Sonetti contro l'Ariosto, giudice de' Savi in Ferrara - Carla Rossi ...
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18 <strong>Sonetti</strong> <strong>contro</strong> l’Ariosto<br />
1487, egli era nuovamente a <strong>Ferrara</strong> dove rimase f<strong>in</strong>o al 1490, quando partì alla<br />
volta di Roma per un breve soggiorno (ricordato dall’Aret<strong>in</strong>o nel suo Ragionamento);<br />
di nuovo a Reggio dopo la sosta romana, tornò <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e nell’amata <strong>Ferrara</strong>,<br />
dove rimase s<strong>in</strong>o alla morte. Nonostante i tentativi di approccio con Ludovico il<br />
Moro, non è attestato un suo soggiorno a Milano, mentre i legami del poeta con<br />
la corte mantovana sono da attribuire al rapporto che egli ebbe con Isabella d’Este,<br />
figlia di Ercole I e sposa del marchese Francesco Gonzaga, signore di Mantova,<br />
che gli permise di ottenere piccole occupazioni redditizie.<br />
La vita del Pistoia, una volta lasciata la Toscana, si svolse dunque prevalentemente<br />
<strong>in</strong> Emilia e fu caratterizzata da frequenti peregr<strong>in</strong>azioni da una città all’altra,<br />
con un progressivo decl<strong>in</strong>o di fortuna, di fama e soprattutto di salute, che lo<br />
portò alla morte, per sifilide, a <strong>Ferrara</strong> appunto, nel 1502.<br />
Il poeta, nonostante l’amicizia e la stima che lo legarono al Correggio, dedicò<br />
alla marchesa di Mantova, Isabella d’Este, il suo canzoniere giunto a noi, verosimilmente<br />
nella veste voluta dallo stesso autore, attraverso il codice Ambrosiano<br />
H. 223 P. I <strong>in</strong>f.: una raccolta di 533 sonetti caudati, preceduti da un Dialogo (i<br />
cui <strong>in</strong>terlocutori sono lo Spirito del Pistoia, Caronte, Archidrommo e Plutone) e<br />
seguiti da un componimento <strong>in</strong>titolato Disperata.<br />
Il 18 di giugno del 1499, il poeta <strong>in</strong>viava a Isabella la sua tragedia Pamphila,<br />
promettendo alla «illustrissima et eccellentissima marchesana di Mantua e madonna<br />
sua colendissima», allora villeggiante nella tenuta di Sacchetta di Sust<strong>in</strong>ente,<br />
che di lì a poco le avrebbe fatto avere anche un’<strong>in</strong>tera raccolta di sonetti 49 .<br />
Trascorsero, da allora, altri tre anni, durante i quali la Marchesa non ricevette<br />
nulla; il 29 aprile del 1502 il Pistoia moriva, senza essere riuscito ancora a far<br />
avere alla propria benefattrice il volume promessole e a lei dedicato.<br />
Nel 1893, un catalogo della Biblioteca Ambrosiana di Milano rivelò allo studioso<br />
napoletano Erasmo Pèrcopo l’esistenza di un manoscritto di rime del Pistoia:<br />
il codice H. 223 P. I <strong>in</strong>f. Il Pèrcopo, esam<strong>in</strong>ando il contenuto del codice e<br />
confrontandolo con gli altri testimoni s<strong>in</strong>o ad allora noti, giunse alla conclusione<br />
che non solo si trattava di un autografo del Pistoia, ma che il volume andava<br />
identificato proprio con la raccolta promessa dal poeta alla Marchesa di Mantova<br />
nella lettera del 1499. Lo studioso decise di pubblicarlo <strong>in</strong>teramente, salvo il capitolo<br />
della Disperata che, nel manoscritto, come appena accennato, si trova alla<br />
f<strong>in</strong>e dei sonetti, alle carte 283v-288r, e che il Pèrcopo (a causa del tema tragico<br />
trattato nel componimento che, a suo dire, strideva con il tono brioso dell’<strong>in</strong>tera<br />
raccolta) decise di dare alle stampe separatamente 50 .<br />
Se l’attribuzione al Pistoia del codice Ambrosiano non è <strong>in</strong> discussione, non è<br />
chiaro, tuttavia, per quali vie il Pèrcopo abbia accertato l’autografia del volume.<br />
49 Cfr. E. PÈRCOPO, I <strong>Sonetti</strong> faceti, cit., Prefazione X, XI.<br />
50 Idem, Una disperata famosa <strong>in</strong> «Raccolta di Studi Critici dedicata ad Alessandro<br />
D’Ancona», Firenze, Barbera, 1901, p. 702 sgg.