Aprile - Maggio - Giugno 2007 54 Notizie, aggiornamenti e riflessioni sul mondo della <strong>scuola</strong> a cura <strong>di</strong> Maria Gabriella de Ju<strong>di</strong>cibus Il "cerchio magico" <strong>di</strong> Maria Gabriella de Ju<strong>di</strong>cibus Progetto Lauree Scientifiche, Orientamento e formazione degli insegnanti – MATEMATICA <strong>di</strong> Marcello Pedone Quale Scuola? <strong>di</strong> M. Florinda Fracella RUBRICA
Aprile - Maggio - Giugno 2007 55 “Il cerchio magico” a valorizzazione <strong>di</strong> tutte le risorse cognitive e relazionali <strong>di</strong> un soggetto in formazione è affidata alla sinergia d’intervento delle istituzioni, prima fra tutte la famiglia, seguita dalla <strong>scuola</strong>. A <strong>scuola</strong>, i soggetti in formazione trascorrono tre quarti del proprio tempo e, in mancanza <strong>di</strong> una famiglia dai valori sal<strong>di</strong> o <strong>di</strong> luoghi aggregativi che trasmettano certezze, spesso, solo a <strong>scuola</strong>, possono trovare quell’esemplarità e quelle in<strong>di</strong>cazioni <strong>cultura</strong>li in grado <strong>di</strong> consentire loro <strong>di</strong> orientare consapevolmente le proprie scelte <strong>di</strong> vita. I dati relativi alle cause esogene ed endogene <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione scolastica ancora troppo elevata nelle regioni meri<strong>di</strong>onali, rilevano che tra i giovani, emerge soprattutto un concreto bisogno <strong>di</strong> relazione e comunicazione che trova attualmente riferimento nelle strade o in spazi liberi dove si creano aggregazioni informali spesso caratterizzate da modelli educativi devianti, data la mancanza <strong>di</strong> strutture in grado <strong>di</strong> offrire alternative valide in termini <strong>di</strong> proposte che favoriscano e promuovano una corretta socializzazione nell’ambito della crescita <strong>cultura</strong>le personale. 1 Lo stato <strong>di</strong> “abbandono affettivo ed educativo” nel quale spesso i giovanissimi si trovano, impone a tutti noi educatori <strong>di</strong> riflettere sullo stretto legame tra “<strong>di</strong>spersione scolastica” e <strong>di</strong>sagio giovanile e <strong>di</strong> pensare attivamente a come poter promuovere nei singoli soggetti quel “successo formativo” che non consiste solo nel traguardo scolastico in termini <strong>di</strong> profitto <strong>di</strong>sciplinare ma nella possibilità <strong>di</strong> “sentirsi felice” nel tracciare, con successo, il proprio personale progetto <strong>di</strong> vita. 2 L Il numero dei drop-out, ovvero dei giovani che non conseguono alcun titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dopo la licenza me<strong>di</strong>a, è molto elevato ed è spesso accompagnato da fenomeni <strong>di</strong> microdelinquenza, bullismo, tossico<strong>di</strong>pendenza. Ciò che risulta importante notare è che prima dell’abbandono vero e proprio, la <strong>scuola</strong> segnala una serie oramai abbastanza scontata <strong>di</strong> “campanelli d’allarme”: assenze reiterate, ritar<strong>di</strong> frequenti e spesso mal giustificati, verifiche <strong>di</strong> profitto con esito negativo, atteggiamenti <strong>di</strong> insofferenza e/o sfida che costituiscono una casistica <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi preoccupanti per osservatori competenti, in grado <strong>di</strong> comprendere come tra il momento dell’ingresso dell’allievo a <strong>scuola</strong> e quello del suo definitivo rifiuto delle istituzioni, trovino posto spazi preposti alla decisionalità istituzionale inutilizzati dagli attori del processo educativo. 3 L’abbandono scolastico è spesso l’equivalente <strong>di</strong> una sconfitta in termini <strong>di</strong> autostima: non è, infatti, una scelta decisionale volontaria, effettuata per inaugurare nuovi traguar<strong>di</strong> ma l’epilogo <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> regressione, in cui dolorosi insuccessi, corredati da crescente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia nelle istituzioni e in se stessi, conducono alla convinzione <strong>di</strong> non essere in grado <strong>di</strong> orientare la propria esistenza. Abbandonare è un “non scegliere”, un rifiutare <strong>di</strong> proporsi attivamente in società. 4 Per questi motivi è fondamentale che l’adolescente possa contare sull’istituzione scolastica tanto più quando non può contare sull’istituzione familiare o sul contesto sociale d’appartenenza. Gli adolescenti cosiddetti “<strong>di</strong>fficili” si presentano chiusi ed introversi 5 o, al contrario, iperattivi, irrispettosi <strong>di</strong> orari e regolamenti; incapaci <strong>di</strong> essere propositivi, demotivati e con poca fiducia nelle proprie capacità o nel contesto sociale in cui si inscrive il personale progetto <strong>di</strong> vita, spesso protesi ad attirare l’attenzione su <strong>di</strong> sé attraverso comportamenti irregolari salvo poi <strong>di</strong>mostrarsi incostanti e superficiali nelle prestazioni. I problemi connessi all’area strettamente cognitiva si rivelano, poi, con “forte deprivazione linguistica e conseguenti <strong>di</strong>fficoltà scolastiche derivanti dall’incapacità <strong>di</strong> utilizzare strumentalmente la lingua standard nelle abilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e poca abitu<strong>di</strong>ne al pensiero astrat- Maria Gabriella de Ju<strong>di</strong>cibus Scrittrice e poeta, collabora con la cattedra <strong>di</strong> Didattica della Lingua Italiana della prof.ssa Letizia Mazzella (Università <strong>di</strong> Lecce). Insegna all’IPSSCTP “A. De Pace” <strong>di</strong> Lecce. to con conseguente <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> concettualizzazione e <strong>di</strong> memorizzazione teorica”. 6 Le problematiche inerenti all’area psico-relazionale, in stretta connessione con quelle già enunciate, spesso presentano picchi in<strong>di</strong>viduali preoccupanti per manifestazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio così forte da interferire irrime<strong>di</strong>abilmente con il clima del gruppo <strong>classe</strong>, generando <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong>ffuso e mettendo gli operatori scolastici in situazioni problematiche, a volte <strong>di</strong>sperate, <strong>di</strong> crisi profonda. Le tre problematiche evidenziate sono interconnesse al punto che l’una può generare l’altra e/o fungere da cassa <strong>di</strong> risonanza 7 e, pertanto, devono essere affrontate con un approccio integrato perché solo nell’integrazione delle risorse, è possibile rintracciare soluzioni complesse per problemi complessi. La povertà <strong>cultura</strong>le del background dei soggetti in formazione con situazioni <strong>di</strong> profondo degrado sociale e/o economico e un’offerta <strong>di</strong> lavoro dequalificato, sommerso o ad<strong>di</strong>rittura illecito, devono essere affrontati con un approccio <strong>di</strong> tipo sistemico in cui la comunicazione tra istituzioni sia improntata alla formulazione <strong>di</strong> un “cerchio magico” capace <strong>di</strong> restaurare l’eticità dei rapporti interpersonali, sociali e professionali, nel rispetto dei