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Capitolo 8<br />
CHIARA E LE SORELLE POVERE DI SAN DAMIANO<br />
Le Fonti per la vita di <strong>San</strong>ta Chiara sono principalmente Il Processo di<br />
Canonizzazione (Proc) e la Leggenda di <strong>San</strong>ta Chiara (LSC). Il Papa Innocenzo IV<br />
ordinò il suo Processo di Canonizzazione che si celebrò a <strong>San</strong> Damiano nel novembre<br />
1253, appena quattro mesi dopo la morte della santa l’11 agosto dello stesso anno. Chiara<br />
fu canonizzata dal Papa Alessandro IV nella cattedrale di Anagni il 15 agosto 1255. Per<br />
l’occasione il Papa emanò la Bulla di Canonizzazione, che inizia con le celebri parole<br />
Clara, claris praeclara meritis (Chiara, luminosa per chiari meriti). Fu anche <strong>com</strong>posta<br />
la Leggenda di <strong>San</strong>ta Chiara, che alcuni studiosi attribuiscono a frate Tommaso da<br />
Celano.<br />
Non si può parlare di <strong>Francesco</strong> d’Assisi senza un riferimento a sorella Chiara.<br />
Lei ama chiamarsi la pianticella (piccola pianta) di <strong>Francesco</strong> (Testamento S. Chiara,<br />
49). Eppure è molto di più di un semplice <strong>com</strong>plemento femminile alla vocazione<br />
evangelica di <strong>Francesco</strong>. Entra nella vita del santo in modo definitivo nel 1211 o 1212,<br />
ma, in realtà, Chiara aveva un cuore povero già da molto tempo prima.<br />
Nacque nel 1193 ad Assisi, da Favarone di Offreduccio di Bernardino (Proc I,4), e<br />
da Madonna Ortolana. Favarone apparteneva ad una delle famiglie nobili di Assisi, una<br />
famiglia di cavalieri e di maiores, e <strong>com</strong>e tutti i nobili, aveva la casa nei dintorni della<br />
chiesa di <strong>San</strong> Rufino. Di fatto, la casa nobiliare della famiglia Offreduccio si trovava<br />
proprio sulla piazza di <strong>San</strong> Rufino, al lato sinistro guardando la facciata dell’attuale<br />
duomo di <strong>San</strong> Rufino. La prima testimone del Processo, suor Pacifica di Guelfuccio,<br />
afferma che la casa di Chiara si affacciava sulla piazza di <strong>San</strong> Rufino (Proc I,2).<br />
La mamma Ortolana risulta essere stata una donna di grande fede. Della pietà di<br />
Ortolana testimoniano anche i suoi pellegrinaggi a Roma e al santuario dell’arcangelo<br />
<strong>San</strong> Michele sul monte Gargano (Proc XVII,6), e addirittura un pellegrinaggio in Terra<br />
<strong>San</strong>ta (Proc I,4).<br />
Per pregare andò anche a <strong>San</strong> Michele Arcangelo e con fervente devozione visitò<br />
le tombe degli Apostoli (LSC 1).<br />
La Leggenda dice che mentre la donna (Ortolana), gravida e ormai vicina a<br />
partorire, pregava incessantemente il Crocifisso in chiesa, davanti alla croce, che la<br />
salvasse dai pericoli del parto, udì una voce che le diceva: “Non temere, donna, perché<br />
sana e salva dari al mondo una luce, che aggiungerà chiarore alla luce stessa”.<br />
Illuminata da questa profezia, volle che la neonata, rinascendo al fonte battesimale, si<br />
chiamasse Chiara (LSC 2).<br />
La piccola Chiara ricevette una formazione umana e cristiana in casa, secondo la<br />
consuetudine del suo stato nobiliare. Tuttavia, la sua fanciullezza doveva essere maracata<br />
anche con l’esilio dalla sua città natale.<br />
Nel 1198 abbiamo già visto <strong>com</strong>e gli homines populi di Assisi insorsero contro la<br />
classe nobiliare e feudale dei boni homines, e durante l’assenza di Conrad von Urslingen,<br />
distrussero la Rocca e cacciarono via i nobili dalla città. La famiglia di Favarone di<br />
Offreduccio allora dovette lasciare Assisi e si rifugiò a Perugia, almeno fino al 1203. Ne<br />
troviamo eco di queste vicende anche nel Processo di canonizzazione di Chiara, dove un<br />
paio di testimoni affermano di aver conosciuto Chiara fanciulla. Capiamo che il<br />
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