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Il sionismo, lo Stato di Israele, il Medio Oriente

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Guido VALABREGA Ebrei, fascismo, <strong>sionismo</strong> (1974)<br />

finisce con <strong>il</strong> non capire bene chi ha scatenato <strong>il</strong> conflitto, chi sia l'aggressore anche<br />

se si ammette che è <strong>lo</strong> <strong>Stato</strong> d'<strong>Israele</strong> ad avere conquistato determinati territori da<br />

cui deve andarsene.<br />

Se si guarda più in generale la politica romena, poi,<br />

[521] appare abbastanza palese come la crisi nel Me<strong>di</strong>o <strong>Oriente</strong> <strong>di</strong> queste settimane<br />

s'inserisca abbastanza opportunamente in una manovra a largo raggio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>simpegno dall'URSS che Bucarest ha avviato da vari anni: non per nulla in questo<br />

periodo sono tornate a circolare voci per una can<strong>di</strong>datura romena alla successione<br />

<strong>di</strong> U Thant vista <strong>di</strong> buon occhio dagli Stati Uniti, non per nulla <strong>il</strong> <strong>di</strong>battito<br />

all'Assemblea nazionale ha permesso <strong>di</strong> riba<strong>di</strong>re i noti atteggiamenti <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>pendenza: "In ogni caso - ha detto, ad esempio, <strong>il</strong> ministro della Difesa Ion<br />

Ionita - la Romania combatterà a fianco degli altri Stati socialisti contro qualsiasi<br />

aggressore, che <strong>il</strong> Patto <strong>di</strong> Varsavia esista o meno". Più esplicita asserzione circa<br />

l'inut<strong>il</strong>ità e quin<strong>di</strong> la negatività del Patto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa m<strong>il</strong>itare tra i paesi socialisti<br />

europei, pare non fosse stata ancora espressa.<br />

E' evidente, per altro, che <strong>il</strong> conflitto arabo-israeliano, a <strong>di</strong>spetto dei bene o dei<br />

male intenzionati desiderosi <strong>di</strong> tener<strong>lo</strong> chiuso al livel<strong>lo</strong> degli scontri <strong>lo</strong>cali o al<br />

massimo regionali, è servito un poco a tutti come banco <strong>di</strong> prova e strumento per<br />

confermarsi impegnati in determinate <strong>di</strong>rezioni o per tastare l'evolversi della<br />

situazione mon<strong>di</strong>ale. Per ciò che concerne i romeni essi, lungi dall'accostarsi in<br />

modo paralle<strong>lo</strong> alle posizioni <strong>di</strong> de Gaulle, hanno finito con l'avviarsi per una<br />

<strong>di</strong>rezione specularmente opposta: la Francia <strong>di</strong> de Gaulle ha guardato all'est e s'è<br />

affiancata, nella presente contingenza, alle tesi sovietiche; la Romania <strong>di</strong> Ceausescu,<br />

<strong>di</strong>sdegnati sempre più nettamente <strong>il</strong> modo e la sostanza delle posizioni dell'URSS, si<br />

è volta all'ovest puntando ad un'equi<strong>di</strong>stanza che non ha molto convinto nessuno: o<br />

meglio è stata applau<strong>di</strong>ta dagli israeliani e giu<strong>di</strong>cata con crescente sospetto dagli<br />

arabi.<br />

Sin dove giungerà questa in<strong>di</strong>pendenza romena, rispetto al resto del campo<br />

socialista, è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e preveder<strong>lo</strong>;<br />

[522] certo però che la mancanza d'una frontiera con Stati capitalistici e l'esistenza<br />

del<strong>lo</strong> sbocco sul mar Nero sono fattori che da un lato impe<strong>di</strong>scono all'URSS <strong>di</strong><br />

nutrire soverchi timori dal punto <strong>di</strong> vista strategico-m<strong>il</strong>itare e quin<strong>di</strong> non<br />

impongono l'urgenza <strong>di</strong> drastici interventi (oggi poi particolarmente <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i),<br />

dall'altro garantiscono alla Romania una larga possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> scambi e movimento a<br />

prescindere da qualsiasi ritorsione sovietica. La Romania - nella sua spregiu<strong>di</strong>cata<br />

ricerca del nuovo - appare in una botte <strong>di</strong> ferro, tanto è vero che gli altri Stati<br />

socialisti hanno finito con <strong>il</strong> far finta <strong>di</strong> niente al susseguirsi delle trovate.<br />

Ritornando al Me<strong>di</strong>o <strong>Oriente</strong>, <strong>il</strong> succo delle posizioni romene consiste nell'aver<br />

accentuato uno dei due elementi sostanziali che si trovano nella politica sovietica: se<br />

si finisce infatti col sopravvalutare <strong>il</strong> rispetto dell'in<strong>di</strong>pendenza dei singoli Stati,<br />

rifiutandosi <strong>di</strong> verificare quanto può esservi <strong>di</strong> nazionalistico ed aggressivo ed<br />

infondato nelle <strong>lo</strong>ro richieste, se ci si affida alla semplice buona vo<strong>lo</strong>ntà delle parti in<br />

causa per la risoluzione delle controversie, senza voler controllare i moventi <strong>di</strong><br />

classe che possono spingere in talune <strong>di</strong>rezioni, se per l'instaurazione d'un'era <strong>di</strong><br />

coesistenza pacifica si fa maggiore affidamento sulla libertà che deve essere<br />

concessa a ciascuno <strong>Stato</strong> nel riven<strong>di</strong>care i propri <strong>di</strong>ritti, più che sul<strong>lo</strong> sforzo <strong>di</strong> ogni<br />

<strong>Stato</strong> per impegnarsi a sottomettersi all'interesse generale, ci si ritrova pari pari a<br />

quella visione pacifista dell'assetto internazionale che fece <strong>il</strong> suo fallimento non già<br />

nel 1938, ma, come s'è detto, nel 1914. E se anche può darsi che per qualche <strong>Stato</strong>, <strong>il</strong><br />

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