Unità di Apprendimento, classe 3^ - scuola e cultura - rivista
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Aprile - Maggio - Giugno 2007 104<br />
Scuola Secondaria <strong>di</strong> Muro Leccese - 3C<br />
Oltre l’eroe, l’uomo!<br />
Un gruppo <strong>di</strong> alunni della <strong>classe</strong> <strong>3^</strong>, sez. C, della Scuola Secondaria <strong>di</strong> 1° grado <strong>di</strong> Muro Leccese, coor<strong>di</strong>nati<br />
dalla prof.ssa Rita Stanca, ha partecipato al Concorso Nazionale “Giuseppe Garibal<strong>di</strong>”, indetto dal Ministero<br />
della Pubblica Istruzione, in occasione della celebrazione del bicentenario della nascita dell’eroe.<br />
Con il lavoro <strong>di</strong> seguito pubblicato, si sono classificati primi, a livello regionale, per la categoria “opere<br />
letterarie” e saranno premiati con la partecipazione alla “Crociera dei Mille”, un viaggio in nave, da tenersi nel<br />
mese <strong>di</strong> maggio, in cui mille studenti, appartenenti alle scuole vincitrici, ripercorreranno alcune delle tappe più<br />
significative dell’eroica spe<strong>di</strong>zione garibal<strong>di</strong>na.<br />
L’elaborato sarà esposto in un’apposita Mostra, pre<strong>di</strong>sposta nei locali del Ministero della Pubblica Istruzione.<br />
Ci inerpichiamo su per il monte “Teialone”, lungo la dorsale collinosa che attraversa il piccolo isolotto <strong>di</strong><br />
Caprera. Arriviamo in uno spiazzo e, vicino ad un cespuglio, poco <strong>di</strong>stante da un capannone, ve<strong>di</strong>amo un<br />
uomo con abiti <strong>di</strong>messi, ma dallo sguardo fiero. Ed è quello sguardo che ci fa capire che quell’uomo è proprio<br />
lui: Giuseppe Garibal<strong>di</strong>.<br />
Ci avviciniamo con un po’ <strong>di</strong> soggezione, ma anche con la determinazione <strong>di</strong> portare a termine la nostra<br />
missione: rivolgere alcune domande a colui il quale è da tutti considerato l’eroe dei due mon<strong>di</strong>, per cercare <strong>di</strong><br />
scoprire l’ “uomo” nascosto <strong>di</strong>etro l’alone patinato della fama e della gloria. Ci vede e ci viene incontro, ci<br />
stringe la mano e, dopo aver conosciuto il motivo del nostro essere là, con un gesto ci invita ad unirci a lui in<br />
quella che, ci comunica con un sorriso appena abbozzato, è la consueta passeggiata nella pineta, a ridosso<br />
dei meravigliosi litorali a rias, con le stupende cale sabbiose che si alternano a scarpate a picco sul colore<br />
verde cristallino intenso delle acque del mare.<br />
Di fianco, ma sempre un po’ arretrati rispetto a lui, cominciamo a rivolgergli le nostre domande.<br />
Signor Garibal<strong>di</strong>, quali ricor<strong>di</strong> ha della sua infanzia?<br />
- Beh, è passato un bel po’ <strong>di</strong> tempo da allora. Sono nato, a Nizza, nel 1807! Mio padre, “padron Domenico”, faceva<br />
il capitano <strong>di</strong> mare, era molto religioso e voleva che io <strong>di</strong>ventassi prete. Di “mamma Rosa” ho un ricordo<br />
bellissimo: era buona, si commuoveva per tutto e per tutti …ed io ne approfittavo parecchio! Discolo qual ero e un<br />
po’ ribelle, detestavo stu<strong>di</strong>are, mentre mi piaceva molto andare a caccia, gironzolare per il porto con gli amici.<br />
Perciò non sono mai andato molto d’accordo con la grammatica.<br />
Quale è stata la prima azione “avventurosa” della sua vita ?<br />
- Avevo do<strong>di</strong>ci anni e, insieme a tre miei amici, mi impadronii d’una barca e tentai <strong>di</strong> fuggire, ma non sapevo<br />
neanche dove andare. Fui ripescato vicino a Monaco e… ricordo ancora il bruciore delle cinghiate che ricevetti! Da<br />
allora, però, i miei capirono che nella mia vita non avrei fatto mai il prete, come volevano loro, e mio padre mi<br />
affidò come mozzo ad un suo collega su un cargo che batteva le rotte dell’Estremo Oriente.<br />
Le piaceva quel tipo <strong>di</strong> vita?<br />
- Certo, mi piaceva molto. Sod<strong>di</strong>sfaceva la mia sete <strong>di</strong> avventura! Per ben due volte incontrai corsari <strong>di</strong> origine greca<br />
e mi unii a loro per ostacolare i traffici commerciali dei turchi, che allora opprimevano il popolo greco. Ero un<br />
bravo mozzo. Tutti mi volevano bene. Mi piaceva cantare e con le mie canzoni rallegravo le notti <strong>di</strong> tutta la ciurma.<br />
Intanto, però, giravo e conoscevo il mondo.<br />
Signor Garibal<strong>di</strong>, ricorda qualche persona che ha avuto un ruolo decisivo in alcune scelte importanti della sua vita?<br />
- Beh, una persona che sicuramente ha avuto un grande ascendente su <strong>di</strong> me è stato “Il Credente”, lo chiamavano tutti<br />
così. Lo conobbi quando ero a Taganrog, sul Mar Nero. Mi affascinò con i suoi <strong>di</strong>scorsi, con il suo parlare <strong>di</strong><br />
“patria”, <strong>di</strong> “repubblica”, <strong>di</strong> “in<strong>di</strong>pendenza”. Fu lui che fece nascere in me il desiderio <strong>di</strong> conoscere Mazzini, <strong>di</strong><br />
sposare le sue idee.<br />
Che uomo era Mazzini? Quale opinione ha <strong>di</strong> lui?<br />
- Se devo essere sincero, quando lo incontrai per la prima volta a Marsiglia, non mi piacque molto. Comunque, però,<br />
mi affiliai alla “Giovine Italia”, partecipai a <strong>di</strong>verse insurrezioni, come a quella del 1834, che fallì e a causa della<br />
quale fui condannato a “morte ignominiosa”. Ritornando a Mazzini, solo troppo tar<strong>di</strong> mi accorsi che lui, che<br />
riconosceva, sì, le mie qualità, ma che mi considerava un grosso caporale confusionario, cercava <strong>di</strong><br />
strumentalizzarmi ai suoi fini, per dare una soluzione democratica e repubblicana al problema dell’Italia.<br />
Disegno <strong>di</strong> Federica De Pascali