Latinoamericana mondiale 2012 - Agenda Latinoamericana-Mundial
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Premessa all’edizione italiana dell’<strong>Agenda</strong><br />
L a t i n o a m e r i c a n a - m o n d i a l e 2 0 1 2<br />
<strong>2012</strong>. Un nuovo anno e il cammino dell’<strong>Agenda</strong> <strong>Latinoamericana</strong> non si ferma, indicando ancora<br />
una volta un orizzonte di carattere fortemente latinoamericano. Il Bien Vivir è però una proposta<br />
potenzialmente coinvolgente anche per il nostro sguardo occidentale, benché forse non immediatamente<br />
interpretabile. Sumak Kawsay, che significato può avere per noi tale nozione indigena, che<br />
traduciamo in una sorta di categoria di vita, quella del «ben vivere»?<br />
Ce lo chiediamo mandando in stampa questa nuova edizione dell’<strong>Agenda</strong>, mentre ci sentiamo<br />
oppressi da un senso di sfiducia e indignazione rispetto alla situazione italiana di crisi economica,<br />
etica, di mancanza di responsabilità delle nostre istituzioni; preoccupati per il futuro; con pochi appigli<br />
a livello politico, morale, culturale, religioso; alle prese con una manovra finanziaria che lascia<br />
sconcertati.<br />
Non possiamo però dimenticare che abbiamo alle spalle una primavera eccezionale, caratterizzata<br />
da un’evidente e concreta novità: abbiamo sperimentato che un cambiamento si sta affacciando,<br />
le persone tornano in piazza, votano, cambiano le amministrazioni. E ancora, milioni di cittadini<br />
si sono mobilitati per i «beni comuni», cosa non da poco se paragonata alla perdita del senso di<br />
collettività che pare circondarci. Abbiamo respirato speranza, è possibile dunque che lo sguardo si<br />
sollevi a livello di cittadinanza universale, per rimettere al centro i diritti della collettività entro cui<br />
declinare tutti i diritti dei singoli. Acqua, fonti energetiche, uguaglianza di fronte alla legge. È per<br />
questi temi, è per diritti di tale portata che più di 26 milioni di persone si sono espresse in Italia.<br />
Che segno! E quanti impegni da intraprendere! Il percorso di rinnovamento si è appena schiuso, è da<br />
difendere per permetterne la crescita.<br />
Ma come? Ecco che l’<strong>Agenda</strong> <strong>Latinoamericana</strong>, proponendoci il Buen Vivir, traccia il percorso secondo<br />
«una logica molto diversa dalla mentalità “post-moderna”, tremendamente individualista ed<br />
economicista» dice Iriarte: ossia «la visione solidaristica della vita contrapposta a quella individualista»<br />
suggerisce F. Gesualdi, nello scegliere il «ben vivere» piuttosto che la ricerca del «vivere meglio».<br />
Quest’ultimo infatti «presuppone un’etica del progresso illimitato. Al contrario, il “ben vivere”<br />
punta a un’etica del sufficiente per tutta la comunità, e non solamente per l’individuo, propone una<br />
visione olistica e integrata dell’essere umano, immerso nella grande comunità terrena, in profonda<br />
comunione con la Pachamama, con le energie dell’universo e con Dio» ricorda L. Boff. E se possiamo<br />
considerare il «Sumak Kawsay un’utopia indigena», ci chiediamo con J.M.Vigil come si confronta con<br />
«l’utopia del Regno di Dio di Gesù di Nazaret. Si possono combinare le due utopie? O forse sono la<br />
stessa utopia?». Si riafferma così l’obiettivo dell’<strong>Agenda</strong> sin dalle sue origini, ossia individuare, approfondire<br />
e impegnarsi per le Grandi Cause, secondo una prospettiva <strong>mondiale</strong>. La ricerca a cui anche<br />
noi siamo chiamati è quella di «un nuovo modello di civiltà» che elimini «le asimmetrie e i disequilibri<br />
che dividono continenti e paesi, o una stessa nazione» (A. Gonçalves). Perché non esiste ben<br />
vivere senza ben con-vivere, e l’archetipo predatorio dovrà essere sostituito dal modello simbiotico,<br />
quello «della cooperazione volontaria, del mutuo impiego, della comunicazione e della comprensione<br />
più ampia» (L. Mumford).<br />
Ecco perché la riflessione che si sta sviluppando nella Patria Grande, parla anche a noi: «il Ben<br />
Vivere, ci viene incontro come un vangelo di vita possibile, degna per tutte le persone e tutti i popoli»<br />
(P. Casaldaliga), il nuovo orizzonte di speranza collettiva che tanto ricerchiamo. Buona lettura!<br />
Cinzia Thomareizis<br />
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