Unità di Apprendimento, classe 3^ - scuola e cultura - rivista
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Aprile - Maggio - Giugno 2007 59<br />
Quale <strong>scuola</strong>?<br />
Professori e studenti spesso,<br />
sono sulla graticola della<br />
cronaca per fatti spiacevoli.<br />
Molti genitori e rappresentati <strong>di</strong><br />
istituzioni attaccano l’operato <strong>di</strong><br />
docenti e presi<strong>di</strong> con accuse e dati<br />
<strong>di</strong> fatto, all’apparenza oggettivi.<br />
Aleggia un senso <strong>di</strong> sfiducia<br />
intorno al pianeta <strong>scuola</strong> come<br />
istituzione che educa e che<br />
trasmette <strong>cultura</strong>. In quest’ottica<br />
tutto sembra in caduta libera: i<br />
professori non sanno insegnare e<br />
<strong>di</strong> conseguenza i neo professionisti<br />
sono ignoranti, i presi<strong>di</strong> gestiscono<br />
la <strong>scuola</strong> solo come manager, gli<br />
studenti si danno alla bella vita<br />
certi della promozione finale.<br />
A <strong>scuola</strong> non arriva un’utenza<br />
selezionata come avveniva in<br />
passato, l’obbligo scolastico e il<br />
bisogno del titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per un<br />
qualsiasi posto <strong>di</strong> lavoro, hanno<br />
spinto tra i banchi anche coloro<br />
che, in passato, sarebbero andati<br />
volentieri ad imparare un mestiere<br />
facendo a meno degli stu<strong>di</strong>. Oggi la<br />
storia gira <strong>di</strong>versamente, ci vuole<br />
<strong>cultura</strong> o forse è meglio <strong>di</strong>re che ci<br />
vuole quel famoso “pezzo <strong>di</strong> carta”.<br />
Ed un pezzo <strong>di</strong> carta <strong>di</strong>venta nella<br />
mente dei più, non un <strong>di</strong>ploma!<br />
Così si parla <strong>di</strong> Dante, Petrarca o<br />
Vittorini, delle guerre puniche o<br />
della guerra fredda a chi proprio è<br />
lontano da certi interessi né ha<br />
voglia <strong>di</strong> imparare, convinto com’è<br />
che tutto quel bel parlare alla fine,<br />
poi, non serve e nel migliore dei<br />
casi per rimanere sveglio pensa<br />
alla partita <strong>di</strong> pallone che dovrà<br />
<strong>di</strong>sputare, alla ragazza o allo<br />
scherzo da preparare. Ad<strong>di</strong>o<br />
“Passero solitario”, metafore,<br />
analisi logica e grammaticale, ciò<br />
che importa è resistere per quelle<br />
sei ore per respirare poi aria<br />
nuova, fuori da quelle quattro mura<br />
su cui qualche allievo dell’ anno<br />
prima ha scritto i suoi sospiri<br />
d’amore e <strong>di</strong> noia. Tra docenti e<br />
studenti si parlano due linguaggi<br />
<strong>di</strong>versi come quando si pretende la<br />
puntualità e lo stu<strong>di</strong>o e, forse per la<br />
prima volta, il rispetto delle regole,<br />
il saper vivere in gruppo, usando<br />
un linguaggio più opportuno e<br />
allora si sentono in gabbia e con<br />
qualche docente fanno sentire il<br />
loro ruggito. Ma è proprio così? Ad<br />
occhi esterni potrebbe sembrare <strong>di</strong><br />
sì, ma chi opera all’interno ed<br />
opera seriamente, sa che la<br />
<strong>scuola</strong> oggi, sta affrontando sfide<br />
durissime cercando <strong>di</strong> trovare la<br />
strada tra il vecchio e il nuovo.<br />
Prima era la famiglia il primo<br />
nucleo in cui per vivere nel rispetto<br />
<strong>di</strong> ciascuno, bisognava sacrificare<br />
un po’ della propria libertà, in essa<br />
si imparava a gestire le proprie<br />
emozioni, i bisogni per il bene<br />
comune. Ora non è così. Se il<br />
programma in TV che vede<br />
mamma e papà non sod<strong>di</strong>sfa, ci si<br />
rintana nella propria camera a<br />
vedere il programma preferito; se<br />
mamma fa la paternale, con gli<br />
auricolari nelle orecchie proprio<br />
non si sente, se in via eccezionale<br />
scatta la punizione e non si può<br />
uscire, c’è Internet che porta in<br />
casa il mondo e tutto quello che si<br />
vuole…<br />
A <strong>scuola</strong> le cose cambiano e ciò<br />
crea problemi.<br />
Che fare? Bisogna creare curiosità<br />
intellettuale, per attirare<br />
l’attenzione dei ragazzi, <strong>di</strong>cono<br />
alcuni, e così tutti noi proff.,<br />
compresi quelli più attempati,<br />
siamo tornati a stu<strong>di</strong>are, a<br />
frequentare corsi. Di cosa? Ma <strong>di</strong><br />
computer, per non passare da<br />
ignoranti, per essere al passo coi<br />
tempi ben sapendo che per molti,<br />
rimarrà uno strumento poco amato.<br />
E mentre si cerca <strong>di</strong> fare bella<br />
figura con una lezione nuova al pc,<br />
si scopre che quell’alunno ha<br />
cambiato pagina e sta chattando,<br />
perché loro ne sanno più <strong>di</strong> noi, è<br />
chiaro. Potrebbe sembrare<br />
l’apoteosi della sconfitta dei<br />
docenti, non è così! Nella mia<br />
esperienza ho potuto notare che,<br />
oggi più che mai, i ragazzi sono lo<br />
specchio <strong>di</strong> noi adulti, ma a modo<br />
loro. Chiedono le regole purché<br />
con<strong>di</strong>vise e rispettate da tutti,<br />
vogliono conoscere, imparare, ma<br />
bisogna scalfire quella corteccia <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>fferenza e <strong>di</strong> apatia che solo la<br />
nostra <strong>cultura</strong>, il nostro sapere può<br />
fare più <strong>di</strong> Internet, perché quando<br />
noi siamo in <strong>classe</strong> loro ascoltano<br />
sì il professore, ma prima <strong>di</strong> tutto<br />
l’uomo, colgono la nostra forza, il<br />
nostro entusiasmo, le nostre scelte<br />
e non <strong>di</strong> rado finiscono per<br />
somigliarci un po’. E’ proprio<br />
questa la nostra grande forza che<br />
M. Florinda Fracella, nata il 22-09-<br />
1955, si è laureata in Pedagogia<br />
presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Lecce nel 1978. Vincitrice del<br />
Concorso a cattedra per<br />
l’insegnamento <strong>di</strong> Materie letterarie<br />
nella Scuola secondaria <strong>di</strong> II° grado,<br />
attualmente insegna presso<br />
l’ IISS “A. DE PACE” <strong>di</strong> Lecce dove<br />
è referente del giornale d’ Istituto “I<br />
MAGAZZINI DELLA SCUOLA”;<br />
collabora in qualità <strong>di</strong> tutor nel<br />
Progetto <strong>di</strong> “EDUCAZIONE ALLA<br />
SALUTE”; è impegnata nella lotta<br />
contro la <strong>di</strong>spersione scolastica con<br />
laboratori pomeri<strong>di</strong>ani.<br />
ci sprona ad impegnarci al<br />
massimo perché convinti dell’<br />
importanza della nostra opera.<br />
La mia <strong>scuola</strong> si è attrezzata con<br />
laboratori pomeri<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> molti tipi,<br />
mette a <strong>di</strong>sposizione palestre,<br />
attrezzi e personale per venire<br />
incontro alle esigenze dell’<br />
“utenza,” nella certezza che<br />
trattenere i ragazzi a <strong>scuola</strong> è un<br />
bene in molti sensi ed ancora i<br />
docenti, insieme agli esperti del<br />
settore, cercano risposte ai molti<br />
perché dei nostri tempi. Può<br />
essere un modo per affrontare la<br />
sfida anche se, purtroppo, non con<br />
tutti gli allievi si ottengono gli stessi<br />
risultati! Ma questo rientra nella<br />
logica delle cose, nell’insieme i<br />
tantissimi risultati positivi<br />
incoraggiano a continuare.<br />
Le famiglie, però, dovrebbero<br />
iniziare a cooperare con la <strong>scuola</strong><br />
invece che remare contro, come<br />
spesso accade. Ci vuole uno<br />
sforzo collettivo per tirarci fuori<br />
dalle sabbie mobili dove facilmente<br />
si può essere inghiottiti. Troppo<br />
spesso modelli sbagliati ci portano<br />
fuori strada e così potrebbe<br />
accadere che in famiglia ed a<br />
<strong>scuola</strong> si voglia qualcosa che va a<br />
svantaggio <strong>di</strong> tutti.<br />
Un tempo si parlava <strong>di</strong> “esame <strong>di</strong><br />
coscienza”, un atto che dovrebbe<br />
tornare <strong>di</strong> moda, purché la<br />
coscienza non risulti volutamente<br />
miope!<br />
M. Florinda Fracella