IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...
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l’umanità, e da quel momento la tensione della Comunità cristiana non può<br />
più sottrarsi all’impegno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere in tutto il mondo l’evento salvifico <strong>di</strong><br />
Betlemme, perché tutti gli uomini <strong>di</strong>vengano partecipi dei frutti che esso ha<br />
portato nella storia.<br />
«I tre punti fondamentali <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>scorso mariano – precisa Rosario<br />
Esposito – combaciano egregiamente con l’epopea artistica che<br />
[nell’iconografia in<strong>di</strong>cata dall’Alberione per illustrare i 31 quadri della Via<br />
humanitatìs nel Santuario de<strong>di</strong>cato a <strong>Maria</strong> <strong>Regina</strong> degli Apostoli] il<br />
Fondatore della Famiglia Paolina collega con la Via humanitatis:<br />
- La Madonna adempie l’attesa dell’umanità precristiana. “In lei<br />
convergono e confluiscono tutte le preparazioni, tutte le aspirazioni e tutte le<br />
ispirazioni, tutte le grazie, tutte le prefigurazioni che avevano riempito<br />
l’Antico Testamento, così da poter <strong>di</strong>re che, alla vigilia della venuta del Cristo,<br />
<strong>Maria</strong> riassume e incarna la lunga attesa dei tanti secoli da cui era stata<br />
preceduta...”» (p.lll).<br />
- La Santa Vergine è la Summa humanitatis, “il meraviglioso fiore sbocciato<br />
da Israele” (p. 112) che ha redento le infedeltà d’Israele. Giustamente la<br />
liturgia le applica il Cantico dei Cantici che proclama l’alleanza tra Dio e il suo<br />
popolo, “giacché è lei che, dopo tante infedeltà, ha dato alla fedeltà <strong>di</strong> Dio la<br />
risposta della razza umana” (p.l14).<br />
- Il piano <strong>di</strong> Dio è unico e universale; la Santa Vergine lo realizza nei<br />
confronti <strong>di</strong> tutti gli uomini. Lei è “la creatura con la quale la razza israelitica<br />
sfocia nell’umanità intera”, sicché lei è “madre della grazia, me<strong>di</strong>atrice<br />
universale, madre del genere umano”» (cfr. R. Esposito, La <strong>di</strong>mensione<br />
cosmica della preghiera - La “Vìa humanitatis” <strong>di</strong> <strong>Don</strong> G. Alberione, pp. 143-<br />
144).<br />
Ecco così delineato il quadro <strong>di</strong> riferimento della mariologia alberioniana,<br />
nel posto unico assegnato nella Via humanitatis alla Madonna identificata<br />
come <strong>Regina</strong> degli Apostoli per mostrarsi, nell’esercizio della sua maternità<br />
universale, Mater humanitatis e Summa humanitatis. Dunque, il titolo<br />
mariano <strong>di</strong> <strong>Regina</strong> è funzionale alla sua Maternità universale.<br />
E vero che «l’accoppiamento <strong>di</strong> questi due titoli - come rileva Rosario<br />
Esposito nel citato commento all’opuscolo Via humanitatis – non è una<br />
novità: è solo una rilettura moderna <strong>di</strong> un fatto antico, che risale al Cenacolo e<br />
al Calvario. Agli albori del Cristianesimo l’intima parentela tra le due realtà è<br />
la norma. La SS. Vergine presiede il Collegio apostolico, lo conferma nella<br />
fede, rivelando quelle cose che “conservava nel suo cuore”, come insegna<br />
Leone XIII nell’enciclica A<strong>di</strong>utricem populi (1895), dall’Alberione più volte<br />
citata. È il momento formativo, quello della <strong>Regina</strong> degli Apostoli. Ma<br />
apostoli e <strong>di</strong>scepoli, dopo la Pentecoste, traggono le conseguenze, e invadono<br />
il mondo; la società <strong>di</strong> allora è interamente da evangelizzare, del tutto fuori<br />
della Chiesa, immersa nel giudaismo o nel paganesimo. È il momento<br />
ostensivo, kerigmatico, quello della Madre dell’umanità» (Ibid., pag. 88).<br />
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