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Vita San Francesco - I-tau.com

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ke lla morte seconda no li farà male (CA 7; SP 123).<br />

<strong>Francesco</strong> ormai era conscio che la fine era imminente, e perciò volle essere<br />

trasportato alla Porziuncola. Voleva morire proprio nel luogo dove aveva iniziato la sua<br />

avventura evangelica.<br />

Sempre durante la sua dimora in quel palazzo, sentendo <strong>Francesco</strong> di peggiorare<br />

di giorno in giorno, si fece portare alla Porziuncola in barella, giacché non avrebbe<br />

potuto cavalcare per l’aggravarsi della sua malattia. Quando i frati che lo portavano<br />

giunsero vicino all’ospedale (il lebbrosario di <strong>San</strong> Salvatore delle Pareti), disse loro di<br />

posare la barella per terra, ma voltandolo, in modo che tenesse il viso rivolto verso la<br />

città di Assisi ... Si drizzò allora un poco sulla lettiga e benedisse Assisi ... Detta che ebbe<br />

questa preghiera, fu trasportato a <strong>San</strong>ta Maria della Porziuncola (CA 5).<br />

Fu così che <strong>Francesco</strong> arrivò alla sua diletta Porziuncola verso le ultime settimane<br />

di Settembre. Alla Porziuncola, dove aveva concepito il suo progetto di vita evangelica,<br />

volle adesso indicare ai frati la sua ultima volontà, cioè il Testamento. Questo documento<br />

autobiografico è di una importanza assoluta per conoscere il vero volto di <strong>Francesco</strong>. Si<br />

potrebbe costruire la vita di <strong>San</strong> <strong>Francesco</strong> partendo dal Testamento. Non a caso che il<br />

Testamento fu sempre un oggetto di discussione e di in<strong>com</strong>prensione nella storia<br />

dell’Ordine, iniziando immediatamente dopo la morte di <strong>Francesco</strong>. Egli stesso scrisse<br />

che il Testamento non era uno scritto legislativo: E non dicano i frati: “Questa è un’altra<br />

Regola”, perché questa è un ricordo, un’ammonizione, un’esortazione e il mio<br />

testamento, che io, frate <strong>Francesco</strong> piccolino, faccio a voi, miei fratelli benedetti, perché<br />

osserviamo più cattolicamente la Regola che abbiamo promesso al Signore (FF 127).<br />

Eppure in ogni momento di crisi e di riforma della storia dell’Ordine Francescano, i frati<br />

mai dimenticarono che non potevano osservare pienamente la Regola bullata se non con<br />

l’aiuto del Testamento. Cerchiamo di individuare nel Testamento i momenti salienti della<br />

vita di <strong>Francesco</strong>, che ormai si volgeva alla fine, ma che ritornavano alla mente del<br />

Poverello <strong>com</strong>e tappe decisive della sua chiamata evangelica e dell’ideale che doveva<br />

abbracciare la incipiente fraternità dei Minori.<br />

Il Testamento si snoda in una serie di quadri. Il primo quadro è quello dei<br />

lebbrosi. <strong>Francesco</strong> ricorda quell’incontro con il lebbroso nel lontano 1205 che aveva<br />

cambiato il suo modo di vivere e di agire. Da quel momento in<strong>com</strong>inciò a vivere in<br />

penitenza: Il Signore dette a me, frate <strong>Francesco</strong>, d’in<strong>com</strong>inciare a fare penitenza così:<br />

quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore<br />

stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò<br />

che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti<br />

un poco e uscii dal mondo (FF 110). Exivi de saeculo (uscii dal mondo). Davanti al<br />

vescovo Guido <strong>Francesco</strong> aveva rinunciato a tutto per guadagnare un Padre nei cieli in<br />

quel rigido inverno del 1206. Aveva <strong>com</strong>inciato a vivere da vero penitente, per essere<br />

l’araldo del gran re.<br />

Ma il cammino era stato duro. Il Signore si era reso presente in tanti altri segni.<br />

Ecco allora il secondo quadro: le chiese. Le povere chiese che egli aveva res<strong>tau</strong>rato con<br />

le proprie mani: <strong>San</strong> Damiano, <strong>San</strong> Pietro della Spina, la Porziuncola. Le chiese in cui<br />

dimorava Cristo, che dal crocifisso di <strong>San</strong> Damiano gli aveva dato un mandato esplicito:<br />

E il Signore mi dette tale fede nelle chiese, che io così semplicemente pregavo e dicevo:<br />

Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero<br />

e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo (FF 111). Era la<br />

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