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Il sionismo, lo Stato di Israele, il Medio Oriente

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Guido VALABREGA Ebrei, fascismo, <strong>sionismo</strong> (1974)<br />

sottofondo è precisamente questo: forse gli Stati arabi avanzati sono <strong>di</strong>venuti<br />

consapevoli dell'esigenza d'un più organico collegamento con i paesi socialisti?<br />

Forse dalla sconfitta m<strong>il</strong>itare nascerà l'esigenza d'un "serrate le f<strong>il</strong>e" e d'un<br />

accostamento meglio definito al b<strong>lo</strong>cco sovietico? Evidentemente, poi, tale b<strong>lo</strong>cco si<br />

<strong>di</strong>mostra assai meno monolitico ed assai più flessib<strong>il</strong>e e ag<strong>il</strong>e che in passato: se c'è<br />

quin<strong>di</strong> questa necessità <strong>di</strong> appoggiarsi ad esso, se l'insi<strong>di</strong>a d'una eversione interna e<br />

d'una aggressione esterna possono richiedere misure <strong>di</strong> collegamento più<br />

sostanziose,<br />

[509] questo non vorrebbe <strong>di</strong>re, come sembrava un tempo, necessità <strong>di</strong> far<br />

scomparire la propria fisionomia e <strong>di</strong> antipatici e poco ut<strong>il</strong>i spunti <strong>di</strong><br />

snazionalizzazione. Perche, <strong>di</strong> conseguenza, dalla complessa crisi attuale, non<br />

dovrebbe nascere un allargamento, anche se non schematico e <strong>di</strong>chiarato, del campo<br />

socialista? Perche le misure annunziate da Nasser nel suo <strong>di</strong>scorso del 23 luglio sulle<br />

correzioni da apportare all'Unione Socialista e sul rinnovamento <strong>di</strong> uomini in genere<br />

nelle alte cariche dell'amministrazione egiziana, non possono preludere ad una<br />

svolta che avvicini i meto<strong>di</strong> della gestione del<strong>lo</strong> <strong>Stato</strong> e la qualità delle sue<br />

organizzazioni politiche a quelle sovietiche?<br />

Sono questi interrogativi ai quali non è fac<strong>il</strong>e dare risposte nette perche so<strong>lo</strong> <strong>il</strong><br />

tempo e <strong>lo</strong> scioglimento graduale <strong>di</strong> tutta una serie <strong>di</strong> incertezze potranno portare<br />

ad un reale chiarimento. E però l'azione sovietica nei confronti degli Stati arabi più<br />

avanzati appare piuttosto precisa nei termini generali: sostenere al massimo <strong>il</strong><br />

movimento <strong>di</strong> liberazione e rinovamento arabo, ma evitare i rischi d'una<br />

conflagrazione più ampia; recare <strong>il</strong> più ampio soccorso possib<strong>il</strong>e, ma tentando <strong>di</strong><br />

non <strong>di</strong>sperder<strong>lo</strong> e <strong>di</strong> amministrar<strong>lo</strong> accortamente; condannare senza esitazione gli<br />

aggressori israeliani sottolineando la <strong>lo</strong>ro funzione <strong>di</strong> copertura dell'imperialismo,<br />

ma evitare la formazione d'una mentalità da "azioni punitive", vendette e guerre <strong>di</strong><br />

sterminio. Se questi appaiono i criteri <strong>di</strong> fondo della politica me<strong>di</strong>o-orientale<br />

sovietica, problema sostanziale rimane quel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vedere se le correnti più avvertite<br />

dell'arabismo possono oggi o domani farli propri; nei termini più concreti <strong>il</strong><br />

<strong>di</strong>lemma potrebbe riproporsi così: dalla sconfitta m<strong>il</strong>itare, dalla scoperta della<br />

efficienza israeliana e del ritardo tecno<strong>lo</strong>gico in cui <strong>lo</strong> schieramento degli Stati arabi<br />

si trova con precisi riflessi nel campo degli armamenti e del <strong>lo</strong>ro impiego,<br />

[510] quale conseguenza trarranno i lavoratori arabi ed i <strong>lo</strong>ro <strong>di</strong>rigenti meglio<br />

preparati?<br />

Lasciando da parte un periodo più o meno lungo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni e ripensamenti,<br />

per gli esperti sovietici non paiono aprirsi che due prospettive. O riemergerà <strong>lo</strong><br />

spirito attivistico ed ultranazionalistico che ha contrassegnato la azione araba sino<br />

ad ora e si continuerà ad incanalare la presa <strong>di</strong> coscienza delle popolazioni arabe sui<br />

temi più generici e meno conclusivi. Oppure dalla trage<strong>di</strong>a, dalla sconfitta, dal<br />

moltiplicarsi delle <strong>di</strong>fficoltà scaturirà una consapevolezza nuova: <strong>il</strong> popo<strong>lo</strong> ed i<br />

gruppi <strong>di</strong> governo nella prova veramente dura <strong>di</strong> questi mesi potrebbero raccogliere<br />

tutte le energie per un rinnovato impegno non tanto sul piano m<strong>il</strong>itare quanto per<br />

una informazione più esauriente della realtà e per un reperimento <strong>di</strong> vie <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo<br />

proprio in base alla ricognizione della realtà in cui essi si trovano. E' insomma, non<br />

so<strong>lo</strong> per i sovietici, ma in genere per i comunisti, un periodo questo che dovrà<br />

<strong>di</strong>mostrare come i paesi <strong>di</strong> recente in<strong>di</strong>pendenza dell'area me<strong>di</strong>o-orientale possono<br />

arrivare ad intervenire in maniera adeguata contro le nuovissime forme <strong>di</strong> attacco<br />

co<strong>lo</strong>nialistico: pur con parecchie e serie attenuanti, è infatti evidente che qualcosa <strong>di</strong><br />

importante non ha funzionato se non ai vertici, certo in gangli interme<strong>di</strong> assai<br />

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