Unità di Apprendimento, classe 3^ - scuola e cultura - rivista
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Aprile - Maggio - Giugno 2007 55<br />
“Il cerchio magico”<br />
a valorizzazione <strong>di</strong> tutte le<br />
risorse cognitive e<br />
relazionali <strong>di</strong> un soggetto in<br />
formazione è affidata alla sinergia<br />
d’intervento delle istituzioni, prima<br />
fra tutte la famiglia, seguita dalla<br />
<strong>scuola</strong>.<br />
A <strong>scuola</strong>, i soggetti in formazione<br />
trascorrono tre quarti del proprio<br />
tempo e, in mancanza <strong>di</strong> una<br />
famiglia dai valori sal<strong>di</strong> o <strong>di</strong> luoghi<br />
aggregativi che trasmettano<br />
certezze, spesso, solo a <strong>scuola</strong>,<br />
possono trovare quell’esemplarità<br />
e quelle in<strong>di</strong>cazioni <strong>cultura</strong>li in<br />
grado <strong>di</strong> consentire loro <strong>di</strong><br />
orientare consapevolmente le<br />
proprie scelte <strong>di</strong> vita.<br />
I dati relativi alle cause esogene<br />
ed endogene <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />
scolastica ancora troppo elevata<br />
nelle regioni meri<strong>di</strong>onali, rilevano<br />
che tra i giovani, emerge<br />
soprattutto un concreto bisogno <strong>di</strong><br />
relazione e comunicazione che<br />
trova attualmente riferimento nelle<br />
strade o in spazi liberi dove si<br />
creano aggregazioni informali<br />
spesso caratterizzate da modelli<br />
educativi devianti, data la<br />
mancanza <strong>di</strong> strutture in grado <strong>di</strong><br />
offrire alternative valide in termini<br />
<strong>di</strong> proposte che favoriscano e<br />
promuovano una corretta<br />
socializzazione nell’ambito della<br />
crescita <strong>cultura</strong>le personale. 1<br />
Lo stato <strong>di</strong> “abbandono affettivo<br />
ed educativo” nel quale spesso i<br />
giovanissimi si trovano, impone a<br />
tutti noi educatori <strong>di</strong> riflettere sullo<br />
stretto legame tra “<strong>di</strong>spersione<br />
scolastica” e <strong>di</strong>sagio giovanile e <strong>di</strong><br />
pensare attivamente a come poter<br />
promuovere nei singoli soggetti<br />
quel “successo formativo” che non<br />
consiste solo nel traguardo<br />
scolastico in termini <strong>di</strong> profitto<br />
<strong>di</strong>sciplinare ma nella possibilità <strong>di</strong><br />
“sentirsi felice” nel tracciare, con<br />
successo, il proprio personale<br />
progetto <strong>di</strong> vita. 2<br />
L<br />
Il numero dei drop-out, ovvero dei<br />
giovani che non conseguono<br />
alcun titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dopo la<br />
licenza me<strong>di</strong>a, è molto elevato ed<br />
è spesso accompagnato da<br />
fenomeni <strong>di</strong> microdelinquenza,<br />
bullismo, tossico<strong>di</strong>pendenza.<br />
Ciò che risulta importante notare<br />
è che prima dell’abbandono vero<br />
e proprio, la <strong>scuola</strong> segnala una<br />
serie oramai abbastanza scontata<br />
<strong>di</strong> “campanelli d’allarme”: assenze<br />
reiterate, ritar<strong>di</strong> frequenti e spesso<br />
mal giustificati, verifiche <strong>di</strong> profitto<br />
con esito negativo, atteggiamenti<br />
<strong>di</strong> insofferenza e/o sfida che<br />
costituiscono una casistica <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>zi preoccupanti per osservatori<br />
competenti, in grado <strong>di</strong><br />
comprendere come tra il momento<br />
dell’ingresso dell’allievo a <strong>scuola</strong><br />
e quello del suo definitivo rifiuto<br />
delle istituzioni, trovino posto<br />
spazi preposti alla decisionalità<br />
istituzionale inutilizzati dagli attori<br />
del processo educativo. 3<br />
L’abbandono scolastico è spesso<br />
l’equivalente <strong>di</strong> una sconfitta in<br />
termini <strong>di</strong> autostima: non è, infatti,<br />
una scelta decisionale volontaria,<br />
effettuata per inaugurare nuovi<br />
traguar<strong>di</strong> ma l’epilogo <strong>di</strong> un<br />
processo <strong>di</strong> regressione, in cui<br />
dolorosi insuccessi, corredati da<br />
crescente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia nelle<br />
istituzioni e in se stessi,<br />
conducono alla convinzione <strong>di</strong><br />
non essere in grado <strong>di</strong> orientare la<br />
propria esistenza.<br />
Abbandonare è un “non<br />
scegliere”, un rifiutare <strong>di</strong> proporsi<br />
attivamente in società. 4<br />
Per questi motivi è fondamentale<br />
che l’adolescente possa contare<br />
sull’istituzione scolastica tanto più<br />
quando non può contare<br />
sull’istituzione familiare o sul<br />
contesto sociale d’appartenenza.<br />
Gli adolescenti cosiddetti “<strong>di</strong>fficili”<br />
si presentano chiusi ed introversi 5<br />
o, al contrario, iperattivi,<br />
irrispettosi <strong>di</strong> orari e regolamenti;<br />
incapaci <strong>di</strong> essere propositivi,<br />
demotivati e con poca fiducia<br />
nelle proprie capacità o nel<br />
contesto sociale in cui si inscrive il<br />
personale progetto <strong>di</strong> vita, spesso<br />
protesi ad attirare l’attenzione su<br />
<strong>di</strong> sé attraverso comportamenti<br />
irregolari salvo poi <strong>di</strong>mostrarsi<br />
incostanti e superficiali nelle<br />
prestazioni.<br />
I problemi connessi all’area<br />
strettamente cognitiva si rivelano,<br />
poi, con “forte deprivazione<br />
linguistica e conseguenti <strong>di</strong>fficoltà<br />
scolastiche derivanti<br />
dall’incapacità <strong>di</strong> utilizzare<br />
strumentalmente la lingua<br />
standard nelle abilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />
poca abitu<strong>di</strong>ne al pensiero astrat-<br />
Maria Gabriella de Ju<strong>di</strong>cibus<br />
Scrittrice e poeta, collabora con la<br />
cattedra <strong>di</strong> Didattica della Lingua Italiana<br />
della prof.ssa Letizia Mazzella (Università<br />
<strong>di</strong> Lecce). Insegna all’IPSSCTP “A. De<br />
Pace” <strong>di</strong> Lecce.<br />
to con conseguente <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />
concettualizzazione e <strong>di</strong><br />
memorizzazione teorica”. 6<br />
Le problematiche inerenti all’area<br />
psico-relazionale, in stretta<br />
connessione con quelle già<br />
enunciate, spesso presentano<br />
picchi in<strong>di</strong>viduali preoccupanti per<br />
manifestazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio così<br />
forte da interferire<br />
irrime<strong>di</strong>abilmente con il clima del<br />
gruppo <strong>classe</strong>, generando <strong>di</strong>sagio<br />
<strong>di</strong>ffuso e mettendo gli operatori<br />
scolastici in situazioni<br />
problematiche, a volte <strong>di</strong>sperate,<br />
<strong>di</strong> crisi profonda.<br />
Le tre problematiche evidenziate<br />
sono interconnesse al punto che<br />
l’una può generare l’altra e/o<br />
fungere da cassa <strong>di</strong> risonanza 7 e,<br />
pertanto, devono essere<br />
affrontate con un approccio<br />
integrato perché solo<br />
nell’integrazione delle risorse, è<br />
possibile rintracciare soluzioni<br />
complesse per problemi<br />
complessi.<br />
La povertà <strong>cultura</strong>le del background<br />
dei soggetti in formazione<br />
con situazioni <strong>di</strong> profondo<br />
degrado sociale e/o economico e<br />
un’offerta <strong>di</strong> lavoro dequalificato,<br />
sommerso o ad<strong>di</strong>rittura illecito,<br />
devono essere affrontati con un<br />
approccio <strong>di</strong> tipo sistemico in cui<br />
la comunicazione tra istituzioni sia<br />
improntata alla formulazione <strong>di</strong> un<br />
“cerchio magico” capace <strong>di</strong><br />
restaurare l’eticità dei rapporti<br />
interpersonali, sociali e<br />
professionali, nel rispetto dei