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Latinoamericana mondiale 2012 - Agenda Latinoamericana-Mundial

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«Vivir Bien como respuesta a la crisis global», Ministero degli Esteri, Bolivia. Disponibile in: alainet.org/active/34032&lang=es<br />

Crisi Globale, i modelli di sviluppo procedono come<br />

sempre verso una crescita illimitata, applicando le<br />

ricette di mercato per generare sempre più guadagni<br />

e consumo irrazionale. La aziende transazionali e gli<br />

interessi del capitale finanziario internazionale non<br />

fermano la loro espansione per mari e monti fino<br />

all’ultimo angolo del pianeta. Continuano con uno<br />

sfruttamento sempre più irrazionale e irresponsabile<br />

delle sempre più scarse risorse naturali del pianeta e<br />

tentano persino di fare affari con le stesse malattie<br />

che questi modelli producono.<br />

Nel continuare ad avanzare, questa crisi si può<br />

trasformare in una minaccia per la pace <strong>mondiale</strong><br />

quando le nazioni-stato dovessero entrare in una corsa<br />

sanguinaria, in lungo e largo, per la sopravvivenza<br />

e il controllo sul sempre minor accesso al petrolio e<br />

al gas naturale, all’acqua dolce, ai minerali principali,<br />

ai boschi e alla terra per l’alimentazione, tra le altre<br />

risorse, scatenando guerre come quelle del petrolio e<br />

del gas in Iraq, Afghanistan, Sudan e Georgia.<br />

In questo panorama non è più sufficiente lottare<br />

per liberare le nazioni impoverite dall’oppressione e<br />

dallo sfruttamento dei paesi arricchiti, per liberare il<br />

Sud dal Nord, lottare per l’indipendenza e la sovranità<br />

nazionale di fronte all’imperialismo. Il problema principale<br />

ormai non è la «povertà» del Sud, il problema<br />

è la malintesa «ricchezza» del Nord, un consumo crescente<br />

ed eccessivo per il quale non basta più un solo<br />

pianeta; l’impoverimento del Sud e l’arricchimento del<br />

Nord avanzano parallelamente alla distruzione della<br />

natura.<br />

Non vale più suggerire il socialismo contro il<br />

capitalismo o il neoliberismo, suggerire lo sviluppo<br />

sostenibile di fronte allo sviluppo, suggerire l’armonia<br />

Uomo-Natura contro la cultura del dominio sulla natura,<br />

suggerire la Cultura della Vita di fronte a modelli<br />

di sviluppo capitalisti e socialisti.<br />

Non è più possibile scegliere volontariamente tra<br />

due opzioni, tra due forze equivalenti in lotta in un<br />

contesto statico, scegliendo l’alternativa migliore per<br />

noi. Non possiamo più rimanere a tentare di risolvere<br />

le contraddizioni statiche tra capitale e lavoro, tra<br />

Nord e Sud, tra multinazionali e nazioni originarie, tra<br />

dominazione militare e la forza dell’energia comune.<br />

Non viviamo in tempi «normali», ma in tempi<br />

eccezionali. Dobbiamo aprire gli occhi, prendere coscienza<br />

della crisi, andare oltre ciò che è normale,<br />

intendere l’importanza delle tendenze dinamiche nel<br />

mondo, riconoscere gli effetti gravi sull’equilibrio<br />

della natura e il probabile sgretolamento della società<br />

occidentale quando terminerà l’energia a buon<br />

mercato e si aggraverà il cambiamento climatico. La<br />

convergenza di queste tendenze causerà un cambiamento<br />

che ci colpirà con tutta la sua forza. La vecchia<br />

società sta morendo e non è ancora nata una nuova<br />

vita. Sta maturando la situazione rivoluzionaria, nelle<br />

parole della sinistra.<br />

Però, oltre a ciò, è la Pachamama che ci convoca,<br />

oltraggiata e paziente. Ci aspetta il Pachakuti, si avvicina<br />

un cambiamento cosmico e tellurico, un cambiamento<br />

epocale, un’inesorabile alba carica di vita<br />

nuova, del recupero dell’identità e delle forza.<br />

In questa situazione, lo stesso sgretolamento della<br />

società occidentale e le minacce al pianeta indeboliscono<br />

l’opzione di continuare a far valere i modelli<br />

capitalisti e socialisti o a trovare strade che promettono<br />

ancor più la stessa cosa.<br />

Tutto ciò ci offre l’opportunità che il mondo ci<br />

ascolti ed anche una grande sfida: porre sul tavolo<br />

del dibattito i nostri principi, i nostri codici, dare<br />

impulso alla cultura della vita come l’unica soluzione<br />

che possa salvare l’umanità e il pianeta dagli effetti<br />

della crisi globale. Al centro di questa alternativa,<br />

dobbiamo avere l’abilità e la preparazione per trovare<br />

percorsi concreti che ci conducano alla costruzione<br />

di una nuova vita o almeno a un nuovo equilibrio di<br />

sopravvivenza. Abbiamo bisogno di vedere come prenderci<br />

cura e dare forza alla rinascita dei popoli indigeni<br />

originari perché siano una guida per la salvezza<br />

dell’umanità e del pianeta.<br />

Pertanto dobbiamo tener contro di queste tendenze<br />

dinamiche per stabilire le basi, le fondamenta<br />

della ricostruzione della società umana. Senza queste<br />

fondamenta, senza questa base, tutto il resto di cui si<br />

parla, combattere lo sfruttamento, la discriminazione<br />

e l’impoverimento della maggioranza della popolazione,<br />

la lotta contro la povertà e l’analfabetismo, il<br />

recupero, la nazionalizzazione, l’industrializzazione e<br />

l’uso sostenibile del gas e delle altre risorse naturali,<br />

la produzione e il consumo di prodotti ecologici,<br />

la diversificazione industriale, la promozione delle<br />

esportazioni e l’apertura di nuovi mercati... si basa su<br />

un’analisi fuori dalla realtà e, pertanto, non servirà a<br />

niente.<br />

❑<br />

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