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DISPENSE DEL CORSO DI LABORATORIO DI CHIMICA – FISICA 1

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luminosa (lampada al Sodio o a Mercurio) resa almeno approssimativamente<br />

monocromatica (in genere mediante opportuni filtri), due prismi di Nicol tra i quali è<br />

posta la cella contenente il campione ed un oculare (Figura 33).<br />

Filtro<br />

Nicol<br />

polarizzatore<br />

Cella<br />

portacampione<br />

Nicol<br />

analizzatore Oculare<br />

Figura 33. Schema generale di un polarimetro<br />

Il primo Nicol (polarizzatore) rende la luce linearmente polarizzata: in assenza di sostanze<br />

otticamente attive nella cella e con il secondo Nicol (analizzatore) coassiale con il primo, il<br />

piano della luce rimane invariato. All’oculare giunge pertanto una radiazione la cui<br />

intensità è pari a I = kI0dove<br />

I 0 è l’intensità della radiazione polarizzata che fuoriesce dal<br />

primo Nicol, mentre il coefficiente k (k < 1) tiene conto delle perdite per riflessioni e<br />

assorbimento da parte del secondo Nicol e della cella. Poiché l’intensità di una radiazione<br />

luminosa è proporzionale al quadrato dell’ampiezza di oscillazione del vettore campo<br />

elettrico associato, la componente della radiazione incidente in grado di attraversare il<br />

secondo Nicol quando questo è ruotato di un certo angolo θ rispetto al primo, è ottenibile<br />

scomponendo il vettore campo elettrico in due componenti: una nel piano della sezione<br />

principale del prisma e una nel piano ad essa normale. Risulterà pertanto:<br />

I = kI θ (5.3)<br />

2<br />

0 cos<br />

Ne consegue che quando il Nicol analizzatore è “incrociato” al polarizzatore, cioè quando<br />

le sezioni principali dei due prismi sono mutuamente ortogonali (θ = 90°) all’oculare non<br />

giunge alcuna radiazione luminosa (cos θ = 0 e quindi I = 0). Ovviamente quando le due<br />

sezioni sono parallele è θ = 0° e conseguentemente I = kI0,<br />

cioè l’intensità luminosa<br />

incidente sull’oculare è massima. Quando nella cella è posta la sostanza otticamente attiva,<br />

questa produrrà una rotazione del piano di polarizzazione della luce pari ad α: in questo<br />

caso il massimo di intensità luminosa incidente sull’oculare si avrà quando l’angolo θ<br />

formato dalle sezioni principali dei due prismi sarà anch’esso pari ad α. Negli strumenti<br />

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