Sonetti contro l'Ariosto, giudice de' Savi in Ferrara - Carla Rossi ...
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I Testi<br />
II.<br />
Questo sonetto, il primo della collana <strong>in</strong> cui l’Ariosto viene apostrofato con l’appellativo<br />
di Magnaferro, è <strong>in</strong> stretta relazione con il son. 156 del codice Ambrosiano H 223<br />
<strong>in</strong>f., contenente la maggiore silloge delle rime del Pistoia, di cui si è già parlato nell’Introduzione.<br />
Nei vv. 7-8 l’Autore ricorda che l’Ariosto ha acquistato un ricco podere, con<br />
annessa villa, a spese del comune: si tratta dell’attuale villa Pavanelli. Nella seconda<br />
metà del ’400, esisteva <strong>in</strong> suo luogo uno splendido Castello con un’ampia tenuta, che fu<br />
venduto nel 1475 alla famiglia Trotti. I fratelli Ariosto, Nicolò e Francesco, riuscirono ad<br />
entrarne <strong>in</strong> possesso dopo la cacciata dei Trotti da <strong>Ferrara</strong> nel 1482, a spese del comune<br />
di <strong>Ferrara</strong>, come appunto precisa il sonetto. L’Autore augura poi all’Ariosto che, per le<br />
sue malefatte, possa f<strong>in</strong>ire nelle mani del boia (v. 16), che lo impiccherà per la modica<br />
somma di un soldo. Nel frattempo, si prepara un beroldo, vale a dire un <strong>in</strong>saccato di sangu<strong>in</strong>accio<br />
a forma di pagnotta, per fargli un bel cappello, aff<strong>in</strong>ché il sole non gli faccia<br />
essiccare il cervello.<br />
3. sabbione: ‘terra arenosa’, Cfr. Pistoia, <strong>Sonetti</strong>, 34, v. 14: «che sia stracco a sedere<br />
<strong>in</strong> sul sabbione»; e Villani 7. 29. 3: «E non sofferse il Re, che fossono seppelliti <strong>in</strong> luogo<br />
sacro, ma <strong>in</strong> sul sabbion del mercato». Si noti che all’epoca, a <strong>Ferrara</strong>, un’<strong>in</strong>tera zona era<br />
detta “dei sabbioni” per essere stata “spianata de sablone”, come ricorda Ricobaldo, il<br />
più antico storico di <strong>Ferrara</strong>, e segnava il limite nord della città, la quale a sud f<strong>in</strong>iva sulla<br />
riva del Po.<br />
7. possessione: < POSSESSIO, ‘villa e poderi che si posseggono’. Cfr. Decameron VIII<br />
2: «Di grandissime posessioni, e di danari, di gran lunga trapassava la ricchezza d’ogni<br />
altro ricchissimo Cittad<strong>in</strong>o».<br />
11. bretta: forma s<strong>in</strong>copata dialettale per ‘berretta’, cfr. Pistoia, <strong>Sonetti</strong>, 12, 299, 313.<br />
16. manegoldo: cfr. Pistoia, <strong>Sonetti</strong>, 158, <strong>in</strong> rima con soldo e beroldo.<br />
18. broldo: ‘beroldo’ o ‘biroldo’, voce dialettale pistoiese per ‘sangu<strong>in</strong>accio’. Derivante,<br />
forse per metatesi dal lat. BIRÒTULUS, d’onde birotilo, birotolo, birolto, biroldo,<br />
formato da bi(s) + ròtulus. Il Cappelli 2 , volle correggere il term<strong>in</strong>e con brolo, spiegandolo<br />
con ‘corona di fiori’, ma <strong>in</strong> realtà il verso è molto più truculento. Con beroldo, <strong>in</strong>fatti,<br />
<strong>in</strong> Toscana si <strong>in</strong>tende un <strong>in</strong>saccato di media pezzatura (diametro di 5-7 cm), di forma<br />
tondeggiante e schiacciata, legato alle due estremità, il cui ripieno è amalgamato col sangue<br />
di maiale. Il Pistoia usa il lemma <strong>in</strong> due altri suoi sonetti, <strong>in</strong>clusi nella raccolta del<br />
codice Ambrosiano: il 158 e il 161.<br />
2<br />
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