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Il sionismo, lo Stato di Israele, il Medio Oriente

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Guido VALABREGA Ebrei, fascismo, <strong>sionismo</strong> (1974)<br />

nascose mai l'intenzione <strong>di</strong> voler creare uno <strong>Stato</strong> ebraico, senza spartizioni<br />

artificiose o accor<strong>di</strong> moralmente troppo impegnativi. <strong>Il</strong> partito <strong>di</strong>ventò ben presto<br />

consapevole delle sue possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> influire sull'Organizzazione sionistica e nel<br />

mondo<br />

[397] dell'alta politica e <strong>di</strong>menticò le sue origini modeste e proletarie; facendo leva<br />

sui sentimenti nazionalistici e borghesi <strong>di</strong>chiarava apertamente: «Ciò che ci è<br />

necessario è <strong>il</strong> potere statale nei confini della Terra d'<strong>Israele</strong>» ( 120 ); oppure precisava<br />

così la sua visione del socialismo: «Se noi siamo dei sionisti socialisti, non dobbiamo<br />

lasciarci dominare da ogni tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> scarso va<strong>lo</strong>re, so<strong>lo</strong> [...] perché è circondata<br />

da una falsa aureola <strong>di</strong> rivoluzione. Noi dobbiamo considerare i va<strong>lo</strong>ri del presente e<br />

quelli del passato con i nostri occhi». ( 121 )<br />

Con tali affermazioni ogni programma <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione statale socialista, ogni<br />

speranza d'adeguare alle esigenze dei lavoratori <strong>il</strong> futuro or<strong>di</strong>namento del<strong>lo</strong> <strong>Stato</strong>,<br />

ogni <strong>il</strong>lusione <strong>di</strong> far progre<strong>di</strong>re parallelamente le pressioni rivoluzionarie e la <strong>lo</strong>tta<br />

d'in<strong>di</strong>pendenza, erano morti e seppelliti.<br />

I motivi per cui <strong>il</strong> MAPAI riuscì a sottrarsi ad ogni impegno nei confronti del<br />

proletariato sono molteplici e possono farsi risalire alla situazione complessiva del<br />

paese. In primo luogo so<strong>lo</strong> una piccola parte dei lavoratori ebrei socialisti immigrò<br />

in Palestina, quin<strong>di</strong> so<strong>lo</strong> nel breve periodo del fiorire della Legione del lavoro ebbe<br />

modo <strong>di</strong> concretarsi uno schieramento politico capace <strong>di</strong> far emergere le vere istanze<br />

<strong>di</strong> classe. In secondo luogo i movimenti socialisti-sionisti in polemica con <strong>il</strong> MAPAI,<br />

qualle ad esempio la Giovane Guar<strong>di</strong>a, proprio in quanto sionisti, non riuscivano a<br />

svincolarsi da influssi nazionalisti o contrari ai <strong>lo</strong>ro interessi proletari e quin<strong>di</strong><br />

l'opposizione al MAPAI s'esauriva e si spezzava nelle <strong>lo</strong>ro stesse mani. In terzo luogo<br />

<strong>il</strong> MAPAI s'accaparrò l'appoggio massiccio dell'Organizzazione<br />

[398] sionista che aveva bisogno d'un grande partito popolare che attraesse le vaste<br />

masse, e che eventualmente si <strong>di</strong>chiarasse anche socialista, ma <strong>il</strong> cui socialismo<br />

fosse sicuramente controllab<strong>il</strong>e, nazionale e formale. Da tali pregiu<strong>di</strong>ziali scaturì un<br />

partito vivace e moderno, che a volte <strong>di</strong>fese e aiutò i lavoratori, ma esclusivamente<br />

nella misura in cui le <strong>lo</strong>ro richieste non superassero quanto <strong>il</strong> movimento sionista<br />

nel suo insieme era <strong>di</strong>sposto a concedere.<br />

L'alleanza stab<strong>il</strong>ita nel 1930 tra Unione del lavoro e Giovane Operaio non fu<br />

dunque un semplice rafforzamento quantitativo, bensì comportò un mutamento<br />

qualitativo: da raggruppamenti incerti e soggetti a influenze mutevoli, si passò ad un<br />

carrozzone <strong>di</strong> grosse proporzioni, rotto a tutti gli intrighi, che si giovò <strong>di</strong> tutte le<br />

osc<strong>il</strong>lazioni ideo<strong>lo</strong>giche in senso strumentale per attrarre e conquistare alla sua<br />

politica.<br />

Politica che, in seguito alla perico<strong>lo</strong>sa lezione rappresentata dal tentativo<br />

rivoluzionario della Legione del lavoro, si tradusse in <strong>di</strong>spotismo <strong>il</strong>luminato <strong>di</strong> certi<br />

ceti e gruppi sulla massa dei lavoratori: <strong>lo</strong> scopo essenziale fu <strong>di</strong> evitare che i<br />

sindacati, le agitazioni operaie, le critiche organizzate, le richieste d'or<strong>di</strong>ne morale e<br />

ideale si proponessero un'azione «estremistica» capace <strong>di</strong> minacciare inversioni <strong>di</strong><br />

tendenza e risultati netti. Anche per tali ragioni, per prevenire <strong>il</strong> perico<strong>lo</strong> che<br />

sorgessero aspirazioni troppo avanzate e incontrollab<strong>il</strong>i, si ricorse alla retorica e al<br />

sentimentalismo per nascondere le vere ansie ed i veri travagli del proletariato, la<br />

120 D. Ben Gurion, in Hechaluz, anno I<strong>Il</strong>, n. 17, 23 maggio 1948.<br />

121 B. Kaznelson, in Hechaluz, anno I, n. 5, 28 agosto 1946.<br />

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