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Le Considerazioni sulle Stimmate nei Fioretti, e anche altre Fonti, <strong>com</strong>e Celano,<br />
parlano della vicinanza di frate Leone a <strong>Francesco</strong> durante il suo soggiorno su La Verna.<br />
Sappiamo, per esempio, <strong>com</strong>e Leone soltanto aveva il permesso di passare oltre un ponte<br />
di legno sulla fessura del Sasso Spicco per andare da <strong>Francesco</strong> a mezzanotte e pregare il<br />
mattutino. A La Verna Leone ebbe la consolazione di ricevere da <strong>Francesco</strong> una<br />
particolare benedizione, che egli gelosamente custodì nella famosa Chartula, oggi<br />
preservata <strong>com</strong>e reliquia nella basilica inferiore di <strong>San</strong> <strong>Francesco</strong> in Assisi.<br />
Mentre il <strong>San</strong>to era sul monte della Verna, chiuso nella sua cella, un confratello<br />
desiderava ardentemente di avere a sua consolazione uno scritto contenente parole del<br />
Signore con brevi note scritte di proprio pugno da san <strong>Francesco</strong>. Era infatti convinto<br />
che avrebbe potuto superare o almeno sopportare più facilmente la grave tentazione, non<br />
della carne ma dello spirito, da cui si sentiva oppresso. Pur avendone vivissimo<br />
desiderio, non osava confidarsi col Padre santissimo; ma ciò che non gli disse la<br />
creatura, glielo rivelò lo Spirito. Un giorno <strong>Francesco</strong> lo chiama: “Portami – gli dice –<br />
carta e calamaio, perché voglio scrivere le parole e le lodi del Signore, <strong>com</strong>e le ho<br />
meditate nel mio cuore”. Subito gli portò quanto aveva chiesto, ed egli, di sua mano,<br />
scrisse le Lodi di Dio e le parole che aveva in animo. Alla fine aggiunse la benedizione<br />
del frate e gli disse: “Prenditi questa piccola carta e custodiscila con cura sino al giorno<br />
della tua morte” (2C 49).<br />
La Chartula contiene le Lodi di Dio Altissimo e la Benedizione data a frate<br />
Leone, con alcuni annotamenti in inchiostro rosso fatte dallo stesso frate Leone, che sono<br />
la prova di questo fatto. Così scrive Leone sul lato dove si trova la Benedizione di <strong>San</strong><br />
<strong>Francesco</strong>: Il beato <strong>Francesco</strong>, due anni prima della sua morte, fece una quaresima nel<br />
luogo della Verna in onore della beata Vergine madre di Dio e di san Michele arcangelo,<br />
dalla festa dell’assunzione della beata Maria vergine fino alla festa di settembre di san<br />
Michele; e scese su di lui la mano del Signore: dopo la visione e il dialogo con il<br />
Serafino e l’impressione delle stimmate di Cristo nel suo corpo <strong>com</strong>pose queste lodi<br />
dall’altro lato della chartula, scritte di proprio pugno, e rese grazie a Dio per il<br />
beneficio che gli aveva concesso. Sotto il testo della Benedizione (Num 6,24-26), fra<br />
Leone aggiunse: Il beato <strong>Francesco</strong> scrisse con la sua mano questa benedizione per me,<br />
frate Leone. E sotto il segno del Tau cum capite scrisse: Nello stesso modo con la sua<br />
mano fece questo segno ‘<strong>tau</strong> cum capite’.<br />
Dopo la quaresima di <strong>San</strong> Michele <strong>Francesco</strong> scese da La Verna per ritornare alla<br />
Porziuncola. Bonaventura presenta questo evento <strong>com</strong>e una trasfigurazione del corpo di<br />
<strong>Francesco</strong>, che adesso diventa un sacramento del mistero pasquale di Cristo:<br />
Si <strong>com</strong>pì, intanto, il numero dei quaranta giorni che egli aveva stabilito di<br />
trascorrere nella solitudine e sopravvenne anche la solennità dell’arcangelo Michele.<br />
Perciò l’uomo angelico <strong>Francesco</strong> discese dal monte, e portava in sé l’effigie del<br />
Crocifisso, raffigurata non su tavole di pietra o di legno dalla mano di un artefice, ma<br />
disegnata nella sua carne dal dito del Dio vivente (LM XIII,5).<br />
Il viaggio di ritorno alla Porizuncola passava per Borgo <strong>San</strong> Sepolcro, Monte<br />
Casale e Città di Castello. Ormai il santo, mezzo morto, veniva portato su di un asinello<br />
dai frati. Ma le Fonti fanno vedere che <strong>Francesco</strong> diventò ora una predica viva,<br />
presentando il suo stesso corpo stimmatizzato <strong>com</strong>e sacramento di Cristo. Il Trattato dei<br />
Miracoli di Tommaso da Celano parla della stimmatizzazione <strong>com</strong>e un nuovo miracolo,<br />
che può spiegare tutti gli altri miracoli <strong>com</strong>piuti dal santo, particolarmente durante gli<br />
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