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Sonetti contro l'Ariosto, giudice de' Savi in Ferrara - Carla Rossi ...

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56 <strong>Sonetti</strong> <strong>contro</strong> l’Ariosto<br />

Note<br />

**************<br />

I.<br />

Il metro dei componimenti è quello tipico dei sonetti caudati (<strong>in</strong> cauda venenum!)<br />

con coda composta da settenari e distico di endecasillabi eventualmente iterabile, forma<br />

consacrata dal Burchiello. Il numero di versi varia da 17 a 20, massimo 23; tutti i componimenti<br />

presentano lo stesso schema metrico: ABBA ABBA CDC DCD DEE.<br />

Il sonetto d’esordio, per quanto sferzante, è tra i più contenuti e meno mordaci della<br />

collana.<br />

Il locutore si rivolge direttamente all’Ariosto, apostrofandolo sarcasticamente come<br />

Giudice de’ Matti. Gli fa notare come, attraverso le sue ruberie (di cui ormai parlano tutti),<br />

perpetrate sfruttando la sua carica politica, stia <strong>in</strong>grassando sempre più, mentre i ferraresi<br />

patiscono la miseria. La città è ormai dissanguata dalle cont<strong>in</strong>ue richieste <strong>in</strong> denaro<br />

del Giudice che non si vergogna, ma va perpetrando le sue estorsioni come un serpente<br />

velenoso, aggressivo e crudele, come un lupo predatore. Egli si mostra clemente solo<br />

con chi gli offre di più, ma se non cambierà stile e modo di fare, lo ammonisce il Poeta,<br />

il popolo gli griderà “A morte!” (come fecero i siciliani <strong>contro</strong> gli oppressori francesi a<br />

Palermo) e lo esorta a ravvedersi.<br />

Nell’<strong>in</strong>testazione di molti sonetti del Pistoia si legge, come qui, Data.<br />

1. Ser Nicolò: si noti il crescendo: <strong>in</strong>izialmente l’Autore usa per l’Ariosto il titolo di<br />

sere, che nella forma apocopata <strong>in</strong>dica deferenza; nel son. III della collana lo chiama, più<br />

confidenzialmente, Nicolò mio (v. 2); e nel son. VI, precisa: io ti chiamai ser Nicolò/ non<br />

avendo di te ben conoscenza/ or ti darò della magnificenza.<br />

Per le parole <strong>in</strong> rima poco, loco, gioco, foco cfr. Pistoia, <strong>Sonetti</strong>, 12 e il primo dei sonetti<br />

<strong>contro</strong> il Cosmico.<br />

ferrarese sangue: ‘sangue dei ferraresi’.<br />

4. langue: < LANGUESCERE, LANGUERE, ‘svenire’, ‘mancar di forze’, ‘perdere il vigore’,<br />

‘divenire afflitto’ (Voc. Crusca).<br />

7. giungendo sempre legna sopra il foco: locuzione dal lat. ignem igni <strong>in</strong>ducere.<br />

8. angue: < ANGUIS, ‘serpente’.<br />

10. <strong>in</strong>iquo: < INIQUUS, ‘<strong>in</strong>giusto’.<br />

12. offerisce: ‘offre’, ‘paga’.<br />

13. vespro siciliano: «diciamo <strong>in</strong> proverbio Cantare il vespro a uno, fargli una gagliarda<br />

riprensione, o dirgli liberamente l’animo suo» (Voc. Crusca), ma qui l’Autore si<br />

riferisce alla nota sommossa popolare, che fu <strong>in</strong>iziata a Palermo il 30 marzo 1282, al grido<br />

di «Mora, mora!», lanciato da una donna <strong>contro</strong> gli odiati oppressori francesi.

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