Terra e gente 2012 - Comunità Montana Valli del Verbano
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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />
Solo grazie all’importante intervento di sistemazione e restauro promosso<br />
dal Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai), nuovo proprietario <strong>del</strong>la villa, la biblioteca<br />
ritrova infi ne la sua originaria collocazione nei locali <strong>del</strong>la villa e viene<br />
parimenti portato a compimento l’indispensabile intervento di catalogazione<br />
dei libri che ha consentito di mappare la fi sionomia <strong>del</strong> fondo librario, svelandone<br />
la consistenza e fornendo un importante strumento per le future ricerche.<br />
Se quello preso in esame rappresenta il caso di una biblioteca privata, la<br />
formazione <strong>del</strong> quadro istituzionale <strong>del</strong>le biblioteche italiane <strong>del</strong>lo Stato si determina<br />
entro la fi ne <strong>del</strong> XIX secolo. All’alba <strong>del</strong>l’unità <strong>del</strong> paese le biblioteche<br />
sono inquadrate nella categoria dei tesori <strong>del</strong>la nazione, grazie all’insieme numerico<br />
e alla ricchezza storico-documentaria di un patrimonio che numerosi<br />
paesi ci invidiano. La realtà italiana è stata per questo fortemente condizionata<br />
dalla naturale identifi cazione tra biblioteca e centro di conservazione di grandi<br />
fondi storici costituiti da testi antichi e manoscritti. Storicamente, la rilevanza<br />
<strong>del</strong> patrimonio pubblico custodito, fonda le sue radici anche nella soppressione<br />
di ordini ed istituzioni religiosi nel XVIII e poi degli stati preunitari nella seconda<br />
metà <strong>del</strong>l’Ottocento che determinarono un processo di convogliamento<br />
di grandi nuclei librari nelle biblioteche pubbliche. Dall’analisi storica, risulta<br />
evidente la disparità tra le energie investite per custodire l’immenso patrimonio<br />
librario e l’impegno per soddisfare le esigenze di lettura <strong>del</strong> pubblico che<br />
andava gradatamente aumentando, portando nuove esigenze.<br />
Per tutto il XIX secolo, nel pensiero e nella norma <strong>del</strong>lo Stato la centralità<br />
viene esclusivamente occupata dalle biblioteche governative (9) che in quegli<br />
anni portano avanti l’attività di ricognizione e riordino <strong>del</strong> patrimonio. I dati<br />
statistici nazionali riportano che nel 1863 i libri posseduti dalle biblioteche<br />
attraverso istituti statali erano più di 4 milioni.<br />
L’importanza <strong>del</strong>la biblioteca intesa come “governativa” è dimostrata dal<br />
fatto che a partire dal 1876, quando viene emanato il primo regolamento<br />
organico <strong>del</strong>le biblioteche pubbliche, fi no al 1967 tutti i regolamenti redatti<br />
prendono in considerazione solo questa tipologia di biblioteca escludendo dal<br />
quadro normativo ogni altra categoria di biblioteca: biblioteche scolastiche,<br />
universitarie e biblioteche pubbliche degli enti locali.<br />
A partire dai primi anni successivi l’unità d’Italia, si fa progressivamente strada<br />
il problema <strong>del</strong>la cessione di talune istituzioni, tra le quali le biblioteche, a<br />
Comuni e Provincie nell’ottica di un maggiore decentramento amministrativo.<br />
Come citato, è comunque necessario aspettare gli anni settanta <strong>del</strong> XX secolo<br />
per la piena attuazione <strong>del</strong>l’ordinamento regionale.<br />
(9) Il primo provvedimento di organizzazione <strong>del</strong> servizio bibliotecario nazionale è costituito<br />
dal R. D. 25 novembre 1869, n. 5368, frutto <strong>del</strong> parere consultivo espresso dalla commissione<br />
presieduta da Luigi Cibrario.<br />
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