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IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...

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Quasi in una sintetica esposizione dottrinale, il beato Giacomo Alberione<br />

tocca poi i seguenti aspetti della grandezza e della funzione della Vergine<br />

<strong>Maria</strong>:<br />

- La santità dell’esempio <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />

- <strong>Maria</strong> è vita: efficacia delle sue preghiere<br />

- <strong>Maria</strong> è sapienza: autorità del suo consiglio<br />

- <strong>Maria</strong> fu <strong>di</strong>scepola <strong>di</strong> Gesù nella vita privata e nella vita pubblica<br />

- <strong>Maria</strong> fu maestra a Gesù<br />

- <strong>Maria</strong> fu maestra nella Chiesa.<br />

Da quanto fin qui riportato, emerge con chiarezza che la mariologia <strong>di</strong><br />

Alberione, o la sua spiritualità mariana, ha pure un profondo valore<br />

teologico e una notevole efficacia pedagogica.<br />

Gesù Maestro ci è stato dato da <strong>Maria</strong> Vergine: ed è perciò solo in<br />

un’atmosfera chiaramente mariana che si può ottenere quell’intimo contatto<br />

con il Maestro <strong>di</strong>vino che è lo scopo fondamentale della nostra vita.<br />

«Realmente è stato inteso così – osserva Giovanni Roatta, in un testo<br />

riportato dall’Alberione stesso –, quando è stata inculcata senza requie la<br />

devozione alla Vergine Santa, <strong>Regina</strong> degli Apostoli e Madre dell’umanità. E il<br />

pensiero del Primo Maestro si è espresso in forma sensibilissima anche nel<br />

Tempio-Santuario alla <strong>Regina</strong> degli Apostoli in Roma, consacrato a<br />

conclusione dell’Anno <strong>Maria</strong>no 1954. [...] Perché la realtà semplicissima è<br />

questa: la Famiglia Paolina va a ricevere Gesù, nel Santuario, dal seno della<br />

Vergine Madre.<br />

Quel capolavoro architettonico che è il Santuario de<strong>di</strong>cato alla <strong>Regina</strong> degli<br />

Apostoli crea infatti uno splen<strong>di</strong>do ambiente mariano. Il Tabernacolo dove<br />

siede il Maestro nasce su un altare da cui prende le mosse una solenne<br />

celebrazione artistica della Vergine: da un lato è la comparsa dell’Immacolata,<br />

in contrasto col peccato d’origine; dall’altro lato <strong>Maria</strong> emerge dalla<br />

creazione, “primogenita ante omnem creaturam”, capolavoro del Creatore,<br />

quasi fiore dell’universo: un bel fiore scolpito vicino alla Vergine sottolinea<br />

questo pensiero. Dal fiore il frutto: nel Tabernacolo troviamo, infatti, il frutto<br />

del seno della Vergine, Gesù, forma dello sviluppo umano, il formatore degli<br />

uomini.<br />

Ora il compito della Vergine-Madre è quello <strong>di</strong> far nascere e formare<br />

gradualmente Gesù anche in tutti coloro che devono “rendersi conformi<br />

all’immagine del Figlio suo” (Rm 8, 29). <strong>Maria</strong> ci sta <strong>di</strong>nanzi come Madre e<br />

Maestra, per darci un saggio meraviglioso <strong>di</strong> come si <strong>di</strong>venta veri <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong><br />

Cristo, e per guidarci a costruire la persona sulla forma del Verbo.<br />

<strong>Maria</strong>, infatti, è l’esemplare supremo del <strong>di</strong>scepolato, come afferma<br />

chiaramente sant’Agostino: “Per <strong>Maria</strong> valse <strong>di</strong> più l’essere <strong>di</strong>scepola <strong>di</strong> Cristo<br />

che non l’esserne Madre; fu per lei cosa più felice l’esserne <strong>di</strong>scepola che<br />

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