Sonetti contro l'Ariosto, giudice de' Savi in Ferrara - Carla Rossi ...
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Introduzione<br />
A ciò si aggiunga, ancora, che anche nel sonetto 158 del Pistoia, i beroldi servono<br />
a costruire un copricapo, <strong>in</strong> questo caso per <strong>in</strong>coronare due poeti:<br />
Dunque Apollo ve <strong>in</strong>vita 15<br />
a coronar questi dui manigoldi,<br />
l’un de vesiche e l’altro de beroldi.<br />
Harrà il beccar di soldi,<br />
pel malifitio, il pugno e ’l grembo pieno,<br />
l’altro con l’oro del comune <strong>in</strong> seno.<br />
Si noti, <strong>in</strong>oltre, nei sonetti <strong>contro</strong> l’Ariosto, l’uso del term<strong>in</strong>e ventroni (che<br />
appare nel ventesimo sonetto della corona, al verso 15):<br />
E con levi e ventroni, 15<br />
per dignità acquistata nell’offizio,<br />
sia <strong>in</strong> salutarlo a gara ogn’uom propizio.<br />
Levi e ventroni stanno qui per ‘polmoni’ e ‘ventricoli’ di animali. Se è abbastanza<br />
chiaro il doppio senso di levi, che nel gergo furbesco sta per ‘cose rubate’,<br />
per cui il ladro è detto levant<strong>in</strong>o (e la merce rubata quel che vien di Levante, come<br />
nel sonetto 151 v. 5 dell’Ambrosiano H 223), non altrettanto chiaro è il senso<br />
di ventroni, che sfuggirebbe completamente se non se ne conoscesse l’uso fattone<br />
dal Pistoia, <strong>in</strong> special modo nei sonetti <strong>contro</strong> il C<strong>in</strong>zio, ovvero <strong>contro</strong> il verseggiatore<br />
anconetano Francesco C<strong>in</strong>zio Ben<strong>in</strong>casa. Si legga ad esempio il sonetto<br />
150 (v. 9 sgg.):<br />
Correte qua che C<strong>in</strong>thio fa sonetti,<br />
lardarolli, carnifici, fornari,<br />
con ovi, con ventroni e pan boffetti.<br />
Battuti, tosto Christo sugli altari,<br />
chiamate il boia che ’l suo C<strong>in</strong>thio aspetti<br />
[…]<br />
Il Pistoia chiama a raccolta pizzicagnoli, macellai e fornai, che con uova,<br />
ventroni e pane marcio accorrano a salutare il C<strong>in</strong>thio, mentre i battuti (i monaci<br />
della “compagnia della morte”) pregano per l’anima sua e il boia lo attende sul<br />
patibolo.<br />
Era costume, <strong>in</strong>fatti, che il condannato al capestro venisse messo alla berl<strong>in</strong>a<br />
e che <strong>contro</strong> di lui la popolazione scagliasse frutta marcia, ciarpame, uova e<br />
quant’altro.<br />
Anche nel ventesimo sonetto della collana <strong>contro</strong> l’Ariosto, il poeta <strong>in</strong>cita il<br />
popolo ferrarese a lanciare <strong>contro</strong> l’Ariosto frattaglie d’animali: giacché il Giudice<br />
ha levato (rubato) e s’è riempito il ventre durante il periodo <strong>in</strong> cui era <strong>in</strong> carica.<br />
Per dignità acquistata nell’offizio (v. 16), le frattaglie che il poeta suggerisce<br />
di tirargli addosso non possono essere altro che levi e ventroni.<br />
Ciò che conta maggiormente, però, è che sia al Pèrcopo, sia al Cappelli e al<br />
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