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Terra e gente 2012 - Comunità Montana Valli del Verbano

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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />

dichiarato: «chiarire una pagina oscura <strong>del</strong>la storia di Milano»; ridimensionare<br />

le agiografi e dei due Borromeo; indicarne le colpe e scagionare dalle loro<br />

accuse il popolo e i patrizi milanesi, imputati di non avere saputo onorare la<br />

propria fama di civiltà, di essere caduti nell’ignoranza e immoralità. Se molte<br />

sane istituzioni erano decadute, ciò andava imputato ai gesuiti che avevano inceppato<br />

«ogni libertà di pensiero e sconvolto ogni ordine di cose, riducendo il<br />

ducato alla decadenza a cui non era giunto (per brevità di tempo e più ancora<br />

per tenace resistenza dei cittadini milanesi) il dispotismo spagnolo» (10) . Si dimostrava<br />

così che i «clamorosi dissidi» <strong>del</strong>l’800 tra la Chiesa e lo Stato unitario<br />

non erano cosa nuova, «perché non fu cosa nuova mai il costume <strong>del</strong> partito<br />

gesuitico di denigrare continuamente i poteri costituiti e la società laica».<br />

In conclusione: «le diffi coltà gravissime nelle quali si trova presentemente la<br />

Chiesa, hanno la loro radice in quel grande errore dei Pontefi ci, di non essersi<br />

opposti al malaugurato indirizzo retrivo sanzionato dal Concilio di Trento e<br />

peggiorato da quello tenutosi in Roma sotto gli auspici di Pio IX e che condusse<br />

alla proclamazione <strong>del</strong> nuovo sillabo» (11) .<br />

Non è diffi cile rintracciare le matrici d’un pensiero che fu comune a una<br />

cerchia infl uente <strong>del</strong> Regno d’Italia. Formentini non propugna una società senza<br />

religione, atea e legata a una autonoma etica <strong>del</strong>lo stato, positivistica o idealistica<br />

che fosse. La sua è una religione senza chiesa: «a nessuno più che a noi<br />

è spiaciuto dover rinunciare a tanta fede <strong>del</strong>la nostra giovinezza, divenuta a<br />

poco a poco sotto la irrefragabile testimonianza dei documenti, una fantastica<br />

illusione» (12) . Sua religione è «la vera e sublime religione <strong>del</strong> cuore», fatta <strong>del</strong>le<br />

«leggi morali benigne e semplici <strong>del</strong> vangelo, capaci di tranquillare gli animi»,<br />

fonte «di benessere sociale» (13) . Più volte vien ricordata la «sublimità degli<br />

ordinamenti dei primi tempi cristiani»; (14) più volte l’insegnamento di Gesù è<br />

portato ad esempio. «Scopo <strong>del</strong>la nuova fede, unico e costante, era il dominio<br />

sugli animi, la ricompensa pei giusti in una vita avvenire, la reiezione dei cattivi<br />

dal regno dei cieli, dal grembo <strong>del</strong> divin Padre»; e «a questi santi principi, tutto<br />

disinteresse, tutto cuore, tutta carità, tutta dolcezza è dovuta la propagazione<br />

<strong>del</strong>la sua dottrina, semplice, sublime» (15) . Staccandosene il papa si era ridotto<br />

«da capo <strong>del</strong>l’universa cristianità a capo <strong>del</strong>la sola Chiesa uffi ciale di Roma»<br />

e le altre chiese si separarono, «dubitando d’una religione che ha bisogno di<br />

(10) Di san Carlo si insinua che fosse gesuita lui stesso, ruolo tenuto accuratamente segreto<br />

(M. FORMENTINI I, p. 138).<br />

(11) M. FORMENTINI I, p. 22.<br />

(12) Ivi, p. 24.<br />

(13) Ivi, p. 147<br />

(14) Ivi, p. 25.<br />

(15) Ivi, pp. 143 sg.

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