Latinoamericana mondiale 2012 - Agenda Latinoamericana-Mundial
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disponibilità ad accogliere furono Svezia, Olanda,<br />
Francia, Messico e Norvegia. Le istituzioni internazionali<br />
che collaborarono con maggiore efficacia<br />
sono state la Croce Rossa Internazionale, il Consiglio<br />
Mondiale delle Chiese con sede a Ginevra, la Chiesa<br />
Luterana di Svezia, Pane per il Mondo, Misereor in<br />
Germania e altre. L’Assemblea collaborò in modo molto<br />
efficiente alla riuscita dello Sciopero della Fame,<br />
iniziato da cinque donne del Distretto minerario di<br />
Catavi-Secolo XX, che ottenne lo spodestamento del<br />
regime di Bánzer.<br />
L’olocausto.dei.migliori<br />
Lungo i 20 anni delle dittature la Bolivia perse i<br />
suoi migliori quadri politici: Marcelo Quiroga, i martiri<br />
della Calle Harrington, Teoponte, Espinal… e tanti<br />
altri. Personalmente ebbi a lamentare con profondo<br />
dolore la perdita dei miei migliori amici per amore di<br />
giustizia e libertà: Mauricio Lefevbre, Federico Escobar,<br />
Luis Espinal, Marcelo Quiroga Santa Cruz<br />
Senza alcun dubbio Marcelo era l’uomo più temuto<br />
dalle dittature di allora: un modello di uomo politico,<br />
analista, oratore, giornalista, scrittore… ma soprattutto<br />
uomo di profondissima onestà nei suoi comportamenti<br />
sia personali che politici. Nutrivamo una<br />
stretta reciproca amicizia. Il governo del generale Luis<br />
García Mesa e del suo collaboratore colonnello Arce<br />
Gómez temeva e odiava Marcelo e aspettava l’occasione<br />
opportuna per eliminarlo.<br />
Avendo letto sui giornali chiare minacce contro<br />
Marcelo mi decisi ad andare a casa sua per esprimergli<br />
la mia solidarietà. Viveva nel condominio Apolo, in<br />
uno dei piani superiori. Gli dissi molto francamente<br />
che in quel luogo non aveva alcuna possibilità di<br />
sottrarsi alla persecuzione che il regime avrebbe scatenato<br />
contro di lui.<br />
- Sì, mi rispose, però per il momento non ho altra<br />
scelta. Non sto fuggendo.<br />
- Qui non hai scampo. Ti offro la mia casa.<br />
- Marcelo, gli disse sua moglie, devi accettare l’offerta<br />
che ti fa il Padre Gregorio. Io ti appoggerò da qui.<br />
- Va bene, accetterò, rispose.<br />
A casa mia già erano in funzione alcune elementari<br />
norme di sicurezza. La prima era quella di realizzare<br />
un perfetto camuffamento dell’ospite nei riguardi<br />
del personale della casa e dei visitatori. Era come un<br />
nuovo battesimo. Occorreva dargli un nuovo nome, e<br />
anche nuova professione e nazionalità. Dovevo anche<br />
«inventare» i motivi per i quali era venuto a vivere<br />
nella casa parrocchiale.<br />
Con Marcelo tutto questo fu molto semplice e<br />
perfino un poco comico. Da quel momento Marcelo<br />
prese a essere un sacerdote argentino amico mio, che<br />
si chiamava P. Juan e che era venuto in Bolivia per<br />
seguire alcuni corsi di pastorale (!). Marcelo accettò<br />
con molto umorismo la sua nuova identità, come<br />
anche alcune misure di sicurezza: non doveva uscire<br />
dalla sua stanza quando venivano persone estranee;<br />
se aveva necessità di parlare al telefono, non doveva<br />
farlo personalmente, ecc. Tutto andò molto bene per i<br />
due mesi durante i quali visse in casa mia, il mascheramento<br />
era perfetto e non vi fu problema alcuno.<br />
La fatidica riunione nella COB (Central Obrera de<br />
Bolivia)<br />
Era però in gestazione un nuovo golpe militare.<br />
Giungevano informazioni preoccupanti da Trinidad. La<br />
Commissione per la Difesa della Democrazia convocò<br />
una riunione urgente nell’edificio della COB. Marcelo<br />
mi disse di dover andare a quella riunione. Lo sconsigliai<br />
caldamente. Marcelo insistette perché sentiva<br />
l’obbligo morale di parteciparvi.<br />
Il tragico risultato di questa riunione è storia<br />
nota. I paramilitari del colonnello Arce Gómez, nascosti<br />
in diverse ambulanze, arrivarono all’edificio della<br />
COB e lo presero d’assalto, facendo prigionieri i principali<br />
dirigenti. A Marcelo, che era l’obiettivo principale,<br />
uno dei paramilitari sparò senza preavviso.<br />
Anche se mai il governo diede notizie vere su<br />
questo orribile fatto, si sa che, gravemente ferito,<br />
Marcelo arrivò ancora in vita fino al Quartiere Generale<br />
dell’Esercito, dove fu selvaggiamente torturato fino a<br />
togliergli la vita.<br />
Per quanto sia i suoi familiari sia l’opinione pubblica<br />
abbiano preteso, costantemente, di recuperare i<br />
suoi resti mortali, mai si è riusciti a ottenere un’informazione<br />
seria e completa.<br />
Marcelo, questo sì, è passato alla storia della<br />
Bolivia come modello di dirigente politico, non soltanto<br />
per le sue qualità di intellettuale e di statista,<br />
ma anche per tutta la sua traiettoria umana e politica,<br />
guidata da una linea di condotta sempre basata sui<br />
grandi principi dell’etica.<br />
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