Sonetti contro l'Ariosto, giudice de' Savi in Ferrara - Carla Rossi ...
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60 <strong>Sonetti</strong> <strong>contro</strong> l’Ariosto<br />
V.<br />
Il Poeta ironizza sul recente titolo di conte ottenuto dai fratelli Ariosto direttamente<br />
dall’Imperatore Federico III, il quale, però, non ha assegnato loro alcun feudo. Ci vorrebbe<br />
ben altro, nota il Pistoia, che una corona di sonetti per far sì che l’Ariosto abbandoni<br />
i suoi latroc<strong>in</strong>i; potrebbe servire, <strong>in</strong>vece, un bel tronco da c<strong>in</strong>quanta libbre sulla testa<br />
dell’avido <strong>giudice</strong>, o un duro laccio che lo strangoli. Nell’Ariosto non v’è traccia alcuna<br />
di vergogna per le proprie malefatte, egli si lancia anzi alla rap<strong>in</strong>a col becco da cicogna<br />
(v. 11). Né si ferma d<strong>in</strong>nanzi a persone nobili o colte (v. 12), ma ruba tutto, pers<strong>in</strong>o<br />
la rogna al popolo al quale, per curarsi, non è sufficiente unguento o medic<strong>in</strong>a. E per<br />
la rov<strong>in</strong>a ancora maggiore dei ferraresi, egli alleva un giovane di mal affare, che ne raccolga<br />
l’eredità, per perpetrare i suoi furti. Ma presto, lo ammonisce il Poeta, l’Ariosto<br />
andrà <strong>in</strong> malora, <strong>in</strong>sieme col suo segretario Gian Girolamo Marchese e tutti e due andranno<br />
<strong>in</strong> giro a chiedere l’elemos<strong>in</strong>a.<br />
Rubrica. gnic gnac: voce onomatopeica che sta qui a <strong>in</strong>dicare che la contea mancava<br />
e si riduceva solo a un vano titolo.<br />
3. ge vorria: ‘ci vorrebbe’, particolarmente sp<strong>in</strong>ta nel pistoiese risulta la sonorizzazione<br />
della velare <strong>in</strong>iziale. Cfr. G. BERTONI, Italia dialettale, Milano, repr<strong>in</strong>t Hoepli,<br />
1986, p. 129.<br />
13. gratti sì la rogna: cfr. Pistoia, <strong>Sonetti</strong>, 152, vv. 7-8.<br />
14. <strong>in</strong>guento: esempio di traccia ligure nei dialetti altorenani, nel bolognese e nel vernacolo<br />
pistoiese.<br />
16. ghiottoncello: dim. di ‘ghiotto’, per ‘uomo di male affare’. Decameron VIII 5:<br />
«Messer non gli credete, ch’egli è un ghiottoncello».<br />
18. al gran bordello: ‘<strong>in</strong> malora’.<br />
19: Jeronimo Marchese: figlio del ferrarese Gian Ludovico Marchese, tesoriere e segretario<br />
personale dell’Ariosto.<br />
20. spese: al plurale nel senso di ‘alimenti’, ‘cibo’: cfr. Decameron IX 4: «E senza alcun<br />
salario sopra le spese».