IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...
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docile al suo volere, come <strong>Maria</strong> Santissima, se ne serve nel compimento dei<br />
suoi <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> sapienza: ma che sia docile come il pennello nelle<br />
mani del pittore! ma che sia umile come lo straccio nelle mani della donna <strong>di</strong><br />
casa! Così ha trovati <strong>Maria</strong> e Giuseppe, così gli Apostoli e molti santi religiosi»<br />
(cfr. UPS I, Albano Laziale 1960, pag. 486).<br />
Ecco, dunque, <strong>Maria</strong> intimamente presente nel centro della personalità <strong>di</strong><br />
“strumento <strong>di</strong> Dio” dell’Alberione. Egli avvertiva che anche in <strong>Maria</strong> tutto era<br />
partito e si era svolto partendo da quel centro. Perciò aveva dovuto esserci in<br />
lei la in<strong>di</strong>spensabile composizione delle ‘due vite’, in un equilibrio perfetto:<br />
«La Vergine Santa seppe accogliere e conciliare in sé i due meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita:<br />
seppe unire i meriti, la gloria <strong>di</strong> questi due generi <strong>di</strong> vita: fu la più vicina al<br />
Figlio suo, e nel medesimo tempo fu colei che più <strong>di</strong> ogni altro operò per darlo<br />
al mondo» (cfr. Ipsum Au<strong>di</strong>te, vol. I, Me<strong>di</strong>tazione alle Pie Discepole del 15<br />
agosto 1947, Roma 1979, pag. 115).<br />
Da questi pochi cenni si può intuire il valore centrale che <strong>Don</strong> Alberione<br />
attribuiva alla presenza <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> nella sua vita e nella sua istituzione, la<br />
Famiglia Paolina: «La devozione a <strong>Maria</strong>, che è una parte dello spirito<br />
paolino, ha per noi due fini: la nostra santificazione religiosa e l’apostolato<br />
pastorale: arrivare alle anime» (cfr. Pre<strong>di</strong>cazione R. A. ciclostilato, 231).<br />
Messaggio mariano dell’Alberione<br />
a partire dalla sua vita<br />
Da qui, la risposta affermativa al quesito se c’è un messaggio mariano<br />
dell’Alberione per noi: «Possiamo affermare – scrive don Roatta – che dal<br />
nostro Fondatore ci viene un importante messaggio mariano: esso è collegato<br />
solo in<strong>di</strong>rettamente col suo lungo impegno redazionale che, preso in sé e per<br />
sé, potrebbe anche riuscire <strong>di</strong> senso contrario e deludere; mentre, preso nel<br />
contesto della sua missione, può acquistare valore in<strong>di</strong>cativo, nel senso che la<br />
presenza <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> è introdotta ovunque, in tutti gli argomenti (“opportune et<br />
importune”), ad affermare che essa è sentita come valida per tutto ciò che<br />
rientra nella missione paolina».<br />
Il messaggio <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> questa lettura della mariologia alberioniana è rivolto<br />
ai Paolini e si riferisce specificamente alla loro vocazione apostolica e<br />
all’equilibrio spirituale che essa richiede: per essere apostoli o strumenti <strong>di</strong><br />
Dio, è in<strong>di</strong>spensabile l’equilibrio <strong>di</strong> vita (contemplazione / servizio) <strong>di</strong> cui<br />
<strong>Maria</strong> è stata il modello perfetto, come ne è anche la generatrice in ogni<br />
anima che comprende il senso vero dell’apostolato, quale Ella lo ha realizzato:<br />
dare Gesù Cristo al mondo.<br />
Sicché, «in conclusione – annota don Roatta –, se passare per <strong>Maria</strong> è la via<br />
propria <strong>di</strong> Cristo, non potrà non essere anche la nostra” (Ibid., pag. XI).<br />
Esattamente come scriveva il beato Giacomo Alberione nel suo aureo libro<br />
<strong>Maria</strong> <strong>Regina</strong> degli Apostoli: «Prendete la via. Cristo che passò per <strong>Maria</strong> ci<br />
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