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Il sionismo, lo Stato di Israele, il Medio Oriente

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Guido VALABREGA Ebrei, fascismo, <strong>sionismo</strong> (1974)<br />

Sostanzialmente tre sono i movimenti che costituiscono la maggioranza<br />

numerica e la parte ideo<strong>lo</strong>gicamente più valida della sinistra siriana: in primo luogo<br />

<strong>il</strong> partito comunista, che sorto negli anni '20, ha una r<strong>il</strong>evante consistenza ed<br />

atticolazione ed un ricco passato <strong>di</strong> <strong>lo</strong>tte ed esperienze, <strong>il</strong> movimento nasseriano,<br />

particolarmente forte tra i m<strong>il</strong>itari, ed <strong>il</strong> Partito socialista della rinascita araba<br />

(Baath), nel quale confluiscono per un insieme <strong>di</strong> motivi, intellettuali citta<strong>di</strong>ni,<br />

conta<strong>di</strong>ni ed artigiani ed un cospiquo numero <strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari. Ora, un compito <strong>di</strong><br />

eccezionale importanza doveva in questi ultimi tempi svolgere proprio quest'ultimo<br />

partito: <strong>di</strong> origine composita, ideo<strong>lo</strong>gicamente portavoce delle tre parole d'or<strong>di</strong>ne<br />

(nazionalismo, unità panaraba, riforme economiche)<br />

[477] che maggiore presa hanno nell'opinione pubblica, incoerente e generico nella<br />

sostanza, aperto alle pressioni <strong>di</strong> sinistra quanto a quelle <strong>di</strong> destra, proprio a<br />

contatto con la realtà del paese, con i problemi irrisolti, con gli insuccessi clamorosi<br />

<strong>di</strong> talune sue iniziative, che maggiormente avrebbero dovuto contribuire a dargli<br />

una fisionomia originale, <strong>il</strong> Baath ha finito con l'essere <strong>lo</strong> strumento per aprire una<br />

pagina nuova nella storia del paese.<br />

Un partito che probab<strong>il</strong>mente in Europa, per quel<strong>lo</strong> che potrebbe definirsi un<br />

estremismo avventuristico picco<strong>lo</strong>-borghese, sarebbe caduto preda dei gruppi<br />

capitalistici e avrebbe finito con <strong>il</strong> <strong>di</strong>venire doc<strong>il</strong>e mezzo per <strong>di</strong>ffondere confusione e<br />

in sostanza per frenare e b<strong>lo</strong>ccare i fermenti innovatori sparsi un pò dovunque,<br />

nell'ambiente me<strong>di</strong>o-orientale ha avuto una sorte assai <strong>di</strong>versa. E' mancata anzitutto<br />

la pressione d'una grande borghesia siriana - poiche una grande borghesia <strong>di</strong> fatto<br />

ancora non esiste - che potesse catturar<strong>lo</strong> a <strong>di</strong>fesa dei propri interessi; la situazione<br />

effettiva del paese e del mondo arabo, così ricca <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni e <strong>di</strong> cariche<br />

rivoluzionarie, ha impe<strong>di</strong>to inoltre un completo scivolamento sulla destra; l'ala<br />

sinistra, infine, attiva e consistente nell'interno del Baath, ha finito col prevalere e<br />

con <strong>il</strong> provocare una conversione d'in<strong>di</strong>rizzi d'estremo interesse.<br />

Per circa tre anni - dal marzo 1963 al febbraio 1966 - una polemica sorda s'è<br />

infatti svolta all'interno dal Baath, con frequenti sussulti nel paese e nelle forze<br />

armate, con tentativi <strong>di</strong> contatto con l'Occidente da parte degli elementi più<br />

moderati ed al<strong>lo</strong> stesso tempo, con accentuazioni, a volte estremistiche, nel<br />

programma <strong>di</strong> nazionalizzazione dell'economia nazionale. Così, tanto per mettere in<br />

evidenza <strong>il</strong> clima quasi paradossale instauratosi nel '65-'66 a Damasco, merita <strong>di</strong><br />

ricordare che quasi al<strong>lo</strong> stesso tempo da un lato<br />

[478] <strong>il</strong> leader del Partito comunista siriano Khaled Baghdash scriveva per <strong>il</strong><br />

numero del marzo 1965 della Nouvelle revue internazionale, un artico<strong>lo</strong><br />

sostanzialmente d'appoggio alle misure nazionalizzatorie appena adottate, pur<br />

sottolineando l'esigenza <strong>di</strong> confrontarle con un in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> politica generale<br />

omogeneo con esse, dall'altro, Salah al-Bitar che <strong>di</strong> lì a poco sarebbe <strong>di</strong>venuto capo<br />

del governo, si dava da fare a sottolineare l'assoluto <strong>di</strong>stacco del socialismo del<br />

Baath dal marxismo, la sua piena «arabicità», la completa identità tra nazionalismo<br />

e rivoluzione, inventando la nuova formula, del tutto evasiva, del «nazionalismo<br />

rivoluzionario arabo» .<br />

Dopo la sconfitta del 23 febbraio 1966 dell'ala destra del Baath (anch'essa in<br />

verità, non unitaria ma articolata in varie correnti, ed alla testa della quale si<br />

trovavano Bitar, Aflak e Hurani) e dei m<strong>il</strong>itari ad essa alleati (el-Hafez, Omrane), <strong>il</strong><br />

terzo congresso regionale del Baath (20-30 settembre '66) e <strong>il</strong> nono congresso interarabo,<br />

vale a <strong>di</strong>re delle sezioni del Baath esistenti nei <strong>di</strong>versi paesi del Me<strong>di</strong>o <strong>Oriente</strong><br />

(tenutosi anch'esso a Damasco dal 5 al 15 ottobre), sancirono la inversione <strong>di</strong><br />

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