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Terra e gente 2012 - Comunità Montana Valli del Verbano

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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />

corché ottenuta con violenza e soprusi, era la separazione fra l’autorità morale<br />

<strong>del</strong>la religione, tutrice <strong>del</strong>la dignità d’ogni persona, e, per dirla con termini<br />

medievali, il districtus e lo jus gladii che con le dovute garanzie democratiche<br />

sono esclusivi <strong>del</strong>lo stato. Erano stati «clericali» quelli che condannarono Gesù<br />

alla croce, Michele Serveto e Giordano Bruno al rogo, sono stati clericali quelli<br />

che oggi proclamano la guerra santa contro gli infe<strong>del</strong>i.<br />

Dopo la «breccia di Porta Pia» il regno d’Italia, a ben vedere ancora in cerca<br />

di un impianto autenticamente liberale, si trovò di fronte alla necessità di rapportarsi<br />

con i ministri <strong>del</strong>la religione, che pur si riconosceva come «religione di<br />

stato», e con una popolazione che non aveva smesso d’obbedire alla Chiesa.<br />

L’«opposizione cattolica», il «non expedit» papale, le brucianti polemiche «clericali»,<br />

nonché il rischio di sommosse popolari, assai inquietavano la borghesia<br />

laica al potere, ostacolando ad esempio la pacifi ca introduzione <strong>del</strong> matrimonio<br />

civile e rendendo improponibile il divorzio. Il liberalismo più radicale cercò<br />

di disgregare il seguito <strong>del</strong>la Chiesa con l’arma <strong>del</strong>la stampa, la negazione <strong>del</strong><br />

«placet» ai vescovi e altre angherie, il ricorso ai tribunali contro le «prepotenze»<br />

o le «debolezze» <strong>del</strong> clero. Ingigantire le colpe storiche <strong>del</strong>la Chiesa, per le<br />

quali un papa come Giovanni Paolo II avrebbe chiesto scusa al mondo, e altre<br />

colpe che sembravano tali secondo la cultura <strong>del</strong> momento e molto meno lo<br />

erano nel contesto d’epoca, fu un ottimo strumento di propaganda. Su tale strada<br />

Formentini fu certamente uno dei più seri protagonisti, anche se la passione<br />

politica e ideologica non è la premessa migliore per una serena ricerca storica.<br />

L’Inquisizione, i roghi per gli eretici, la «caccia alle streghe» diventarono<br />

colpe esclusive <strong>del</strong>la Chiesa, trascurando la corresponsabilità degli stati, cattolici,<br />

protestanti, di religione mista, e le ondate di paura collettiva che ottenebravano<br />

le coscienze dei laici e, non meno, dei chierici. Per Formentini il<br />

dispotismo dei Borromeo, in ambito molto allargato di religione, ebbe come<br />

contraltare l’oligarchia dei patrizi milanesi, tollerata dai dominanti spagnoli,<br />

che vantava antiche prerogative di governo confessionale – il Papa come arbitro<br />

<strong>del</strong>le controversie con le gerarchie locali – secondo valori antichi di libertà<br />

e umanità affermati dall’aurea Repubblica Ambrosiana <strong>del</strong> 1447-1450. Erano<br />

in lotta due assolutismi e l’assolutismo di stato fi nì per schiacciare quello <strong>del</strong>la<br />

Chiesa, lasciando qualche incrostazione anche nel regno d’Italia.<br />

Il vincolo di Formentini all’anticlericalismo <strong>del</strong> suo tempo è mostrato dallo<br />

stesso linguaggio, da parole e frasi rimandate ai tempi antichi, come «reazione»<br />

e «reazionario» o «retrivo», «libero pensiero» e «liberale», «faziosità»,<br />

«il tempo dei roghi», ecc. Il «vero» poteva ormai dirsi «senza timor di rogo<br />

o di prigionia» e lui lo perseguì senza remora alcuna (9) . L’assunto è più volte<br />

(9) M. FORMENTINI I, pp. 24, 141 sg.<br />

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