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Latinoamericana mondiale 2012 - Agenda Latinoamericana-Mundial

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Da La izquierda y el cristianismo, Aguilar Taurus, Messico 1998.<br />

La SINISTRA comE granDE causa<br />

La storia della sinistra è la storia di una lunga<br />

marcia in lotta contro la barbarie provocata dagli<br />

esseri umani. Questa lotta è stata diretta contro le<br />

ingiustizie e per conquistare un livello maggiore di<br />

fraternità tra questi esseri chiamati - non invano -<br />

animali razionali. Sappiamo già che nello sviluppo<br />

della civiltà ci sono abbondanti prove dell’una e<br />

dell’altra, e non saprei dire cosa prevale: se l’animalità<br />

o la razionalità.<br />

La lotta per sopprimere la barbarie e raggiungere<br />

la fraternità umana è molto antica. C’è chi identifica<br />

la nascita della sinistra con la storia delle tre Internazionali<br />

operaie, nate rispettivamente nel 1864,<br />

1889 e 1919. Altri retroattivano la sua nascita a date<br />

antecedenti, come la Rivoluzione Francese del 1789,<br />

la fase del primo sviluppo del socialismo utopico in<br />

Inghilterra e Francia nel decennio del 1810, o la pubblicazione<br />

del Manifesto Comunista (1848). C’è anche<br />

chi ha affermato che le radici storiche della sinistra<br />

socialista moderna sono da ricercarsi più lontano,<br />

niente meno che duecento anni prima della pubblicazione<br />

del Manifesto Comunista, concretamente nel<br />

periodo della guerra civile inglese (1642-1652), in cui<br />

sorse il movimento radicale dei diggers che difendeva<br />

idee egualitarie.<br />

Per denominare con il nome generico di sinistra<br />

l’insieme dei movimenti che hanno lottato e continuano<br />

a lottare contro la barbarie dello sfruttamento<br />

e della dominazione che impediscono la fraternità,<br />

l’uguaglianza e la libertà, dobbiamo ricondurci ancora<br />

molto più indietro. Da questa premessa, io stabilirei<br />

l’origine della sinistra nella ribellione degli schiavi<br />

guidata da Spartaco tra gli anni 73-71 a.C. Una guerra<br />

che finì con la sua morte nella lotta contro le truppe<br />

di M. Licinio Crasso, ad Apulia, e con la vittoria<br />

definitiva di Pompeo, che annientò l’esercito degli<br />

schiavi.<br />

Durante questi duemila e settantatre anni, le<br />

lotte di liberazione di milioni di esseri umani hanno<br />

alimentato il corso umanizzante del fiume della storia.<br />

Credo che dobbiamo inserire la nostra prospettiva in<br />

un orizzonte molto ampio, che sradichi una volta per<br />

tutte le immagini della caduta del muro di Berlino<br />

come la fine della storia e il principio di un futuro<br />

univocamente segnato dal fallimento dell’esperimento<br />

bolscevico; dopo tutto, uno dei molti di una lunga<br />

storia di ricerca per costruire un mondo che armonizzi<br />

l’eguaglianza, la fraternità e la libertà. Questa prospettiva<br />

ampia può liberare la sinistra da un sovraccarico<br />

ideologico e centrarla su radici morali e obiettivi<br />

umanizzanti. Da questo taglio, le culture politiche, le<br />

ideologie e i programmi si convertono in meri mezzi,<br />

in strumenti che devono sottomettersi alla dinamica<br />

di prove ed errori per raggiungere gli obiettivi morali<br />

e sociali, che sono ciò che veramente attribuisce<br />

l’identità più profonda a ciò che oggi definiamo in<br />

linguaggio colloquiale «la sinistra».<br />

Per questi motivi, si dovrebbe identificare un aggettivo<br />

per concretizzare l’identità di fondo che unisce<br />

il suo passato e il suo futuro, e credo che il più adeguato<br />

sarebbe «spartachista», molto più che marxista,<br />

socialista o postmarxista. Spartaco come archetipo di<br />

una sinistra che cerca di sradicare la sofferenza umana<br />

causata da meccanismi di sfruttamento e dominio, e<br />

che richiama a una sollevazione morale, a un impegno<br />

politico di tutte quelle persone che - secondo diverse<br />

ideologie, etiche o religiose - vogliono farla finita con<br />

situazioni di disumanità e diseguaglianza intorno a un<br />

programma comune di azione.<br />

La lotta proseguirà con o senza il nome di sinistra,<br />

marxismo o socialismo, fin tanto che ci saranno<br />

comunità di persone che si ribellano allo sfruttamento,<br />

alla dominazione e all’impoverimento di alcuni<br />

ad opera di altri. Conviene che rimanga ben chiara<br />

questa idea, in un momento in cui bisogna saper<br />

distinguere molto bene i fini dalle modalità e i metodi<br />

per raggiungerli. I nostri sono tempi in cui dobbiamo<br />

chiarirci l’essenziale ed essere aperti alla ricerca di<br />

mediazioni di ogni tipo per raggiungere gli obiettivi<br />

della sinistra, che dovranno essere ridefiniti in ogni<br />

congiuntura storica.<br />

L’essenziale è saper precisare i fini e i mezzi di un<br />

progetto collettivo e universale, per far sì che diminuiscano<br />

lo sfruttamento, le ingiustizie, le oppressioni,<br />

le diseguaglianze e le povertà che continuano a esi-<br />

stere.<br />

Rafael Díaz Salazar<br />

Madrid, Spagna<br />

❑<br />

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