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Il sionismo, lo Stato di Israele, il Medio Oriente

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Guido VALABREGA Ebrei, fascismo, <strong>sionismo</strong> (1974)<br />

m<strong>il</strong>itare dell'Unione Sovietica, induce imme<strong>di</strong>atamente a riba<strong>di</strong>re la considerazione<br />

che, per l'URSS ed in genere per i comunisti, quella del Me<strong>di</strong>o <strong>Oriente</strong> sia una crisi<br />

gravissima: non si tratterebbe cioè soltanto <strong>di</strong> una crisi che si connette e s'intreccia<br />

con precise tendenze negative in atto su scala assai più vasta, ma d'una controversia<br />

che potrebbe avviare, senza mezzi termini, sul cammino della terza guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale. Così come ha sostenuto<br />

[495] Kossighin nel suo intervento all' Assemblea Generale dell'ONU del 19 giugno,<br />

quella israeliana sarebbe "un'aperta sfida all'ONU ed alla legge internazionale. <strong>Il</strong><br />

mondo aspetta <strong>di</strong> vedere se l'ONO è in grado <strong>di</strong> respingere l'aggressione. Se oggi non<br />

si dà una risposta alle pretese <strong>di</strong> <strong>Israele</strong>, domani nuovi aggressori gran<strong>di</strong> e piccoli<br />

potranno tentare <strong>di</strong> strappare altri territori ad altri paesi pacifici. <strong>Il</strong> problema<br />

dunque è quel<strong>lo</strong> della guerra e della pace: se questa tendenza non viene fermata,<br />

al<strong>lo</strong>ra <strong>il</strong> risultato sarà - oggi o domani - una grande guerra che non risparmierà<br />

nessuno <strong>Stato</strong>".<br />

Si possono invero dare della polemica arabo-israeliana molte interpretazioni e<br />

però se si tiene al centro dei ragionamenti questo abbastanza comprensib<strong>il</strong>e timore<br />

sovietico (che <strong>il</strong> possesso del Sinai si tramuti in un incitamento al moltiplicarsi degli<br />

impadronimenti territoriali, in una sollecitazione a prendere ciò che fa comodo)<br />

tutta l'ampia gamma d'iniziative avviate nel Me<strong>di</strong>o <strong>Oriente</strong> dal b<strong>lo</strong>cco comunista<br />

acquista piena coerenza: se è in perico<strong>lo</strong> la pace internazionale ogni mezzo per<br />

allentare la tensione deve essere impiegato, ogni insistenza su elementi marginali<br />

che potrebbero <strong>di</strong>stogliere da tale obiettivo <strong>di</strong>viene dannosa e perico<strong>lo</strong>sa. Così, ad<br />

esempio, le pressioni e gli appelli degli ambienti ebraico-sionisti per un<br />

rovesciamento della posi- zione sovietica in nome del riconoscimento del<strong>lo</strong> <strong>Stato</strong><br />

israeliano deciso nel 1948, si rivelano del tutto inconsistenti: dall'ango<strong>lo</strong> visuale<br />

dell'URSS, infatti, che cosa c'entra <strong>il</strong> richiamo alle vicende <strong>di</strong> vent'anni fa e la mai<br />

smentita convinzione del <strong>di</strong>ritto all'esistenza del<strong>lo</strong> <strong>Stato</strong> d'<strong>Israele</strong>, con le iniziative<br />

ultime dei governanti israeliani che hanno messo in movimento tutta l'area me<strong>di</strong>oorientale<br />

e a repentaglio la pace sull'intero g<strong>lo</strong>bo terrestre? Anche in questa pretesa<br />

egocentrica israeliana <strong>di</strong> "sistemare" i problemi<br />

[496] in sospeso a colpi <strong>di</strong> revolver e, <strong>di</strong> contro, nella coscienza che oggi quando si<br />

preme <strong>il</strong> gr<strong>il</strong>letto le ripercussioni sono enormi e gli affari delimitati perdono <strong>il</strong> <strong>lo</strong>ro<br />

contorno e si tramutano in vertenze assai più gran<strong>di</strong> ed aggrovigliate, c'è, dunque,<br />

una profonda <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> metodo che contrad<strong>di</strong>stingue singolarmente l'approccio<br />

comunista ai quesiti del Me<strong>di</strong>o <strong>Oriente</strong>.<br />

A questo punto, comunque, apparirebbe necessaria una ricostruzione delle<br />

specifiche prese <strong>di</strong> posizione sovietiche nei confronti dei paesi arabi, almeno per<br />

quanto concerne gli ultimi anni: so<strong>lo</strong> in questo modo - affiancando ai risultati della<br />

ricerca storico-ideo<strong>lo</strong>gica i dati dell'azione politica effettiva - si potrebbero infatti<br />

riscontrare esaurientemente svolte, ripensamenti e fenomeni <strong>di</strong> insistente coerenza.<br />

Ci si accontenti però d'un semplice richiamo, giacché un'indagine approfon<strong>di</strong>ta<br />

condurrebbe inevitab<strong>il</strong>mente fuori tema: d'altronde le mosse sovietiche nel Me<strong>di</strong>o<br />

<strong>Oriente</strong> sono state sovente investigate ed in modo serio e documentato e a tali<br />

indagini ci pare più <strong>lo</strong>gico rinviare <strong>il</strong> lettore. ( 132 ) In breve la presenza sovietica nel<br />

bacino orientale del Me- <strong>di</strong>terraneo, che aveva cominciato ad acquistare un minimo<br />

<strong>di</strong> consistenza so<strong>lo</strong> dopo <strong>il</strong> 1945, ha attraversato sostanzialmente due fasi: fin verso<br />

132 Si veda, ad es., H. Carrère d'Encausse, «L'URSS et le Moyen Orient» in Orient, n. 37, 1er trimestre<br />

1966.<br />

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