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Terra e gente 2012 - Comunità Montana Valli del Verbano

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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />

l’iniziativa sia la convinzione <strong>del</strong>l’importanza di sostenere la diffusione <strong>del</strong>la<br />

cultura tra chi proviene dalle fasce più basse <strong>del</strong>la popolazione e condizione<br />

di partenza è nuovamente una donazione di volumi, questa volta ad opera <strong>del</strong><br />

conte Giuseppe Crivelli.<br />

All’inizio <strong>del</strong> XX secolo si registra un signifi cativo cambio di prospettiva a livello<br />

nazionale grazie al bibliotecario Ettore Fabietti (15) che nel 1917 <strong>del</strong>inea<br />

nitidamente la fi sionomia <strong>del</strong>la nuova biblioteca. L’illustre bibliotecario, confrontandosi<br />

con gli altri paesi europei, propone di parlare non più di “biblioteca<br />

popolare” ma di “biblioteca pubblica”, focalizzando l’attenzione sull’anteposizione<br />

<strong>del</strong> servizio di prestito rispetto al tradizionale ruolo di conservazione<br />

dei fondi librari. Nella visione <strong>del</strong> Fabietti, il nuovo istituto deve essere<br />

costituito per servire a tutti, utilizzato e utilizzabile da tutti, deve insomma<br />

fornire un servizio collettivo pubblico (al pari <strong>del</strong>le free libraries anglosassoni).<br />

Il sostanziale cambiamento di prospettiva consiste nell’offrire un servizio non<br />

più al popolo ma ad un’utenza in via di ampliamento che si identifi cava con<br />

l’intera comunità dei cittadini.<br />

Nello scenario nazionale, data l’estrema capillarità sul territorio, solo i Comuni<br />

sembrano in grado di garantire queste fi nalità, dunque con questo spirito<br />

nasce lo slogan di Fabietti “una biblioteca in ogni Comune d’Italia” (16) .<br />

Si tratta di un motto che non è destinato a rimanere lettera morta; le politiche<br />

nazionali sembrano infatti sostenere questa nuova missione e durante gli<br />

anni <strong>del</strong> regime emerge chiaramente la volontà di promuovere e allo stesso di<br />

controllare la creazione di una diffusione capillare <strong>del</strong>le biblioteche anche se<br />

a livello istituzionale continua ad essere adottata la denominazione di “biblioteca<br />

popolare” (17) .<br />

Negli archivi <strong>del</strong> territorio valcuviano restano alcune tracce <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong><br />

periodo fascista. Nel 1932 (18) il Ministero <strong>del</strong>l’educazione nazionale – Direzione<br />

generale <strong>del</strong>le accademie e biblioteche – richiede all’allora comune di<br />

(15) Fabietti, Ettore (1876-1962) diresse il Consorzio milanese <strong>del</strong>le biblioteche popolari, fondato<br />

nel 1903, autore di numerosi volumi sulle biblioteche popolari, curatore <strong>del</strong>le riviste Bollettino<br />

<strong>del</strong>le biblioteche popolari e La Parola e il libro e collaborò con i grandi editori Arnoldo<br />

Mondadori, Garzanti e Vallardi.<br />

(16) A livello normativo il R.D.L. 2 settembre 1917 n. 1521 stabilisce l’obbligo di istituire una<br />

biblioteca popolare per gli adulti in ogni Comune, disposizione confermata dal T.U. Delle leggi<br />

sulla Finanza locale 14 settembre 1931 n. 1175 che prevede tra le spese obbligatorie quella per<br />

la biblioteca.<br />

(17) Proprio a questo scopo la direzione <strong>del</strong> P.N.F. in Roma promuove in seno all’Associazione<br />

Fascista <strong>del</strong>la Scuola la costituzione di una “Sezione Bibliotecari” che si occupi di promuove la<br />

diffusione e l’incremento di tutte quelle istituzioni che si occupano <strong>del</strong> libro, in particolar modo<br />

<strong>del</strong>le Biblioteche Popolari.<br />

(18) Archivio storico <strong>del</strong> Comune di Cuvio, non riordinato, cart. 103 lettera datata 15 febbraio<br />

1932.<br />

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