti e a lasciarsi qualche volta guidare da loro. Facevano riferimento<br />
alle regole di san Benedetto, sant’Agostino e san Bernardo, che prescrivono questa e<br />
quest’altra norma al fine di condurre una vita religiosa ben ordinata.<br />
Il beato <strong>Francesco</strong> allora, udita l’esortazione del cardinale su tale argomento, lo<br />
prese per mano e lo condusse davanti all’assemblea capitolare, e così parlò ai frati:<br />
“Fratelli, fratelli miei. Dio mi ha chiamato per la via dell’umiltà e mi ha mostrato la via<br />
della semplicità. Non voglio quindi che mi nominiate altre regole, né quella di<br />
sant’Agostino, né quella di san Bernardo o di san Benedetto. Il Signore mi ha detto che<br />
questo egli voleva: che io fossi nel mondo un ‘novello pazzo’: e il Signore non vuole<br />
condurci per altra via che quella di questa scienza! Ma per mezzo della vostra stessa<br />
scienza e sapienza Dio vi confonderà. Io ho fiducia nei castaldi del Signore, di cui si<br />
servirà per punirvi. Allora, volenti o nolenti, farete ritorno a vostro vituperio, al vostro<br />
stato”.<br />
Stupì il cardinale a queste parole e non disse nulla, e tutti i frati furono pervasi<br />
da timore (CA 18; SP 68).<br />
Questo fatto dimostra chiaramente la grande tensione che c’era all’interno<br />
dell’Ordine tra i frati letterati e <strong>Francesco</strong>. Si vede che il santo non voleva ammettere<br />
eccezione al progetto di vita evangelica <strong>com</strong>e lui l’aveva concepita. Nello stesso tempo<br />
non si può non capire i sentimenti dei dirigenti dell’Ordine, che vedevano il grande<br />
valore della vita monastica e delle disposizioni di vita conventuale. Il santo dovette, alla<br />
fine, arrendersi a vari sviluppi all’interno dell’Ordine. Ma sul suo progetto evangelico di<br />
vita non si arrese mai, <strong>com</strong>e vedremo parlando del suo Testamento.<br />
I Fioretti, al capitolo 18, parlano in modo trionfalistico “del meraviglioso<br />
Capitolo che tenne santo <strong>Francesco</strong> a <strong>San</strong>ta Maria degli Agnoli, dove furono oltre a<br />
cinquemila frati”. Il racconto è certamente intessuto con elementi di natura leggendaria.<br />
Si dice, per esempio, che partecipò al capitolo san Domenico, e che Ugolino si<br />
meravigliava della vita santa che conducevano i frati ivi raccolti. Ma, oltre a questi<br />
elementi che sono oggetto di discussione, abbiamo la descrizione del nome dato a questo<br />
capitolo, detto appunto “delle stuoie”: Erano in quel campo tetti di graticci e di stuoie, e<br />
distinti per torme, secondo i frati di diverse Provincie; e però si chiamava quel Capitolo,<br />
il Capitolo dei fraticci ovvero di stuoie” (FF 1848). Il racconto riporta anche delle parole<br />
di esortazione che <strong>Francesco</strong> fece davanti a tutti i frati, <strong>com</strong>e anche parla della grande<br />
generosità della gente di Perugia, Spoleto, Foligno, Spello e Assisi, che portarono<br />
un’abbondanza di cibo ai frati raccolti intorno alla Porziuncola.<br />
Il capitolo del 1221 era certamente importante nella vita dell’Ordine. Era il<br />
capitolo che approvò la Regola non bollata. Poi era anche un capitolo che, di nuovo,<br />
diede un forte impulso allo slancio missionario dell’Ordine. Giordano da Giano ci<br />
racconta, con uno stile originale e simpatico, <strong>com</strong>e nel 1221 fu organizzata la spedizione<br />
dei frati in Germania alla quale egli partecipò, pur senza volerlo (Cronaca 17-18: FF<br />
2342-2344). La spedizione era sotto la direzione di fra Cesario da Speyer, e partecipò<br />
anche fra Tommaso da Celano.<br />
Il capitolo del 30 maggio 1221 fu anche l’occasione in cui <strong>Francesco</strong> scelse un<br />
nuovo vicario dopo la morte di Pietro Cattanio, nella persona di frate Elia. Carattere<br />
decisamente controverso nella storia francescana, con notevoli pregi e difetti, Elia è,<br />
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