Sonetti contro l'Ariosto, giudice de' Savi in Ferrara - Carla Rossi ...
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Introduzione<br />
A tal f<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>fatti, il critico non utilizzò documenti di mano del poeta. Per di più,<br />
egli stesso espresse profondo rammarico per non aver potuto visionare direttamente<br />
il manoscritto e confessò, con molta onestà, di non averne ottenuta neppure<br />
una copia <strong>in</strong>tegrale.<br />
Nessuna precisazione è fornita, poi, dall’editore <strong>in</strong> merito ai criteri di trascrizione<br />
del manoscritto. Nel Codice autografo dei sonetti, prefazione all’edizione<br />
dei componimenti, egli scrive:<br />
«Ritrovai questo codice <strong>in</strong> una rapida visita, dell’aprile 1893, all’Ambrosiana, nel<br />
cui catalogo, sotto la lettera V, era notato V<strong>in</strong>ci Antonio da Pistoia, Rime; ma io,<br />
credendo si trattasse di qualche sonetto disperso, non mi curai di esam<strong>in</strong>are il manoscritto,<br />
che poi non ho potuto più vedere. Chiesto poi ed ottenuto dall’amico<br />
Emidio Mart<strong>in</strong>i, allora bibliotecario della Braidense, un <strong>in</strong>dice del codice, ne riconobbi,<br />
quand’ero troppo lontano, tutta l’importanza; e dovetti contentarmi di<br />
avere, colla descrizione del manoscritto, una copia dei soli sonetti <strong>in</strong>editi ed una<br />
collazione degli editi sui testi a stampa, fatiche tutte del dottor Virgilio Mazzelli,<br />
allora sottobibliotecario della Braidense. Un’accuratissima revisione sulle bozze<br />
di stampa debbo alla cortesia degli amici Proff. Domenico Bassi e Bernardo Sansiventi,<br />
che qui r<strong>in</strong>grazio pubblicamente» 51 .<br />
Punto impresc<strong>in</strong>dibile per chi <strong>in</strong>tenda conoscere la lirica del Pistoia, l’edizione<br />
percopiana, pregevole e meritevole sotto più aspetti, necessitava, a un secolo<br />
dalla sua pubblicazione, di essere sottoposta a una m<strong>in</strong>uziosa <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e analitica;<br />
operazione che ho tentato di compiere nella già annunciata monografia dedicata<br />
al pistoiese, attualmente <strong>in</strong> corso di revisione per la stampa per questa stessa casa<br />
editrice.<br />
In s<strong>in</strong>tesi, dopo l’<strong>in</strong>dispensabile accertamento dell’autografia del codice Ambrosiano<br />
H 223 <strong>in</strong>f., sono giunta alla conclusione che, tra il 1499 e il 1501 il Pistoia,<br />
oppresso dai gravi problemi di salute, causati dalla sifilide (tra i quali una<br />
quasi totale cecità), sentendo approssimarsi la propria f<strong>in</strong>e, commissionò al figlio<br />
Marc’Antonio, anch’egli poeta, la trascrizione dei suoi sonetti all’<strong>in</strong>terno di<br />
quello che oggi è il codice Ambrosiano che, dunque, è un codice d’autore, ma<br />
non autografo del poeta.<br />
Molte scelte editoriali del Pèrcopo si rivelano, oggi, assai discutibili: prima<br />
tra tutte quella di elim<strong>in</strong>are dall’edizione dei <strong>Sonetti</strong> faceti la Disperata che fu, ai<br />
suoi tempi, celeberrima.<br />
Come ho dimostrato di recente 52 , la Disperata del Pistoia rappresenta l’epilogo<br />
del suo canzoniere (ed è <strong>in</strong> stretta relazione con quella corona di componimenti<br />
del Tebaldeo, <strong>in</strong>titolata al comune amico Timoteo Bendedei, che tratta il<br />
51<br />
PÈRCOPO, I <strong>Sonetti</strong> faceti, cit., p. XVI, n. 1.<br />
52 Cfr. C. ROSSI, La “Disperata”, capitolo conclusivo dei <strong>Sonetti</strong> faceti del Pistoia,<br />
cit.<br />
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