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Latinoamericana mondiale 2012 - Agenda Latinoamericana-Mundial

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co del tempo, delle grandi narrazioni, dei valori della<br />

cause umanitarie, di una visione del mondo e della<br />

vita che rompa i limiti del qui e ora per proiettarsi nel<br />

futuro che pervade e insieme sorpassa tutti i modelli di<br />

futuro - quello che Gesù ha chiamato il Regno di Dio,<br />

che non sta là in alto, ma di fronte, al culmine di tutti<br />

i nostri sogni e delle nostre utopie.<br />

Insomma, si tratta di cercare una qualità di vita più<br />

vicina possibile alla proposta sumak kawsay (vivere in<br />

pienezza) dei popoli originari andini e non al consumismo<br />

esasperato dello shopping. «Vivere in pienezza» o<br />

«ben vivere» non coincide con la proposta consumistica<br />

di un’esistenza basata sul denaro, sul possesso dei<br />

beni di comfort, su condizioni di sicurezza che predominano<br />

sulla libertà.<br />

Sumak kawsay é considerare sufficiente ciò che è<br />

abbastanza, mantenere con la natura una relazione di<br />

alterità, godere della qualità di vita liberi dallo stress,<br />

dall’inquinamento, dalla competizione sfrenata. Un ben<br />

vivere arricchito di spiritualità, di vincoli resistenti di<br />

amicizia, di celebrazione frequente dei doni della vita e<br />

dei frutti del lavoro, di fede che diventa festa.<br />

Cause.convergenti.<br />

Se il sumak kawsay merita di figurare come la nostra<br />

Grande Causa di oggi, è necessario impegnarsi in<br />

varie cause capaci di convergere in questa direzione. Ci<br />

sono molte cause settoriali o corporative, come quella<br />

indigena, quella delle donne, quella degli omosessuali,<br />

quella dei neri, quella dei sem terra e dei senza tetto,<br />

quella dei migranti e, tra le altre, quella ecologica.<br />

La sfida è come ampliare tali lotte dentro una visione<br />

sistemica, poiché pretendere di ottenere conquiste per<br />

ognuna di queste cause dentro il sistema capitalista<br />

neoliberale sarebbe come credere che si possa ottenere<br />

un panno nuovo rammendando tessuti vecchi...<br />

É sempre più importante articolare le lotte dei vari<br />

movimenti popolari e sociali in modo che il movimento<br />

delle donne non sia un mero spettatore di ciò che<br />

accade al movimento dei sem terra, e neanche che<br />

questo si limiti a guardare alla TV la mobilitazione del<br />

movimento indigeno. Senza che la lotta di uno diventi<br />

la lotta di tutti, difficilmente si raggiungerà il sogno di<br />

una società che favorisca la vita in pienezza.<br />

La vita vale solo la pena di essere vissuta per i sentimenti<br />

e le pratiche di amore, di giustizia, di rispetto<br />

dell’identità e dei diritti dell’altro. Solo così saremo<br />

capaci di saziare la nostre fame di pane e placare la<br />

nostra sete di bellezza. ❑<br />

❑<br />

Liberazione e Sumak Kawsay<br />

Uno sguardo dalla prospettiva di Genere<br />

Elsa Tamez<br />

San José, Costa Rica<br />

La liberazione è un’evoluzione continua di una<br />

situazione di oppressione che ricerca il ben vivere. Mi<br />

piace il termine Sumak Kawsay perché dà contenuto<br />

all’obiettivo di vivere processi di liberazione. Abbiamo<br />

vissuto tante lotte... la maggioranza le abbiamo perse,<br />

è certo; come il colonnello Buendia di Cento anni di<br />

solitudine che fece trenta rivoluzioni, tutte perse. E<br />

tuttavia siamo qui; ancora crediamo, speriamo; balliamo<br />

alle feste, a volte, con le foto dei martiri e i desaparecidos<br />

attaccate alle pareti del salone, loro ci vedono e ci<br />

sorridono: ci accompagnano. Questo è perché i processi<br />

di liberazione si vivono simultaneamente al ben vivere.<br />

Non si lotta senza allegria, col muso lungo per le terre<br />

dei popoli nativi, l’alto costo della vita o la violenza<br />

contro le donne. Inserirsi nel cammino di liberazione<br />

significa già ben vivere un cammino di grazia.<br />

La liberazione è un processo continuo e comunitario.<br />

Si comincia e si aspetta il sumak kawsay. Quando<br />

dico comunitario affermo che lì siamo insieme donne e<br />

uomini, di diverse culture, motivati dal sumak kawsay<br />

per tutti e tutte. Parlare soltanto di liberazione, senza<br />

sumak kawsay, può nascondere discriminazioni razziali<br />

e patriarcali; però parlare di sumak kawsay nel processo<br />

comunitario di liberazione porta alla luce vere interrelazioni<br />

tra uomini e donne e con la natura. Perché il ben<br />

vivere, il sumak kawsay, non si può realizzare nella lotta<br />

per la sola giustizia, poiché essa tende a rinviare o a lasciare<br />

da parte le dimensioni del ben vivere quotidiano:<br />

un bacio, una pannocchia cotta ben fatta, o dividere<br />

con l’altro e l’altra un boccone di taco caldo con fagioli<br />

e chili saporito. Sumak Kawsay si radica nell’etica della<br />

cura, dimensione imprescindibile nelle lotte per la giustizia.<br />

Per le donne è sommamente importante parlare di<br />

sumak kawsay quando si parla di liberazione dei popoli<br />

o di liberazione delle donne. Se non c’è sumak kawsay<br />

non c’è liberazione, nonostante abbiamo ottenuto una<br />

conquista salariale o maggiori riconoscimenti alle donne.<br />

Vivere bene significa vivere un vero processo di liberazione.<br />

D’altra parte, sumak kawsay senza una visione<br />

di liberazione all’orizzonte non ha senso, è un’illusione<br />

o un vivere con cinismo.<br />

❑<br />

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