Unità di Apprendimento, classe 3^ - scuola e cultura - rivista
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Aprile - Maggio - Giugno 2007 51<br />
La quarta comandata da Salvatore Magnoni, e <strong>di</strong>visa in tre corpi comandati dai Maggiori del Mercato, de<br />
Angelis, Zammarelli, converse rapidamente sopra Diano. All’entrata <strong>di</strong> questo corpo in Vallo, tutta la Città fu<br />
illuminata e la popolazione intera a mezzanotte gli venne incontro tra le grida entusiastiche <strong>di</strong> Viva l’<strong>Unità</strong><br />
d’Italia, Viva Vittorio Emmanuele Re d’Italia, Viva Giuseppe Garibal<strong>di</strong> Dittatore delle Due Sicilie.<br />
Vi trascrivo l’or<strong>di</strong>ne del giorno che ho creduto qui pubblicare:<br />
Or<strong>di</strong>ne del giorno<br />
Compagni<br />
Son contento <strong>di</strong> Voi. Ieri avete fatta una marcia da vecchi soldati. Voglio dare un compenso alle vostre fatiche,<br />
sicuro che vi tornerà grato più che qualunque altro premio.<br />
Il Generale Turr è sbarcato con una brigata dell’invincibile armata del Dittatore sulle spiagge <strong>di</strong> Sapri.<br />
Non amate voi presto abbracciare questi pro<strong>di</strong> compagni d’armi e <strong>di</strong>re al loro Generale: guidateci alle patrie<br />
battaglie. Fidate nel vostro.<br />
Vallo, 3 settembre 1860<br />
Commissario Delegato<br />
Lucio Magnoni<br />
Nel partire da Vallo il Comandante della quarta colonna ha fatto poi il seguente or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />
Or<strong>di</strong>ne del giorno<br />
Compagni d’armi!<br />
Nell’assumere il comando del 4 corpo delle forze insurrezionali <strong>di</strong> questo Distretto, fido non tanto nelle mie<br />
deboli forze quanto nel vostro patriottismo, nella vostra abnegazione.<br />
Quando saremo al campo Generale delle forze insurrezionali della Provincia spero <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re al Comandante<br />
Fabbrizio: i patrioti del Distretto <strong>di</strong> Vallo han battuto col piè la terra ed hanno levato armati, fatene voi soldati<br />
d’Italia: essi non aspirano che alla gloria <strong>di</strong> combattere a’ fianchi de’ vincitori <strong>di</strong> Calatafimi, Palermo, Milazzo,<br />
Reggio e Piale.<br />
Vallo, 4 settembre 1860<br />
Il Comandante del 4 Corpo<br />
Salvatore Magnoni<br />
A Silvio Verratti<br />
Fratello,<br />
Proclami <strong>di</strong> Mazzini<br />
Siciliani! Per la vostra vittoria il popolo italiano<br />
ha conquistato la coscienza delle proprie forze,<br />
la fiducia in sé. Per voi, noi esuli dall’Italia<br />
passeggiamo con più sicura e serena fronte tra<br />
gli stranieri che ieri ci commiseravano, ed oggi<br />
ci ammirano (1848).<br />
**********<br />
Ogni pensiero, ogni nostro fatto, sia pensiero,<br />
sia fatto italiano.<br />
Trasformiamoci nella fede e nell’amore per<br />
essere potenti e trasformare l’Italia.<br />
**********<br />
Superiore a tutte le Patrie, superiore<br />
all’Umanità, sta la patria degli intelletti, la città<br />
dello Spirito: in quella son fratelli i credenti<br />
nell’inviolabilità del pensiero, nella <strong>di</strong>gnità<br />
dell’anima nostra immortale (26.7.1848).<br />
**********<br />
1<br />
grazie sincere della vostra lettera. Io avevo già notato il<br />
nome vostro appiè <strong>di</strong> eccellenti articoli nel “Popolo<br />
d’Italia”. Non vedo il pensiero.<br />
La questione religiosa è vitale, ma non si scioglierà che<br />
dall’atto <strong>di</strong> una nuova fede, derivata dalla nuova nozione<br />
della legge della vita: Progresso. Risponderò tra poco a<br />
una lettera dell’amico Morelli in proposito. Intanto bisogna<br />
far guerra egualmente vigorosa al dogma cristiano e al<br />
materialismo: preparare gli animi a nuove cose.<br />
E queste nuove cose non possono affacciarsi con<br />
successo se non davanti a un popolo sovreccitato <strong>di</strong><br />
entusiasmo e <strong>di</strong> fede in sé.<br />
Se l’Italia movesse a Venezia e <strong>di</strong> là a Roma, la<br />
questione religiosa si presenterebbe inevitabile in<br />
quest’ultima città, ma si presenterebbe ad un popolo che<br />
avrebbe conquistato in guerre nazionali la propria<br />
coscienza <strong>di</strong> sé, capace quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> accogliere ogni più alto<br />
pensiero. Oggi nol può perché tra<strong>di</strong>sce il proprio dovere,<br />
e lascia lo straniero tranquillo in casa sua.<br />
Non separate mai dunque la questione nazionale e la<br />
religiosa. L’una è il mezzo per giungere all’altra.<br />
E’ guerra continua al Papato e al Principato: sono varianti<br />
dello stesso principio.<br />
Ad<strong>di</strong>o fratello<br />
Vostro Giuseppe Mazzini<br />
1 Non conosciamo la data in cui la lettera del Mazzini è stata spe<strong>di</strong>ta.<br />
Dovrebbe però riguardare i primi anni della vita politica <strong>di</strong> Silvio.<br />
Sorgiamo nella virtù <strong>di</strong> un principio; e quella che<br />
stolti chiamano l’ultima ora d’un popolo, ne sia<br />
la prima.<br />
Viva l’Italia una, libera, in<strong>di</strong>pendente.<br />
**********<br />
Ricordate che Nazione e In<strong>di</strong>pendenza sono nomi vani e menzogne <strong>di</strong> vuota gloria se la Nazione non è<br />
associazione <strong>di</strong> liberi… Gli schiavi non hanno patria… Non separate mai, o giovani, la questione della Libertà<br />
da quella dell’In<strong>di</strong>pendenza (Al Battaglione degli Studenti, 1848).<br />
Giuseppe Mazzini