IL MAGNIFICAT di Don ALBERIONE - Parrocchia S. Maria Regina ...
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sembra comunque opportuno collegare questa situazione con un documento<br />
che il Pontefice pubblicò il 15 settembre del 1966, l’enciclica Christi Matri con<br />
la quale si in<strong>di</strong>cevano suppliche per il mese <strong>di</strong> ottobre alla Beata Vergine<br />
<strong>Maria</strong> per la pace universale» (cfr, AAS 58, 1966, 745-749).<br />
Lo stesso Esposito riassume poi così il <strong>di</strong>scorso dei «temi soprattutto<br />
comuni al Pontefice e all’umile sacerdote [<strong>Don</strong> Alberione]» e circa il titolo<br />
mariano Mater humanitatis che, invece, Papa Paolo VI non raccoglie:<br />
La pace - Il motivo imme<strong>di</strong>ato per il quale l’enciclica è stata promulgata è<br />
l’acuirsi delle ostilità nel Sud-Est asiatico e in altre regioni del mondo. E una<br />
realtà, questa, che è con<strong>di</strong>visa da tutti gli uomini: «Non dubitiamo<br />
minimamente – scrive Paolo VI – che tutti gli uomini, <strong>di</strong> qualsiasi stirpe,<br />
colore, religione e or<strong>di</strong>ne sociale, il cui desiderio sia la giustizia e l’onestà, non<br />
abbiano gli stessi Nostri convincimenti». È a questa comune con<strong>di</strong>zione<br />
umana che il Pontefice fa appello, perché la pace torni nel mondo.<br />
Il Rosario - Paolo VI non usa il termine “Crociata” <strong>di</strong> <strong>Don</strong> Alberione; ma<br />
una “mobilitazione spirituale” fondata sul Rosario è alla base del documento:<br />
«Nel mese <strong>di</strong> ottobre, de<strong>di</strong>cato alla Beata Vergine del Rosario, aumentino le<br />
preghiere, si moltiplichino le implorazioni, affinché, per sua intercessione,<br />
brilli finalmente sugli uomini l’aura della vera pace...».<br />
<strong>Maria</strong> Madre della Chiesa - <strong>Maria</strong> Madre dell’umanità - Circa il titolo<br />
mariano non v’è accoglimento alcuno della supplica <strong>di</strong> <strong>Don</strong> Alberione; e la<br />
cosa non sorprende. Anche perché, ovviamente, le istanze a cui deve ispirarsi<br />
il Sommo Pontefice (fra l’altro, in un documento ufficiale del suo Magistero)<br />
non sono le stesse a cui può ispirarsi un privato, per quanto sant’uomo possa<br />
essere.<br />
La proclamazione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> Madre della Chiesa era <strong>di</strong> data recentissima: la<br />
conclusione della III Sessione conciliare, con il <strong>di</strong>scorso del 21 novembre<br />
1964; e Paolo VI non poteva ignorare la circostanza. Nell’enciclica, dunque,<br />
pur dando ampio spazio alla realtà mon<strong>di</strong>ale del problema della pace, il<br />
Pontefice si richiama proprio al titolo recentemente da lui stesso attribuito<br />
alla Santa Vergine: «Vogliamo che le siano rivolte assiduamente intense<br />
preghiere; a lei, <strong>di</strong>ciamo, che durante la celebrazione del Concilio Ecumenico<br />
Vaticano II, tra il plauso dei Padri e dell’orbe cattolico, abbiamo proclamato<br />
Madre della Chiesa, confermando solennemente una verità dell’antica<br />
tra<strong>di</strong>zione». E va pure sottolineato, infine, il respiro davvero universale<br />
dell’invocazione finale che Papa Paolo VI rivolge alla Madre clementissima<br />
del Signore: «Guarda dunque con materna clemenza a tutti i tuoi figli, o<br />
Vergine santissima! [...]. Ve<strong>di</strong> l’angoscia <strong>di</strong> tanti uomini, padri e madri <strong>di</strong><br />
famiglia, che, inquieti per la sorte propria e dei loro figli, sono turbati da<br />
acerbi affanni».<br />
«Madre degli uomini, specialmente dei fedeli»<br />
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