Terra e gente 2012 - Comunità Montana Valli del Verbano
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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />
con il pretesto di contenere l’espansionismo grigione e protestante nelle valli<br />
<strong>del</strong>l’Adda e <strong>del</strong>la Mera. La immediata opposizione <strong>del</strong> senato milanese trovò<br />
udienza presso Pio IV per il decisivo sostegno <strong>del</strong> cardinal nepote Carlo Borromeo<br />
che dopo l’insediamento a Milano si oppose anche all’ammissione nei<br />
processi inquisitoriali <strong>del</strong>le denunce anonime, come si usava in Spagna (25) .<br />
L’arcivescovo <strong>del</strong>la Riforma cattolica pretese invece l’esclusiva giurisdizione<br />
sul clero, sui laici che perseguivano fi ni di religione (confraternite, luoghi<br />
pii) e sui loro beni, nonché sulla punizione dei pubblici peccatori (compreso<br />
chi partecipava ai balli e ai tornei nei giorni di festa). Giudicanti in materia,<br />
contro le immunità e consuetudini locali, sarebbero stati i tribunali diocesani,<br />
civile e penale, con polizia armata e proprie prigioni. Le competenze esclusive<br />
in materia di eresia (e stregoneria) furono infi ne riconosciute al tribunale<br />
<strong>del</strong>l’Inquisizione romana, cui il governo locale forniva il braccio secolare per<br />
la polizia e per le esecuzioni, esigendo peraltro la presenza di un proprio rappresentante<br />
ai processi (26) .<br />
Sul confl itto giurisdizionale troppe pagine sono state scritte dopo quelle <strong>del</strong><br />
Formentini per dilungarci ancora. Aggiungeremo soltanto che se la decadenza<br />
di Milano fu scientemente voluta e perseguita dalla Spagna, come Bulferetti<br />
sopra citato ha ben visto in Formentini, è debole l’argomento che mandatario<br />
degli spagnoli fosse un arcivescovo come san Carlo che contrastò il potere regio<br />
in tutti i modi: ricambiato, poiché per una ritorsione non priva di logica gli<br />
fu tolta la rocca di Arona che da decenni era nelle mani dei Borromeo come<br />
fe<strong>del</strong>i feudatari <strong>del</strong> ducato milanese.<br />
Ci chiediamo ora, come promesso, quale effetto ebbe l’episcopato dei due<br />
Borromeo sull’economia e il benessere collettivo <strong>del</strong>lo stato, avviato alla decadenza<br />
che ci è nota nel secolo XVII. Per la verità la crisi viene da Formentini<br />
anticipata al terzo quarto <strong>del</strong> XVI secolo, trovando così nella coincidenza temporale<br />
argomento per ritenere <strong>del</strong>eterio il governo di san Carlo (27) . Né dubita,<br />
il Nostro, che gli effetti perdurassero sotto Gaspare Visconti, nonostante che<br />
questi si mostrasse ben diverso, tanto da rendersi inviso ai «reazionari» (28) e<br />
(25) M. BENDISCIOLI, Politica, amministrazione e religione…, pp. 143 sg., 262 sgg.; D. SELLA, Sotto<br />
il dominio <strong>del</strong>la Spagna…, pp. 67 sgg. M. FORMENTINI I, p. 154 sg., pur riportando la replica <strong>del</strong><br />
Borromeo al re («ecciti e aiuti all’Inquisizione che è già a Milano et che non sia al modo di Spagna<br />
né dipenda da là ma da qua»), gli addebita chissà perché una certa «freddezza».<br />
(26) M. FORMENTINI II, cap. IV, pp. 30 sg.<br />
(27) M. FORMENTINI II, introduzione (nella quale ribatte anche le osservazioni critiche fatte al<br />
primo volume) e cap. I in fi ne.<br />
(28) Ivi, cap. II: fu il Visconti indul<strong>gente</strong> alle «abitudini <strong>del</strong> popolo di sollazzarsi con qualche<br />
onesto divertimento», restituì ai parroci la facoltà di concedere le assoluzioni (che il Borromeo si<br />
era riservato in materia di balli, giostre ecc.), senza mai sconfi nare nei diritti <strong>del</strong>la potestà laica.