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Terra e gente 2012 - Comunità Montana Valli del Verbano

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<strong>Terra</strong> e <strong>gente</strong><br />

Un bilancio complessivo<br />

Dirime la controversia un dato oggettivo. Il ducato di Milano, prostrato dalle<br />

guerre, carestie e pestilenze dal primo ’500 sino al 1529, gravato da altra<br />

carestia nel 1539 e dal peso, fra 1536 e 1544, <strong>del</strong>l’esercito imperiale nella<br />

guerra contro i francesi, conobbe dal 1550 una decisa ripresa e una lunga fase<br />

di prosperità, favorita da una relativa pace, sino al 1619. Le crisi intermedie,<br />

le pestilenze <strong>del</strong> 1576 e <strong>del</strong> 1591, furono superate sino alla straordinaria prosperità<br />

degli anni 1610-1618. Dalla crisi <strong>del</strong> 1619-1622 invece l’economia di<br />

Milano non si riprese, almeno sino al 1660, e non certo per colpa di Federico<br />

Borromeo, <strong>del</strong> resto in quella ultima fase pacifi cato con il re di Spagna. Molte<br />

e complesse le cause: l’esasperata infl azione e gli errori di politica monetaria<br />

che causarono il rincaro <strong>del</strong>le merci d’esportazione, colonna portante <strong>del</strong>l’economia<br />

milanese; lo sconvolgimento <strong>del</strong> commercio europeo per la guerra<br />

dei Trent’anni; le grandi carestie <strong>del</strong> 1629 e <strong>del</strong> 1640-1650 e la peste <strong>del</strong> 1631.<br />

Rimediò in parte il contado, con lo sviluppo di una «vocazione agraria» <strong>del</strong><br />

patriziato (69) e con l’intraprendenza degli emigranti nelle città <strong>del</strong>l’Italia centrale,<br />

con benefi che rimesse per le chiese d’origine: a Cannobio e altrove lo<br />

documentano i segni lasciati dall’una o l’altra societas Romae, formata da confratelli<br />

attivi nell’Urbe.<br />

Piace citare i giudizi di Jedin e Sella. L’opera di san Carlo, sotto l’angolo<br />

visuale dei contrasti giurisdizionali, appare «animata da un concetto quasi<br />

medievale <strong>del</strong>la giurisdizione vescovile» e, come tale, «può essere giudicata,<br />

nonostante i momentanei successi ottenuti, essenzialmente effi mera in quanto<br />

già sorpassata dagli avvenimenti e capace sì di ritardare ma non certo di<br />

arrestare l’avvento <strong>del</strong>lo stato assoluto». Per contro l’opera pastorale di san<br />

Carlo «rappresenta, tanto nei suoi aspetti organizzativi quanto in quelli più<br />

schiettamente spirituali, un apporto innovativo ben più duraturo: essa diede<br />

al cattolicesimo lombardo quell’impronta di serietà e di impegno fattivo che a<br />

lungo lo caratterizzò e fece di Milano uno dei massimi centri di irradiazione<br />

<strong>del</strong> programma tridentino» (70) . Ai contrasti nobiliari corrispose l’adesione di<br />

popolo di cui restano cento testimonianze, come il toccante, umile monumento<br />

montano eretto al Santo dai curigliesi, con memoria che per secoli sarebbe<br />

rimasta viva nei cuori.<br />

(69) D. SELLA, Sotto il dominio <strong>del</strong>la Spagna…, pp.103-149. Non diverse le conclusioni di C.<br />

CIPOLLA, Aspetti e problemi <strong>del</strong>l’economia milanese e lombarda nei secoli XVI e XVII, in Storia<br />

di Milano, Treccani, vol. XI, pp. 377-399.<br />

(70) D. SELLA, Sotto il dominio <strong>del</strong>la Spagna…, p. 77.<br />

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