Latinoamericana mondiale 2012 - Agenda Latinoamericana-Mundial
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exterior/ue.htm”http://www.comunidadandina.org/<br />
exterior/ue.htm]. Ovvero, in questo Paese vi è tutto<br />
un movimento per la sua sovranità, per il suo nazionalismo.<br />
Vi è un nazionalismo nuovo, di sinistra, che è<br />
multinazionale e si deve riconoscere questo elemento<br />
della multinazionalità e della diversità della partecipazione<br />
cittadina. E questa partecipazione a mio giudizio<br />
è ciò che dà ricchezza al processo. Perché? Perché vi<br />
sono differenti forme di partecipazione e questa partecipazione<br />
deve esistere secondo le regole di diversi<br />
giochi interni alla struttura costituzionale, che nulla<br />
mette in dubbio.<br />
Infatti possiamo combinare queste due transizioni<br />
da capitalismo a socialismo e da colonialismo all’autodeterminazione.<br />
La differenza fra il parlare di socialismo<br />
del secolo XXI e socialismo del Ben Vivere non è<br />
cosa banale. Il socialismo del Ben Vivere combina le<br />
due transizioni: dal capitalismo al socialismo, dal colonialismo<br />
alla decolonizzazione, alla fine del razzismo,<br />
alla fine dello sterminio.<br />
E questo ci porta ad altri concetti di democrazia.<br />
La Costituzione della Bolivia dice che vi sono tre forme<br />
di democrazia. Questo valorizza la teoria che è arrivata<br />
dal nord - per questo abbiamo bisogno anche di teorie<br />
dal sud. Dice che vi sono tre forme di democrazia:<br />
democrazia rappresentativa, partecipativa e comunitaria.<br />
Forme democratiche diverse che incrementano le<br />
forme di partecipazione, perché queste si uniscono alla<br />
democrazia rappresentativa, non le si pongono contro.<br />
Stanno accrescendo la democrazia rappresentativa.<br />
Perché? Perché la democrazia rappresentativa è liberale<br />
e non si difende dalle forze fasciste, come abbiamo<br />
visto mille volte in questo continente e in Europa. Per<br />
questo è necessario avere forze, metodi radicali e rivoluzionari<br />
di democrazia, che sorgono da tutte queste<br />
lotte; che ci obbligano, inoltre, a differenti concezioni<br />
del tempo.<br />
La transizione dal capitalismo al socialismo ha una<br />
durata di 200 anni, potremmo dire, nella sua forma<br />
più matura. La transizione dal colonialismo alla decolonizzazione<br />
fu di lunga durata, dalla conquista in<br />
poi. E qui realmente, quando mettiamo in atto queste<br />
forme di lunga durata, i popoli si affermano in maniere<br />
distinte. Mi sono sorpreso che non si parli dei popoli<br />
indigeni; quasi per nulla della loro parte, del loro ruolo<br />
principale in molti di questi processi, e occorre dirlo.<br />
Perché? Perché la presenza dei popoli indigeni non<br />
si può misurare con criteri quantitativi di democrazia<br />
rappresentativa, per la semplice ragione che quanto<br />
più sono ridotti, tanto più preziosi risultano essere.<br />
Perché quanto meno numerosi sono, tanto più grave è<br />
stato il genocidio, più ne hanno uccisi più importanti<br />
sono oggi e preziosi ai fini della giustizia storica. Non<br />
stiamo parlando di giustizia razziale, stiamo parlando<br />
di giustizia storica. Da qui deriva la ricchezza dei<br />
processi costituzionali della Bolivia e dell’Ecuador in<br />
questo riscatto della giustizia. Non si tratta solamente<br />
di giustizia sociale, ma anche di una giustizia storica e<br />
così si compie una transizione molto più forte verso un<br />
altro modo di vivere.<br />
Diritti.della.Pachamama<br />
Quando parliamo dei diritti della Pachamama<br />
stiamo parlando di qualcosa di indigeno? No. Stiamo<br />
parlando di una commistione. Di ciò che io chiamo<br />
un’ «ecologia di conoscenze». È una mescolanza di<br />
sapienze; di sapienza ancestrale con quella moderna,<br />
eurocentrica, progressista. Perché? Linguaggio del<br />
diritto e linguaggio di Pachamama. Nella visione cosmica<br />
indigena non c’è questo concetto di diritto, vi è<br />
più il concetto di dovere e non tanto quello di diritto.<br />
Diritto di Pachamama è una mescolanza meravigliosa,<br />
fra pensiero eurocentrico e pensiero ancestrale ed è<br />
questa la ricchezza che non possiamo disperdere. È la<br />
ricchezza del capitale sociale organizzativo di questa<br />
diversità. Se questa forza viene dispersa adesso che<br />
abbiamo la multinazionalità nella Costituzione, sarebbe<br />
una perdita per decenni. Questa grande novità è ciò<br />
che chiamiamo il «costituzionalismo trasformatore».<br />
Perché dal costituzionalismo moderno furono cancellate<br />
le diversità nel nome dell’uguaglianza; ma con questo<br />
dopo l’indipendenza uccisero più indigeni di quanti ne<br />
avessero uccisi prima. Questo fu una tragedia.<br />
Quindi dobbiamo vedere come creare un futuro che<br />
raccolga l’eredità ancestrale. La modernità occidentale<br />
non l’ha mai saputo: il futuro si trova sempre avanti,<br />
mai dietro. Noi stiamo riscattando il passato come<br />
forma di futuro più rispettoso della diversità di questo<br />
Continente.<br />
E questa è la ricchezza, a mio giudizio, del Socialismo<br />
del Ben Vivere, che forse è un’espressione più<br />
affascinante di Socialismo XXI. Perché a volte, quando<br />
ne sento parlare, il Socialismo del secolo XXI assomiglia<br />
molto a quello del secolo XX. Quando parliamo del<br />
«Socialismo del Ben Vivere» non è possibile fare confusione,<br />
si tratta di altra cosa nuova che sta sorgendo. ❑<br />
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