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fra le braccia, si alzò e gli rispose: “Per la carica che ricopro dovrei essere umile.<br />
Purtroppo ho un temperamento portato all’ira. Ti prego di perdonarmi”. E così i due si<br />
abbracciarono e baciarono con molta cordialità e affetto (CA 84; SP 101).<br />
Durante tutta la sua vita <strong>Francesco</strong> fu araldo della pace. Riportò la pace nelle città<br />
straziate da lotte intestine, <strong>com</strong>e dimostra molto bene l’episodo quando da Arezzo, per<br />
mezzo di frate Silvestro, cacciò via i diavoli che turbavano la popolazione e incitarono<br />
alla guerra civile (2C 108). Abbiamo già visto i suoi sentimenti di pace quando andò in<br />
Oriente e incontrò il Sultano. Ormai <strong>Francesco</strong> stimmatizzato divenne garanzia di pace e<br />
concordia per la sua città natale, che aveva visto tanto sangue scorrere inutilmente.<br />
Ma <strong>Francesco</strong> era ormai molto malato. Frate Elia, il suo vicario, cercò di<br />
persuaderlo di andare a cercare i rimedi medici necessari per la sua malattia agli occhi.<br />
Con l’aiuto del cardinale Ugolino, riuscì a convincere <strong>Francesco</strong> ad andare a Rieti, dove<br />
dal 23 giugno 1225 fino al 31 gennaio 1226 risiedeva la corte papale, e a cercare i rimedi<br />
dei medici della corte papale.<br />
Si provarono diversi medici con rimedi diversi, ma non se ne fece nulla; allora<br />
<strong>Francesco</strong> si recò a Rieti, dove si diceva dimorasse uno specialista molto esperto per la<br />
cura di quel male. Al suo arrivo fu accolto benevolmente e con amore da tutta la curia<br />
romana, che in quel periodo risiedeva in quella città; ma in modo tutto particolare lo<br />
ricevette con tanta devozione il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia, famoso per<br />
rettitudine e santità di vita (1C 99).<br />
Da Rieti <strong>Francesco</strong> proseguì all’eremo vicino di Fonte Colombo. Lì aspettava<br />
l’arrivo di frate Elia per sottostare ad una operazione agli occhi. Sic<strong>com</strong>e frate Elia non<br />
arrivò in tempo si decise di procedere. <strong>Francesco</strong> dovette subire una dolorosissima<br />
operazione di cauterizzazione agli occhi, nel luglio-agosto 1225, che non soltanto non gli<br />
giovò a nulla, ma che addirittura aggravò la sua situazione già precaria. Il racconto di<br />
questa operazione, nella quale <strong>Francesco</strong> addomestica frate focu perché non lo bruciasse,<br />
è una delle pagine più <strong>com</strong>moventi delle Fonti Francescane.<br />
Al tempo della sua malattia d’occhi, trovandosi costretto a permettere che lo si<br />
curasse, viene chiamato un chirurgo che giunge portando con sé il ferro per<br />
cauterizzare. Ordina che sia messo nel fuoco, sino a che sia tutto arroventato. Il Padre,<br />
per confortare il corpo già scosso dal terrore, così parla al fuoco: “Frate mio fuoco, di<br />
bellezza invidiabile fra tutte le creature, l’Altissimo ti ha creato vigoroso, bello e utile.<br />
Sii propizio a me in quest’ora, sii cortese, perché da gran tempo ti ho amato nel Signore.<br />
Prego il Signore grande, che ti ha creato di temperare ora il tuo calore in modo che io<br />
possa sopportarlo, se mi bruci con dolcezza” (2C 166).<br />
Finita l’orazione, tracciò sul fuoco il segno della croce. Noi che eravamo con lui<br />
fuggimmo, tutti, sopraffatti dalla emozione e dalla pietà; restò con lui soltanto il medico<br />
(CA 86).<br />
Terminata la preghiera, traccia un segno della croce sul fuoco e poi aspetta<br />
intrepido. Il medico prende in mano il ferro incandescente e torrido, mentre i frati<br />
fuggono vinti dalla <strong>com</strong>passione. Il <strong>San</strong>to invece si offre pronto e sorridente al ferro. Il<br />
cautere affonda crepitando nella carne viva, e la bruciatura si estende a poco a poco<br />
dall’orecchio al sopracciglio. Quanto dolore gli abbia procurato il fuoco, ce lo<br />
testimoniano le parole del <strong>San</strong>to, che lo sapeva meglio di tutti. Infatti, quando<br />
ritornarono i frati che erano fuggiti, il Padre disse sorridendo: “Pusillanimi e di poco<br />
coraggio, perché siete fuggiti? In verità vi dico, non ho provato né l’ardore del fuoco né<br />
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