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IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...

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per esprimere, fin dal primo quadro, gli elementi fondamentali del suo<br />

pensiero:<br />

«La SS. Trinità beatissima si raccoglie a consiglio: dal quale esce il<br />

decreto: “Facciamo l’uomo a immagine e somiglianza nostra”. <strong>Maria</strong> SS.<br />

nella mente <strong>di</strong> Dio è prevista Capolavoro della creazione. Dio è il Principio e<br />

l’Uomo Fine <strong>di</strong> tutto il creato».<br />

Anche da questo particolare risulta chiarissimo come l’Alberione parte dal<br />

presupposto che la Madonna è Madre dell’umanità proprio perché è l’asse<br />

portante della Via humanitatis e dell’intera storia della Salvezza.<br />

Dalla Cripta al Santuario superiore<br />

l’esaltazione della Maternità universale<br />

Nel suo libro su Antonio Giuseppe Santagata, Giorgio Nicodemi traccia<br />

una sintesi relativa all’affresco della cupola del Santuario “<strong>Regina</strong><br />

Apostolorum - Mater humanitatis”, che giustamente viene definita l’opera<br />

massima dell’artista.<br />

Scrive fra l’altro: «L’immenso poema mariano, se aveva avuto predecessori<br />

illustri, a cominciare dall’Angelico, gli si presentò compiuto in una sfera dove<br />

il soprannaturale spazia in ognuno dei campi toccati dalla narrazione<br />

evangelica e dalla fede cristiana. Le legioni degli Angeli, che fanno da corona<br />

alle figurazioni simboliche della Trinità, sono creature nate da un desiderio <strong>di</strong><br />

purezza e <strong>di</strong> altezza che è negli ideali umani più fermi. Il collegamento degli<br />

ideali alle esperienze e alle speranze degli uomini percorre la via per la quale è<br />

possibile avvicinare la Vergine come Madre e Me<strong>di</strong>atrice tra Dio e gli uomini<br />

[...].<br />

Ogni punto dell’affresco è come un momento del poema intero. L’artista,<br />

dopo aver compiuto la cupola, <strong>di</strong>pinse nei pennacchi della stessa le quattro<br />

rappresentazioni che definiscono la Madonna: “Mater Dei, Semper Virgo,<br />

Immaculata Conceptio, In Coelum Assumpta”. La sostituzione degli<br />

Evangelisti o dei Dottori della Chiesa, che appaiono in tante illustri<br />

decorazioni nei sostegni interni delle cupole, ha un senso e una ragione nella<br />

mirabile iperdulìa della Vergine. La poderosa evidenza delle immagini nei<br />

pennacchi reca il giusto sostegno pittorico della cupola; e l’immenso affresco<br />

palpita nella luce come una apparizione ultraterrena, librata, aerea, limpida<br />

nello spazio...» (Ibid., pag. 36).<br />

L’Osservatore Romano, l’indomani della consacrazione del Santuario<br />

<strong>Regina</strong> degli Apostoli, scriveva a sua volta: «... il soggetto assegnato da <strong>Don</strong><br />

Alberione al pittore [della cupola] costituisce il logico proseguimento del tema<br />

generale: <strong>Maria</strong> Mater humanitatis. Se le figurazioni pittoriche e scultoree<br />

della Cripta rappresentano l’aspettazione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e della sua Maternità nel<br />

Vecchio Testamento, simboli, le prefigure e le profezie, i <strong>di</strong>pinti della grande<br />

cupola esaltano la sua duplice maternità nelle espli-citazioni della sua vita<br />

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